Una delle stagioni più complicate in assoluto della gestione Berlusconi, capitanata da un allenatore emergente come Pippo Inzaghi, non poteva che andare a finire in questo modo. Il Milan resterà per un altro anno fuori dalle coppe europee, e i risultati deludenti porteranno, con ogni probabilità, ad un nuovo ribaltone, a partire dalla panchina per finire, forse, addirittura alla presidenza. Considerando che domenica quella contro il Toro sarà l’ultima partita del campionato dei rossoneri a San Siro, è facile prevedere una forte e dura contestazione da parte della tifoseria, che già nelle scorse giornate aveva manifestato tutto il proprio malcontento.Gli unici a salvarsi da questa stagione fallimentare sono Menez e Bonaventura, il primo arrivato a parametro zero, il secondo a fronte di un’offerta piuttosto corposa presentata all’Atalanta, bravi a tenere a galla, per quel che han potuto, la barca rossonera. Ma Inzaghi, nella sfida contro il Toro, non li avrà a disposizione perché squalificati, oltre all’oggetto misterioso Suso, espulso pure lui nella trasferta di Reggio Emilia. Il tecnico, quindi, già in confusione di suo visti i continui cambi di modulo e di uomini, dovrà per forza inventarsi qualcosa nel reparto offensivo, e non è assolutamente da escludere una maglia da titolare per il grande ex Alessio Cerci, che all’andata rimase comodamente seduto in panchina per tutti i 90 minuti. Già, l’andata, uno dei rimpianti più grandi della stagione, comunque più che positiva, del Toro, che subì un solo tiro in porta, su rigore, ma che riuscì a trovare il pareggio troppo tardi per provare l’assedio finale. Due punti persi che, un pochino, bruciano ancora, e che Ventura e i suoi ragazzi vorranno provare a prendersi nella sfida del Meazza.Tornando al Milan, anche Diego Lopez è uno dei protagonisti in positivo dell’anno, e con le sue parate ha più volte salvato una difesa apparsa troppo “ballerina”: Bonera, Paletta e Alex non hanno infatti offerto grandi prestazioni, oltre ad un Abate troppo altalenante e ad un De Sciglio espulso in due delle appena sedici apparizioni (una proprio contro il Toro all’Olimpico). In mezzo al campo si è fatta sentire l’assenza di Montolivo, l’unico dai piedi buoni in un centrocampo dotato più nel recuperare palloni piuttosto che gestirli, viste le caratteristiche dei vari De Jong, Van Ginkel, Muntari e Poli. Davanti, infine, Destro sembrava l’uomo giusto per risolvere i problemi, ma fino ad oggi il bottino di gol è molto magro: tre reti in quindici partite con la maglia.Sicuramente Inzaghi non è l’unico colpevole di questa stagione disastrosa, ma molte responsabilità le ha. Il Milan aveva una rosa adatta almeno a lottare fino alla fine del campionato per provare a centrare un posto in Europa. Magari non ci sarebbe comunque riuscito, ma la resa è stata data troppo presto, e in questo particolare “momento storico” della società Milan non c’è più tempo per aspettare un allenatore emergente e giovane come l’ex allenatore. Le strade di Berlusconi e Inzaghi stanno definitivamente per separarsi, è solo questione di (pochissimo) tempo.