Quella di ieri contro il Genoa è stata la partita numero cinquanta del Torino in questa stagione. Una stagione iniziata lo scorso 31 luglio alla Tele2 Arena di Stoccolma contro il Brommapojkarna nella quale Ventura ha schierato finora trentadue giocatori diversi. Di questi però, solamente in quindici hanno giocato almeno la metà delle cinquanta partite disputate.
Il recordman granata per numero di presenze è Quagliarella: l’attaccante ha infatti sulle gambe quarantasei gare (trentaquattro in campionato, dodici in Europa League). Lo seguono a quarantaquattro partite giocate Darmian, Moretti e El Kaddouri. Gli altri granata ad essere scesi in campo in almeno la metà degli incontri disputati dal Torino sono: Glik, quarantuno presenze, Gazzi trentotto, Padelli e Martinez trentasette, Maksimovic e Molinaro trentacinque, Benassi trentatré, Peres trentadue, Vives trentuno, Farnerud ventisette e Amauri ventisei. Dei restanti diciassette giocatori, gli unici ad avvicinarsi al tetto delle venticinque presenze sono Bovo e Maxi Lopez con ventuno. L’argentino però, essendo arrivato nel mercato di gennaio, ha avuto meno gare a disposizione per mettersi in mostra e la sua media presenze è pari a quella di Quagliarella.
Il rendimento ben al di sotto delle aspettative di alcuni giocatori arrivati in estate, come Nocerino e Sanchez Mino, o di quelli confermati dopo una stagione in ombra, per diversi motivi, come Barreto e Larrondo, hanno limitato le scelte di Ventura, che si è ritrovato costretto ad affrontare una lunga e logorante stagione con una rosa di fatto ridotta a sedici elementi (più Maxi Lopez da gennaio) su cui, dal quel 31 luglio a Stoccolma, ha potuto contare. È così, che dopo aver compiuto alcune autentiche imprese sportive, come la vittoria per 3-2 in casa dell’Atheltic Bilbao (la prima di una squadra italiana nella storia al San Mames), dopo aver giocato alla pari del colosso economico Zenit San Pietroburgo gli ottavi di finale di Europa League, aver espugnato San Siro, essere tornato al successo con una grande del nostro campionato come il Napoli, aver vinto il derby dopo vent’anni di astinenza, nelle gambe del Torino si sono fatte sentire le fatiche di questi mesi. “Una sconfitta figlia della stanchezza”, così ha definito lo stesso tecnico il ko contro il Genoa che, anche se non matematicamente, ha spezzato i sogni granata di qualificazione alla prossima Europa League.