Un arrivo annunciato ai primi di giugno, ma ufficializzato al fotofinish, all’ultima giornata utile di settembre. Un avvio faticoso, a partire dal ritiro, dove un infortunio e l’apprendimento delle tattiche venturiane lo avevano messo in difficoltà rispetto al resto del gruppo. La paura di non farcela, poi l’esordio con il Verona e quel rigore procurato (poi fallito da El Kaddouri) che facevano ben sperare. Poi il gol spettacolare nel derby, il posto da titolare praticamente conquistato, con Darmian spostato a sinistra; la speranza, tradita, di entrare nella Lista Uefa per la fase finale dell’Europa League; l’altro gol con la Sampdoria, un altro ancora contro il Palermo. Le voci di mercato che si inseguono da gennaio, con una Roma particolarmente interessata al terzino brasiliano, le intenzioni del Toro di confermarlo.

 

Non si può certo dire che non sia stata un’annata poco intensa, per Bruno Peres, probabilmente l’acquisto meglio riuscito di Petrachi di quella tornata di giocatori presi dall’estero, sfruttando l’enorme plusvalenza derivata dalla cessione di Immobile. Era quello su cui, inizialmente, si credeva di meno. È quello che, invece, ha reso di più e si è meritato la conferma nel corso dell’anno, insieme con Martinez.

 

Resta memorabile il gol alla Juve, che ha rotto un digiuno, quello del gol ai bianconeri, preludio dell’altra grande svolta, la partita del ritorno con vittoria dei granata. Resta memorabile non solo per il gesto tecnico del tiro che ha infilato Storari, ma perché in quella cavalcata ci sono tutti i numeri migliori del giocatore brasiliano: la velocità, la capacità nel dribbling, e quell’incoscienza tattica che da un lato lo esalta, ma dall’altro porta anche a una riflessione su quali siano le principali pecche. Deve ancora, e ha tutto il tempo per poterlo fare, migliorare molto in fase difensiva, dove appare qualche volta troppo svagato per un calcio, quello italiano, in cui la retroguardia è semplicemente fondamentale.

 

I tifosi del Toro, ora, restano in attesa di capire quale sarà il suo futuro, perché non vorrebbero perderlo, dopo un solo anno. Lui, a Torino, si trova molto bene. E un anno come questo, qualunque siano le vie del mercato, non lo dimenticherà mai.

 

VOTO: 7,5

PRESENZE: 34

GOL FATTI: 3


Il pagellone 2014/2015: Salvatore Masiello

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