Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un tifoso granata, venuto apposta da Singapore per le celebrazioni del 4 maggio e per dimostrare a tutti che, anche dall’altra parte del mondo, si può tifare Toro con grandissima passione.
Ho impiegato 44 anni per essere a Superga il 4 Maggio, 44 anni passati a tifare Toro a causa di un padre che mi raccontava di quando ascoltava le partite degli Invincibili alla radio, a causa di uno scudetto vinto e di un album di figurine ove i giocatori del Toro lo sfoggiavano sul petto, io bambino felice di amare quei colori perfino vincenti.
Il caso ha voluto che avessi un rientro in Italia proprio in quel periodo, pochi giorni prima della commemorazione, il caso ha voluto che la mia compagna non avesse nulla in contrario a passare due giorni con me nella mia città natale, quasi interamente dedicati al Toro (Superga, il Filadelfia non poco distante dal palazzo che vide i miei primi 2 anni di vita, il Toro Store di Piazza Castello, purtroppo no museo ma mi riprometto di andarci alla prima occasione) e solo in parte a mangiare bagna cauda (sì, la mangerei anche a Ferragosto e per fortuna anche a lei piace l’aglio).
Ho aspettato un bel po’ prima di condividere con voi Fratelli quello che ho vissuto in quel 4 Maggio, ho voluto far passare un po’ di acqua sotto i ponti per non scrivere solo sull’onda dell’emozione e passare per un terribile emotivo ma tuttora, il ricordo di quella giornata, la messa in Basilica e tutta quella gente in un Lunedì lavorativo, mi fanno rabbrividire.
Gli eventi di massa sono sempre psicologicamente coinvolgenti, la massa stessa ed il condividere le ragioni dell’essere in un certo posto, crea emozioni forti ma qui i fattori sono ben più numerosi, qui gente che non si conosce si stringe intorno ad un simbolo, ad una filosofia, ad una storia che porta tutti sullo stesso piano, che porta tutti a darsi del Fratello, non importa chi essi siano o cosa facciano.
Sono fiero ed orgoglioso di essere marchiato a fuoco col granata, non sarò un Ultras, non sarò uno sfegatato ma nel mio intimo quando sento parlare di Toro, mi emoziono sempre e credetemi, l’esperienza che ho vissuto questo 4 Maggio è e sarà una delle più intense della mia vita.
E’ quasi banale commuoversi davanti alla lapide, stringere i denti per non lasciarsi andare alle lacrime quando vedi altri Fratelli farlo, perdonatemi e non accusatemi di blasfemia ma il momento più intenso l’ho vissuto quando io, non praticante, mi son trovato, con la testa china e gli occhi chiusi a dare la mano a due sconosciuti al momento della preghiera, a sentire come le emozioni di persone mai viste nemmeno in faccia fluivano in me, avvertire i movimenti involontari dei muscoli di quelle mani che stringevano sempre di più le mie e poco dopo, al momento dello scambio del segno di pace, alzare gli occhi, incrociarli per la prima volta con quelli dei miei due vicini e scambiarsi un abbraccio carico di commozione e di Fratellanza, sicuri di non rivederci mai più ma altrettanto sicuri di avere una cosa preziosa in comune che nessuno ci toglierà.
Un abbraccio da Singapore, Forza Toro sempre
Jacopo