di Francesco Bugnone – Inizia con un derby, un derby onorevole negli intenti (la raccolta fondi per gli alluvionati), ma di cui mi interessa poco perché è un derby amichevole e i derby amichevoli non li concepisco: se vinci non puoi godere più di tanto visto che non porta punti e se perdi ti girano ugualmente le balle. Ergo, ho tutto da perdere e in quell’ultimo scorcio di 2000 preferisco concentrarmi sul Toro di Camolese che ha appena vinto a Cagliari, infilando la seconda delle otto vittorie consecutive. Poi, però, telefono a Stefano.

Proprio mentre siamo in linea, Ste s’interrompe un secondo e poi urla “Goool” seguito da un’altra parola irripetibile. Colombo ha appena segnato per il Toro e allora chi se ne frega, derby amichevole o meno accendo Radio Veronica One che trasmette la partita, in tempo per sentire il rigore inventato con cui Fonseca segna l’1-1. Mi verrebbe voglia di spegnere, ma, nell’intervallo, viene messo in palio un biglietto gratuito per Toro-Empoli della domenica successiva. La domanda è semplice: avversario e risultato della partita in cui abbiamo vinto l’ultimo scudetto. E’ il mio ultimo anno senz’abbonamento e mi fiondo sul telefono. Prendo la linea. So che Stefano sta facendo lo stesso, ne sono sicuro. E se non lo fa, ascolta. E allorasboroneggio. Scandisco bene il mio nome, alla domanda “tifoso granata?” replico “tifosissimo granata”, poi dico avversario, risultato e marcatori. Vinco, lascio i dati e telefono a Stefano ghignante “Ma allora eri proprio tu!” E giù altri improperi. Replicheremo la scena un paio di anni dopo, quando vincerò il biglietto per il concerto dei Metallica all’Heineken grazie alla gloriosa Rock Fm (e, anche lì, sapendo che Ste ci stava provando quanto me, dissi addirittura “Francesco di Grugliasco” per farmi riconoscere meglio, e poi indovinai la cover di Overkill dei Motorhead rifatta dai ‘Tallica. Gli insulti di Ste mi arrivarono in tempo reale via sms). Poi non ho vinto più biglietti, ma direi che è andata già bene così.

Per la cronaca, il derby finirà 2-2. E’ tutto, giustamente, apparecchiato per il pareggio alla volemose bene, ma Schwoch, evidentemente non informato, segna di testa il 2-1 a 3’ dalla fine. La Juventus inizia a bivaccare nella nostra area e il recupero diventa un mini supplementare, perché Nista non capisce la situazione e inizia a parare di tutto. Poi anche il portierone comprende e Zanchi segna a tempo abbondantemente scaduto, evitando il rischio che la partita diventi la più lunga di sempre. Ma che me frega, tanto ho il biglietto per Toro-Empoli. Grazie, derby.

Dopo le due vittorie, la squadra di Camolese sembra in salute e pronta a realizzare una rimonta epica dopo il difficile avvio di campionato, parte del quale con Simoni alla guida. La Maratona, però, ci va ancora coi piedi di piombo. Solo uno striscione in curva: “Meritateci”. E’ uno striscione più di prammatica che altro, perché tutti sentiamo che qualcosa è cambiato, è uno striscione che non si vede quasi l’ora di togliere, talmente è la voglia di fare tifo (e, dal sabato successivo contro il Pescara, la curva sarà nuovamente vestita a festa). Dietro lo striscione cantano tutti e cantano tanto. Il Toro, contro i toscani allenatidal mai amato Silvio Baldini, sono giovani e corrono, ma giochiamo meglio. La Stampa parlerà di miglior Toro della stagione, Camola e i suoi saranno capaci di fare ancora meglio durante l’anno.

Ordinati e decisi, segniamo una delle reti più belle, per coralità, che abbia visto allo stadio: Castellini triangola con Maspero sulla sinistra e centra per Schwoch che realizza al volo. Una di quelle giocate che fanno sembrare il calcio qualcosa di semplice, che ti fanno chiedere “ma ci voleva tanto?”, che ti fanno alzare le braccia quasi meccanicamente, come un logico riflesso di un’azione simile.

Il Toro continua a fare gioco, ma non raddoppia e, negli ultimi 10’, subentra un po’ di braccino, visto che le scorie di un inizio di campionato da incubo non si lavano tutte in un colpo solo. E’ in quel momento che la Maratona diventa qualcosa di stupendo, inventandosi una sorta di sofferenza sorridente. Ogni volta che l’Empoli ha palla e va in forcing sono bordate di fischi, appena la riprendiamo si canta “forza Toro” sulle note di “Brazil la la la”, quando la riperdiamo si sente un “noooo” e poi si riparte coi fischi, fino a quando la riconquistiamo e così via. Un grande momento di tifo, che è riuscito a farmi passare bene una porzione di partita che, generalmente, affronto appellandomi ai santi, toccando ferro, e dominando uno stomaco che si contorce. E se non avessi vinto il biglietto, probabilmente me lo sei perso. Allora, anche per questo, lo ridico: grazie derby.

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Francesco Bugnone, classe 1979. Ha fatto l’educatore e adesso, se volesse tirarsela, direbbe che“lavora nel settore delle comunicazioni”. Molto più prosaicamente e umilmente, fa il formatore e il team leader nel call center di una compagnia telefonica (no, non sono loro quelli che telefonano a ogni ora, loro ricevono le chiamate!). Nonostante qualche abitudine un po’ “nerd” (per esempio, le valanghe di fumetti che divora o ascoltare i Carcass), è sposato e prima o poi arriverà anche un (o una) erede. Chissà se sarà granata, chissà se potrà vedere il Fila.

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