Non ha ancora voluto esprimere una risposta definitiva a riguardo, Adem Ljajic. E la trattativa con il Torino continua. Le parti (dirigenza granata da un lato, agente del giocatore dall’altro) si sono sentite telefonicamente, notando come ancora resti una certa distanza tra domanda e offerta, per poter arrivare a un felice esito della trattativa. L’attaccante serbo, di fatto, chiede di più: l’offerta di Cairo si spinge fino a un massimo di 1,5 milioni di euro, circa cinquecentomila in meno rispetto a quello che, attualmente, perepisce il giocatore in giallorosso.
È questo lo scoglio: il giocatore vorrebbe un ingaggio base più alto, per poi lavorare sui bonus e arrivare a perdere meno rispetto a quanto perderebbe attualmente, se decidesse di accettare così la proposta del Toro. Proposta che difficilmente Cairo potrà aumentare, per evitare di creare troppe scompensazioni all’interno dello spogliatoio. Discorso quindi chiuso? Tutt’altro, la partita resta apertissima. Perché Ljajic, in realtà, è allettato dall’idea di trasferirsi in una squadra veramente disposta a puntare su di lui, in maniera stabile e continuativa, e su questo fa leva il Torino, ricordando sovente al giocatore come un certo Alessio Cerci abbia vissuto davvero una nuova giovinezza in granata, dopo qualche annata particolarmente buia in quel di Firenze.
Già, Firenze, è questo l’altro intreccio di mercato. Corvino sta lavorando affinché l’attaccante decida di tornare nella squadra che lo ha lanciato in Italia. I problemi, in questo senso, sono più di natura ambientale: l’addio al club toscano non fu proprio semplice, e la piazza riaccoglierebbe il giocatore con qualche tentennamento. Il Toro resta in posizione di vantaggio, ma la viola pressa. Il duello di mercato è destinato a infammarsi, con la Roma che ha fretta di cedere il giocatore, mentre i granata di acquistarlo, così da evitare spiacevoli sorprese dopo giorni di estenuante trattativa. Il lavoro non si ferma e le porte restano aperte, ma ora si vuole accelerare. Definitivamente.