Nel 1976, a ventisette anni di distanza dalla tragedia di Superga il Toro era tornato a vincere uno scudetto, finora l’ultimo della sua storia

Torino è granata, non c’è tifoso del Toro che non conosca questa frase o che non abbia cantato allo stadio almeno una volta questo coro. Quarant’anni esatti fa quel “Torino è granata” non era soltanto un modo di dire per sottolineare il maggior numero di tifoso del Toro, rispetto a quelli della Juventus, nel capoluogo piemontese, quarant’anni fa Torino è stata realmente colorata per intero di granata. Il grigio del cemento dello stadio Comunale, dell’asfalto delle strade, compresa quella che porta a Superga, era completamente ricoperto da maglie e bandiere di un solo colore: il granata. Quarant’anni fa era il 16 maggio del 1976: il giorno dell’ultimo scudetto.

Quel pomeriggio a riempire le gradinate del Comunale c’erano circa 65.000 cuori granata, fuori dai cancelli altri 15.000 senza biglietto che aspettavano solo il momento di far festa. Prima del calcio d’inizio dell’ultima partita di quel campionato, contro il Cesena, un enorme lenzuolo bianco con disegnato uno scudetto si alzò in cielo trascinato da tre grappoli di palloncini granata, in barba alla scaramanzia. Poi arrivarono le 16 del pomeriggio, Torino e Cesena scesero in campo per l’ultimo atto di quel campionato. Radice schierò la sua formazione tipo: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici, in rigoroso ordine numerico, dall’1 all’11, come si usava all’epoca.

Prima degli ultimi novanta minuti di campionato il Toro era in testa alla classifica con un solo punto di vantaggio sulla Juventus. Il distacco aumentò a inizio ripresa quando Curi portò in vantaggio il Perugia contro i bianconeri. Al Comunale, nel frattempo, Toro aumentava sempre più i propri ritmi e, al 16′ passò in vantaggio: Graziani dalla sinistra crossò al centro dell’area, la palla era bassa, pochi centimentri al di sopra dell’erba e pochi millemetri dal piede del cesenate Danova, su quel pallone ci arrivò però Pulici (e chi altri se non lui) e in tuffo di testa lo mandò alle spalle di Boranga. 1-0 Toro. Pochi minuti più tardi un’incomprensione tra Mozzini e Castellino causò l’autorete del difensore e il pareggio dei romagnoli. Ma poco male.

La Juve perse 1-0 e al triplice fischio dell’arbitro partì la festa, un’indimenticabile festa. I tifosi e la squadra salirono fino a Superga per rendere omaggio agli Invincibili e rendere partecipi anche loro di quest’impresa. A ventisette anni di distanza dalla tragedia di Superga il Toro era tornato a vincere uno scudetto.

TORINO-CESENA 1-1
Marcatori: st 16′ Pulici (T), 25′ aut. Mozzini (C)
Torino: Castellini, Santin, Salvadori, P. Sala, Mozzini, Caporale, C. Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Garritano, Gorin II. All.: Radice.
Cesena: Boranga, Ceccarelli, Oddi, Festa, Danova, Cera, Rognoni, Frustalupi, Bertarelli, Bittolo, Urban. A disposizione: Bardin, Zuccheri, Petrini. All.: Marchioro.
Arbitro: Casarin


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La rassegna stampa del 16 maggio 2016