Se nella giornata di ieri si fosse indetto un referendum (per restare alla stretta attualità) il risultato sarebbe stato scontato: fosse dipeso dai tifosi del Toro, Antonio Barreca sarebbe tornato un giocatore granata – dopo il momentaneo riscatto del Cagliari – nel giro di qualche minuto, altro che dopo 72 ore di passione. Leave o remain? Nessun dubbio sul plebiscito.
Tutti pazzi per Barreca: forum e social bollenti nelle ore che hanno preceduto la mezzanotte di ieri. E non per il caldo, ma solo perché l’apparente immobilismo granata (la società di Cairo ha fatto la sua mossa a pochi minuti dal gong) aveva messo tutti in allarme. Difficile trovare un tifoso granata che non fosse in ansia per il terzino classe ’95, una vita nel vivaio prima della doppia esperienza in B (al Cittadella e poi al Cagliari, nel totale 56 presenze in due anni, 1 gol e 11 assist). Perché la piazza granata è anche questo: affetto incondizionato per i propri giovani, specie se talentuosi e di prospettiva come Antonio Barreca.
Barreca sì, non perché è un giovane prodotto del Toro, non per gli anni spesi con la maglia granata addosso: o, meglio, non solo per questo. Barreca sì, perché ha i mezzi per convincere Mihajlovic, Barreca sì, perché merita di avere la possibilità di giocarsi il posto. I giovani devono giocare non perché giovani ma perché bravi: nella massima di Mihajlovic può rientrare anche Barreca. Ora sta a lui dimostrare di essere all’altezza.