Tra recriminazioni (corrette) e strafalcioni arbitrali (Calvarese docet), sale comunque a undici il numero dei rigori a favore del Torino in questa stagione. Numeri da record per la squadra granata, e in particoalre nel quinquennio venturiano, che non sempre però ha potuto beneficiare di queste massime punizioni: se il numero di penalty raggiunge infatti la doppia cifra, solo nove sono stati quelli effettivamente realizzati (a pesare sono gli errori di Maxi Lopez e Immobile), che da un lato dimostrano come il Torino sia una squadra capace di creare diverse occasioni pericolose nell’area avversaria ma, dall’altro, che non sempre la freddezza l’abbia fatta da padrona.
Una tendenza, tuttavia, mutata in queste ultime settimane, contestualmente al cambio del rigorista, che, ormai, difficilmente cederà l’onere al numero 10 granata, una volta rientrato dall’infortunio. Andrea Belotti si è scoperto un perfetto battitore di estreme punizioni, andando a scalzare nelle graduatorie sia Immobile, sia proprio Maxi Lopez, e dimostrando una freddezza davvero notevole. Quella corsa rallenatata (ma assolutamente regolare) e quella capacità di battere potente e preciso hanno infatti permesso al “Gallo” di battere quattro titolatissimi portieri, uno in particolare con fama di pararigori.
Si parla di Samir Handanovic, che quest’anno è riuscito a ipnotizzare in più riprese diversi rigorisiti che gli si sono presentati di fronte. A “San Siro”, però, l’ex Udinese si è dovuto bucare all’attaccante granata, che già nel derby aveva infilato Buffon e riacceso le effimere speranze del Toro di recuperare il risultato. Dopo di loro, ecco Mirante, seguito, ieri, da Szczesny, altro estremo difenore con la fama di pararigori. Tre portieri delle prime quattro squadre di Serie A sono stati quindi battuti, dal dischetto, dal “Gallo”, che continua ad acquisire maturità anche grazie a queste esperienze. E il record del Toro aumenta. Talvolta, purtroppo, senza portare i frutti sperati.