Claudio Sala, altro ospite di spicco della serata dedicata al Torino in occasione del Gran Galà Granata, si è soffermato sugli elementi necessari affinché la squadra granata ricominci a vincere, dicendo: “Per costruire una squadra vincente c’è bisogno sia di cuore, che di tecnica. La cosa più facile è avere cuore, è più difficile, invece, trovare giocatori di qualità. Io quando arrivai al Torino, trovai giocatori che avevano dieci anni di Toro alle spalle, che ti insegnavano cosa voleva dire indossare la maglia granata. Cereser, Ferrini, Agroppi e tanti altri mi hanno insegnato cosa era il Toro e grazie a loro sono diventato quel tipo di giocatore”.

 

Sul soprannome “Poeta del gol”, Sala ha precisato: “E’ nato dai tifosi e rispecchia perfettamente quello che era il mio modo di giocare. Pulici si arrabbiava con me, perché fintavo prima di crossare e non sapeva quando sarebbe arrivato il pallone in area. Io amavo fare calcio”.

 

Sulla situazione attuale, invece, ha detto: “Devono essere i giocatori a prendere in mano i tifosi e a trascinarli, non viceversa. Purtroppo sono passati 40 anni dall’ultimo Scudetto ed è davvero troppo. Rimane il rammarico di non averne vinto qualcun altro in quegli anni”.

 

Ha parlato anche di derby e, in merito alle stracittadine di quest’anno, ha affermato: “Perdevamo difficilmente contro la Juventus, perché ci mettevamo il cuore, oltre la tecnica. In quegli anni erano loro ad avere paura di noi”.

 

Dopo queste parole e gli applausi del pubblico, Sala è sceso dal palco, lasciando il posto agli altri ospiti, tutti rigorosamente di cuore e fede granata.

 


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