Una stagione deprimente da un lato; una stagione nuovamente esaltante dall’altro. Una situazione di classifica simile, ma che nasconde due verità davvero antitetiche. È questo il dipinto di Milan-Torino, la partita che potrebbe mantenere vive le speranze di una qualificazione europa per i granata; quella che potrebbe almeno parzialmente riappacificare l’ambiente rossonero, stufo dal brutto rendimento e dalle brutte gare a cui ha dovuto assistere in questo campionato, cominciato con altre ambizioni e con un passo decisamente diverso.

 

Anche in questo, Milan e Toro si dimostrano diametralmente opposte: una partenza ottima contro un avvio pessimo; un prosieguo mediocre contro uno, invece, da altissima classifica. Non è riuscito Inzaghi, a somme quasi del tutto tirate, a dare un’identità precisa alla sua squadra, che è intervenuta molto sul mercato (anche in inverno) ma senza riuscire a dare quel quid in più che avrebbe permesso ai rossoneri di tentare come minimo l’ingresso all’Europa League. E invece, con 50 gol segnati e ben 49 subìti (43 e 42 invece per il Toro) i rossoneri non sono per nulla riusciti a emergere in campionato, attirandosi le critiche di addetti ai lavori e tifosi, che hanno anche contestato di recente l’operato dirigenziale.

 

E in effetti, questo Milan, che segna tanto, ma subisce davvero troppe reti. Soltanto nelle ultime quattro gare, per esempio, Alex e compagni hanno inanellato ben tre sconfitte (l’unica vittoria è stata con la Roma) con ben 10 gol in passivo, compreso quello ininfluente contro i giallorossi. E anche in casa il rendimento è stato faticoso: 8 vittorie in 17 gare, con 5 pareggi e 5 sconfitte (7 successi, 7 pareggi e 4 sconfitte per i granata), mentre in trasferta, dove il Toro ha vinto 6 volte, il Milan ce l’ha fatta solo in tre casi, andando a perdere in 7 incontri (come Glik e compagni) e pareggiandone 8 (5, invece, i ragazzi di Ventura).

 

Un risultato che spesso non arriva e un nervosismo latente che molte volte emerge. Domenica, per esempio, saranno tre gli squalificati, di cui due, Menez e Suso, per espulsione diretta. Insomma, un’annata storta alla quale la dirigenza rossonera è tenuta a porre rimendio. Un’annata buona, invece, quella del Toro, che deve pian piano trovare questa continuità di rendimento per arrivare sempre più in alto.


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