SECONDO TEMPO. Molto più scoppiettante la ripresa di gara, con le squadre che giocano a viso più aperto e creano maggiori pericoli. Soprattutto è il Torino a essere più pimpante: al 3’ una bellissima azione combinata tra Obi, Martinez e Peres porta il brasiliano a colpire un altro palo da dentro l’area; pochi minuti dopo è Maccarone a illudere i tifosi dell’Empoli con un tiro che però si spegne sull’esterno della rete. Ma il raddoppio dei toscani arriva ugualmente: al 9’ Zielinski sfrutta un brutto errore di Peres in impostazione, rapido 1-2 con Maccarone e, nonostante la carica di Obi, l’ex Udinese arriva al tiro da fuori battendo Padelli. È il coronamento di un’ottima stagione, per Zielinski, la cui gioia del gol resta però effimera: all’11’, infatti, un bel cross di Zappacosta da destra trova perfettamente la testa di Obi, che segna la sua prima rete in granata battendo Pugliesi. Il Toro, allora, ci crede: al 12’ su contropiede Martinez serve bene Benassi che arriva al tiro, para il portiere avversario. Ventura si gioca al 14’ la carta Immobile per Martinez, Giampaolo risponde con Maiello per Paredes, e al 26’ si torna a raccontare di una bella azione personale di Pucciarelli il cui tiro viene deviato in angolo. Contestualmente, il tecnico granata toglie anche Obi per Farnerud, alla sua ultima apparizione in granata (Giampaolo risponde con Krunic per Saponara). I ritmi della gara calano poi in maniera piuttosto brusca: poche le azioni degne di nota, da una parte come dall’altra. Al 44’ un episodio chiave: Mario Rui spintona Belotti in area, che cade, ma Massa, arbitro di porta, segnala a Saia che non era rigore. Probabilmente il penalty sarebbe stata la scelta più corretta, e avrebbe permesso al Toro di avere una chance non da poco per pareggiare i conti. Dopo 5’ di recupero, finisce l’ultima gara stagionale dei granata. E si conclude con una sconfitta che porta la squadra nella parte destra della classifica, superata proprio dall’Empoli. Il Toro deve riuscire ad archiviare in fretta questa stagione, imparando dagli errori per poter crescere in maniera importante, come ha sottolineato a più riprese Ventura. Ci sono tre mesi per programmare. E per ripartire.
PRIMO TEMPO. Contrariamente alle aspettative iniziali, Giampiero Ventura decide di schierare dal primo minuto Martinez, e non Immobile – evidentemente ancora indietro di condizione – dal 1′ nella sfida che si gioca al “Castellani”. Titolare anche Obi, con Baselli sulla destra e Gazzi in mezzo, mentre Jansson guida al centro la difesa con ai suoi fianchi Glik e Moretti. Aria di esperimenti, da un lato, e di saluti dall’altro: motivazioni particolari non ce ne sono, se non chiudere nel migliore dei modi una stagione complicata e, in alcuni casi, mettersi in mostra per il futuro. Ma il Toro fatica a mantenere questi buoni propositi. La prima frazione di gara è infatti a favore dell’Empoli, che non schiaccia o annichilisce il Toro, ma che ha le conclusioni migliori per andare in vantaggio. Cosa che accade al 12′: sulla sinistra Pucciarelli serve bene indietro verso il limite dell’area Maccarone, che è lasciato colpevolmente solo. “Big Mac”, autore di una stagione strepitosa, lascia partire un missile che piega Padelli e porta la squadra di Giampaolo sull’1-0. Il Toro ci riprova qualche minuto dopo con un tiro di Zappacosta dalla destra che viene deviato in angolo; il terzino destro ci riproverà anche al 29′ ma dal suo tiro scaturisce un contropiede empolese che porta Zielinski alla conclusione, incontrando però Padelli. Dalla mezz’ora, cresce il Torino: Peres al 33′ con un tiro a giro impegna seriamente Puglisi (poi Belotti spara alto), e al 36′ di nuovo Zappacosta, questa volta su punizione (bravo Martinez a procurarsela), colpisce benissimo ma vede il pallone stamparsi sul palo. Al 39′ Ventura è costretto a rinunciare a Baselli per infortunio, con Benassi che entra al suo posto. Fino al 45′, succede più nulla: nel primo dei due minuti di recupero, però, Martinez colpisce tirando da fuori una traversa. Due legni, insomma, per il Torino che nella seconda parte del primo tempo è cresciuto, senza però riuscire a torvare il pareggio. È lo specchio di una stagione sfortunata, questa, che sta per concludersi.