Una vita dedicata al calcio. Carmine Longo, direttore sportivo, tra le altre, di Cagliari e Bologna, in esclusiva per Toro.it, ha parlato del suo pupillo Albin Ekdal, che portò al Bologna nell’estate 2010. Il d.s. ha descritto le qualità, tecniche e caratteriali, del centrocampista svedese e ha promosso la stagione granata, con un occhio, critico e esperto, al futuro del Toro.
Lei fu uno dei primi a credere in Ekdal, può descriverlo?
Presi Ekdal dalla Juve quando ero direttore sportivo del Bologna, per dargli la meritata opportunità di giocare titolare in Serie A.
E’ un ragazzo perbene oltre che un ottimo calciatore. Dal punto di vista professionale è inappuntabile: è serio, non pensa solo ai soldi e ama giocare a calcio. Anzi, in certe situazioni è addirittura troppo silenzioso: nel calcio a volte bisogna anche farsi sentire.
Quali sono le sue caratteristiche tecniche?
Non è un giocatore veloce, però è molto forte in progressione e vede anche abbastanza bene la porta. Deve giocare necessariamente come interno, destro o sinistro, in un centrocampo a tre, con un regista che faccia gioco e premi i suoi inserimenti.
Ventura in questi ultimi anni ha proposto un centrocampo a tre, Ekdal sarebbe quindi utile alla causa granata?
Certamente potrebbe fare bene al Toro, perché ha le caratteristiche per inserirsi perfettamente nel centrocampo del tecnico ligure. Ekdal non è giocatore da serie B, quindi sicuramente sarà ceduto in questo calciomercato. Bisognerà battere la concorrenza, ma fidatevi: è una garanzia.
Ha avuto modo di seguire il Toro? Come giudica la stagione granata?
In assoluto è stata un’annata positiva, però per quelli che erano i presupposti, personalmente, mi aspettavo qualcosa di più. Credevo potesse arrivare di nuovo in Europa con le proprie forze, dopo l’opportunità avuta nella stagione precedente, grazie al fallimento del Parma.
Però il carattere del Toro è evidente ed è stato mostrato ancora una volta nella seconda parte di stagione. I giocatori hanno trovato la forza di rialzarsi e non si sono mai dati per vinti anche nelle avversità. Il Toro ha una buonissima squadra, ma va certamente rivisitata se si vuole puntare a scalare qualche posizione in classifica. Non tutto è eterno.
Dove dovrebbe intervenire la società granata?
Oltre all’acquisto di un giocatore come Ekdal e di un regista, servirebbe aumentare numericamente la rosa. Bisogna intervenire in tutti i reparti con dei giocatori all’altezza, investendo i soldi guadagnati con l’Europa League:
per essere competitivi non bisogna poter scegliere solo fra undici giocatori, ma devono essere in diciassette o diciotto a contendersi la maglia da titolare.