Settimana particolarmente importante in casa granata, sul fronte attacco. Il Toro, infatti, aspetta una risposta. Una, in particolare. Non tanto da Iago Falque, che al club di Cairo ha detto sì e, salvo clamorosi (e imprevedibili) ripensamenti, aspetta di firmare il suo contratto, quando da Adem Ljajic, il cui agente vedrà al più presto la dirigenza piemontese per provare a trovare la quadra economica dell’opeazione che, per il serbo, sarà a titolo definitivo dalla Roma.
L’ambiziosa trattativa non è poi così lontana dall’andare in porto: la Roma è soddisfatta di cedere due esuberi in attacco, esuberi di lusso, in verità, che ben si adatterebbero al tridente e modulo a due punte con trequartista che ha in mente Sinisa Mihajlovic per il suo Toriino. Per l’ex Genoa, si diceva, è praticamente tutto definito: prestito con diritto di riscatto e contratto, in caso di opzione eserciata, fino al 2020. In sostanza, un quadriennale per il classe ’90, che vuole ripartire dopo l’annata storta in giallorosso con tanta grinta e determinazione, doti che lo avevano reso importantissimo nel Genoa di Gasperini solo due anni fa.
Voglia di rilancio che contraddistingue anche l’ex Fiorentina, dopo un’annata di alti e bassi all’Inter. Doveva essere quella della sua definitiva consacrazione, ma tra panchina e accantonamenti, così non è stato. Il Toro si gioca le sue carte così, con l’intenzione di ripercorrere il cammino di Cerci, arrivato in granata con la voglia di rimettersi in gioco. Cairo non potrà spingersi oltre il milione e mezzo di euro a stagione, per cinque stagioni (queste le ultime indiscrezioni relative alla trattativa in corso), ma farà leva sul fatto che, con Mihajlovic, l’attaccante avrà una centralità che da troppo tempo gli mancava. Un passo indietro, rispetto alle posizioni alle quali era abituato a competere, forse; ma per farne due avanti. E farne fare altrettanti alla sua squadra: il Toro aspetta una risposta. Che non tarderà ad arrivare.