Eccola, la lista dei 25. Che, per molte società di Serie A, è diventata quasi famigerata. In verità, la novità nella composizione delle rose introdotta da Tavecchio un anno e mezzo fa, ma prorogata a quest’anno, ha fatto sì che molte squadre (esclusa la sola Inter, ancora in difficoltà in questo senso) si adeguassero e andassero verso le normative FIGC che, è questo l’obiettivo finale dichiarato, sono mirate a valorizzare i vivai italiani e a impedire spese folli da parte di club sempre più in crisi economica. Così, si è scelto di adottare il metodo europeo: rose da 25 giocatori, di cui almeno 4 cresciuti in una Primavera italiana – per almeno tre anni consecutivi – e altri 4 cresciuti direttamente nel proprio settore giovanile. Illimitato, invece, il numero degli Under 21 (annata dal 1995 in giù), che al Torino, quest’anno, saranno diversi.
Almeno ai blocchi di partenza: arriverà Boyè dall’Argentina, ma soprattutto arriveranno Barreca, Aramu e Parigini, che, come ha ribadito ancora ieri Cairo (il diktat presidenziale è però chiaro da tempo) verranno valutati attentamente da Mihajlovic, con soprattutto il classe ’96 di ritorno dal Perugia pronto a giocarsi le sue chances in granata il prossimo anno. Rientrerà anche Alfred Gomis, ma è un ’93, e farà parte però dei 4 giocatori cresciuti nel proprio vivaio, di cui sopra.
Perdono, rispetto a quest’anno, lo status di Under 21 Benassi e Gaston Silva, entrambi del ’94, che vanno quindi a far parte della rosa dei più “grandi”: il centrocampista potrà essere inserito nel numero degli almeno 4 cresciuti in un vivaio italiano – quello dell’Inter –, il difensore, invece, giocoforza tra i massimo 17 che non rientrano in nessuna categoria speciale. E, mercato a parte, in casa Torino bisogna già fare i conti, per capire quanti giocatori potrà avere effettivamente Mihajlovic a disposizione.
Il vero problema, che poi, veremo dopo, problema non sarà, è costituito in questo momento dai 4 giocatori da inserire nella lista che sono cresciuti nella stessa Primavera del Toro. Oltre ad Alfred Gomis, infatti, il club di Cairo potrebbe contare eventualmente anche Lys Gomis (ma dovrebbe accettare lo status di terzo portiere) e Marco Chiosa, che si ritroverebbe chiuso però da Gaston Silva e Emiliano Moretti, per i quali non è prevista una cessione. Difficile che entrambi i giocatori accettino di restare – dal momento che pure Alfred Gomis è comunque non del tutto certo di rimanere all’ombra della Mole –, con il Torino che, in caso di loro diniego, si ritroverebbe a contare su un massimo di 23 giocatori a disposizione, esclusi appunto gli Under 21. Ed è qui che si gioca la vera partita: se infatti Parigini e Boyè dovessero restare (per l’argentino se ne ha pressoché la certezza, per l’italiano poco ci manca), Mihajlovic tornerebbe di nuovo a poter avere a disposizione 25 giocatori, un numero più che congruo se si considera che il Toro quest’anno sarà impegnato solo in campionato e Coppa Italia.
Insomma, alla mancanza di prodotti del proprio vivaio, il Toro riesce a ovviare puntando sui giovanissimi. Scelta rischiosa, da un lato, per l’inesperienza; ma coraggiosa e lungimirante, soprattutto se si vorrà continuare con quel “progetto dei giovani” di cui, di nuovo, ancora ieri Cairo ha parlato. La lista, per il club di Cairo, di fatto non sembra costituire un problema. Non ora, almeno, nei momenti in cui il mercato è ancora in fase embrionale. Potrebbe ridursi a una questione di semplice formalità.