Duemilacinquecento anime. Sono gli abitanti dell’ex borgo di Verona chiamato Chievo, ora quartiere della città, che però ha mantenuto una propria identità peculiare. Nasce lì la “favola Chievo”, una squadra di appassionati calciofili che nel 1929 inizia a giocare per divertimento, non partecipando neanche ai campionato ufficiali. Ottantasei anni dopo i gialloblù (che inizialmente vestivano di bianco e celeste) si ritrovano alla 13esima stagione in Serie A, la settima consecutiva dopo lo scivolone e l’immediata risalita del 2007/’08. Il merito è in gran parte della famiglia Campedelli che con Luigi Campedelli prima e il figlio Luca ora ha fatto il grande salto tra i professionisti e ha acquistato stabilità societaria e sportiva.
Un contributo importante è arrivato anche da parte di alcuni ex granata: tralasciando i tanti giocatori passati dalla città della Mole al borgo famoso per le campane, ci sono almeno tre allenatori da ricordare. In principio fu Gianni Bui, attaccante del Toro negli anni ’70, e capace di portare i clivensi dalla C2 alla C1; poi fu la volta di Mario Beretta, granata per pochi giorni, ma cui i tifosi veneti devono la salvezza del 2004/’05, nonostante un esonero a tre giornate dal termine. Infine Eugenio Corini, per ben tre volte sulla panchina gialloblù: ad ottobre 2012 sostituisce Di Carlo e salva la squadra, ma non viene rinnovato; nel novembre dell’anno dopo viene però richiamato in gran fretta al posto di Sannuno e a fine stagione ottiene un altra salveza. Questa volta però è lui ad essere esonerato: fatale il 3-0 subito dalla Roma il 19 ottobre 2014, arriva Maran.
Curiosità: il recordman di presenza con la maglia del Chievo spetta proprio ad un ex granata. Sergio Pellissier, emigrato giovanissimo dal Piemonte, ha costruito la sua carriera con i clivensi, superando abbondantemente le 400 presenze (ora è a 419). Dietro di lui D’Anna (355), D’Angelo (333) e un altro giocatore con un passato al Torino, Salvatore Lanna (312). Pellissier è anche al secondo posto per record di reti: ne ha segnate 114, ma Bruno Vantini appare irraggiungibile a 159.