Terza semifinale consecutiva: cambiano gli interpreti, passano i giocatori ma il Toro Primavera è di nuovo tra le prime quattro squadre d’Italia. Insieme a Roma, Inter, Juventus (l’avversaria granata mercoledì 1 giugno alle 20.30 a Reggio Emilia), tre delle protagoniste di questa stagione. I giallorossi con il loro cammino europeo: la squadra di De Rossi è arrivata ai quarti di Youth League, poi eliminata dal Paris Saint Germain. E poi l’Inter, detentrice della Coppa Italia strappata alla Juve, già vincitrice del Viareggio e capolista nel girone A. Le tre prime nei rispettivi raggruppamenti nella regular season e poi il Toro, con le più forti.

 

Ieri l’Atalanta di Bonacina ha pagato per la seconda volta in tre anni il dazio granata di nuovo ai quarti di finale come nel 2014. Non è stato il cuore a portare avanti il Toro quanto l’organizzazione e la convinzione: il gol di Candellone ha fatto il resto, decidendo la sfida di Modena.

 

C’è la Juve tra il Toro e la terza finale della gestione Longo: i bianconeri sono l’ostacolo da superare per poter difendere il tricolore conquistato nella finale di Chiavari di un anno fa. Terza volta in stagione, dopo i due match di campionato: il primo, il pareggio al Don Mosso quando l’annata era appena iniziata e la squadra era a caccia dell’identità maturata nel corso dei mesi successivi. Il secondo lo scorso 23 gennaio, quando fu la squadra di Grosso ad avere la meglio spedendo i granata a dieci punti dal secondo posto.
Dalla stracittadina era partita la rincorsa dei ragazzi di Longo: vittoria dopo vittoria, quei dieci punti di distacco dal secondo posto si sono annullati e per poco i granata non hanno beffato l’Entella. Ora in palio non ci sono tre punti ma una finale il cui valore sarebbe doppio. Il giusto regalo da e per Longo. Quello dell’arrivederci.

 


Primavera / Le pagelle di Torino-Atalanta

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