Talmente strano da non sembrar quasi vero: quel gol su rigore con il quale i granata hanno espugnato il Dall’Ara di Bologna nei minuti di recupero è durato poco più di tre miseri giorni. Come vittime predestinate di una sorta di spietata legge del contrappasso, Glik e compagni hanno dovuto soccombere nello stesso modo a Roma contro una formazione giallorossa non particolarmente in palla.

 

Meriti e demeriti vanno tuttavia ascritti ai ragazzi di Ventura, abili a far frullare la palla con ripartenze veloci, buone verticalizzazioni, giocate corali e soprattutto concentrati e motivati su ogni pallone (lo testimonia l’alta percentuale di contrasti vinti). Ma ancora una volta travestiti da gamberi per i tanti passi indietro fatti sotto il punto di vista del cinismo e dell’attenzione sulle palle inattive dalle quali sono derivati i tre sigilli romanisti.

 

Nonostante la salvezza raggiunta e la posizione di classifica tranquilla, quello del rilassamento psicologico è uno stato che non deve attecchire in queste ultime giornate nella testa dei calciatori tanto più che ciascuno si gioca il futuro e che già la condizione fisica generale non è delle migliori. Nelle ultime partite, infatti, Ventura è dovuto ricorrere ad un turn over forzato per via delle numerose assenze che perdurano e si verificano a singhiozzo: dopo aver recuperato pian piano i vari Farnerud, Obi, Maksimovic, Gazzi, si aspettano i rientri di Benassi e Immobile ancora sulla strada della guarigione mentre si spera di poter avere a disposizione già per la partita di domenica contro il Sassuolo Maxi Lopez e Acquah. L’appuntamento, d’altra parte, è di quelli storici giacché si giocherà per la prima volta nello stadio rinominato “Grande Torino”, una maglia da titolare rappresenterà un motivo d’orgoglio importante ed un posto assicurato negli almanacchi.

 

CHI SALE:

 

OBI         convinto e convincente. Disputa una delle sue migliori partite in maglia granata, dinamico sia nella fase propositiva che quando lotta districandosi tra gli avversari e contendendo efficacemente il pallone. Prestazione che aumenta il rammarico per le sue condizioni fisiche spesso precarie.
MARTINEZ           dopo gli ennesimi sprechi, e a distanza di quasi un anno, finalmente libera la gioia del gol. Ne realizza uno facile facile dopo due tentativi andati a vuoto nonostante la buona preparazione. Vanifica qualche buona trama ma viene premiato con il primo sigillo stagionale dopo lunga attesa.
BELOTTI          sempre più nel vivo dell’attacco ed infallibile cecchino dal dischetto. Va al tiro con più continuità (centra anche un clamoroso palo dalla distanza) e con i suoi movimenti detta il passaggio ai compagni anche se poi manca per un soffio la deviazione.
B. PERES           entra nel vivo del gioco con pericolosità quando affonda in dribbling fino al limite dell’area romanista servendo assist pregevoli a Martinez (tra cui quello del gol). La sua condizione psicofisica sembra in risalita dopo un periodo di appannamento.

 

STABILI:

 

BASELLI          il centrocampista si sta ritrovando in questo finale di stagione. Prova l’azione, inventa, crea, regala assist importanti con verticalizzazioni in area e talvolta sbaglia l’ultimo tocco. Ma in genere esce bene da situazioni intricate sebbene cali alla distanza.
MAKSIMOVIC            dopo tre assenze rientra bene, senza paura e avendo la meglio su un El Shaarawy dato in forma ma apparso in soggezione di fronte al serbo. Puntuale nell’anticipo, soprattutto nel gioco aereo in area e punito ingiustamente da Calvarese con un fallo di mano inesistente. Lo attende un finale di stagione importante per il futuro.
PADELLI           non può nulla sui gol, per il resto se la cava smanacciando un tiro morbido di Maicon e allungandosi a deviare una conclusione insidiosa di Nainggolan. Buona sicurezza persino nelle uscite.
MOLINARO           subentra a G. Silva per provare a dare una mano in più in fase di spinta ma il risultato non è quello atteso. In più perde qualche pallone caldo in uscita. Tuttavia non si macchia di colpe specifiche nel finale.
G. SILVA          si trova di fronte clienti ostici quali Florenzi e Salah e non sfigura. Ormai viene impiegato come terzino anche se non è il suo ruolo ed infatti non affonda mai. Timido ed impreciso nei disimpegni, sbaglia qualche controllo e cala nel s.t.
VIVES          entra negli ultimi 20’ in luogo di Baselli per offrire un argine in più a Gazzi e rallentare opportunamente il gioco. A tratti vi riesce ma non basta per salvare il risultato finale.

 

CHI SCENDE:

 

GLIK         un tempo era maestro sulle palle inattive, anche in area avversaria. Adesso si fa beffare come un ragazzino lasciandosi sfuggire la marcatura di Totti appena entrato. Nel complesso aveva retto benino ma con la sua esperienza non si può concedere cali psicologici.
MORETTI         un passo indietro per un secondo tempo di sofferenza che ha avuto il suo culmine quando si è fatto sovrastare da Manolas sull’inzuccata del primo pari. Nel primo tempo non aveva concesso tanto a Salah e soci.
GAZZI          non lesina impegno e corsa, qualche anticipo, la solita grinta ma è arruffone in più di una circostanza come quando provoca un calcio di punizione evitabile al limite dell’area o interviene con la mano in area e per sua fortuna l’arbitro non si accorge.

 

I NUOVI:

 

EDERA          esordio in serie A. Per lui solo pochi secondi tanto per calcare l’erba dell’Olimpico e iniziare a prendere confidenza.

 


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