Anno dopo anno, le persone che hanno avuto la fortuna di vedere da vicino il Grande Torino sono sempre meno, eppure ogni 4 maggio Superga si colora sempre di granata. Anche ieri, a 66 anni dalla tragedia, oltre tremila tifosi si sono recati al colle per rendere omaggio alla squadra più forte di ogni tempo. Tutti con gli occhi lucidi, dai più anziani ai più giovani, nessuno può rimanere indifferente alla commemorazione degli Invincibili. Lo stesso capitano, Kamil Glik, come già avvenuto lo scorso anno, ha letto i nomi della lapide con grandissima emozione, lasciando trasparire tutta la sua commozione. Don Aldo ha ribadito più volte la sacralità di questo giorno, che deve sempre e comunque rimanere di preghiera e di ricordo. Ma, durante l’omelia, si è fatto scappare qualche commento sulla stagione attuale della squadra, ripetendo quella frase molto cara a Ventura. “Presidente, se alzassimo l’asticella…” è stato il pensiero di Don Aldo, ed è un po’ quello che si aspettano tutti i tifosi granata. 
 
Fino a questo punto, quindi, il 4 maggio si è svolto come tutti gli anni, tra lacrime ed emozioni fortissime. Eppure, ieri c’è stato un fuoriprogramma, subito dopo la lettura dei nomi degli Invincibili da parte di Glik. Cairo ha deciso di prendere la parola e, in modo chiaro e conciso, ha dichiarato, proprio davanti alla lapide: “In queste ultime cinque gare dobbiamo tornare a riprenderci l’Europa. Dobbiamo farcela”. Una frase che ha tanto il sapore di una promessa ai tifosi, ma soprattutto al Grande Torino. Una frase che responsabilizza ancora di piĂą Ventura e i suoi ragazzi, che hanno ancora a disposizione cinque partite per centrare un piazzamento in Europa League.
Lo scorso anno, i granata salirono a Superga di ritorno da Verona, sponda Chievo, una trasferta vittoriosa che lanciò la squadra in orbita Europa. Le due partite successive, contro Parma e Fiorentina, portarono soltanto due punti, tanta sfortuna e un settimo posto che, qualche settimana dopo, sarebbe comunque bastato per la qualificazione. In questa stagione, le sfide che mancano al termine del campionato sono addirittura cinque: un’eternità, se si pensa a quanto è corta la classifica. 
 
Don Aldo, il presidente Cairo e gli oltre tremila tifosi hanno dato la carica a Ventura e alla squadra per provare a centrare l’impresa. L’atmosfera magica e surreale di Superga e del 4 maggio non possono aver lasciato indifferenti i giocatori, che proprio da Superga e dal 4 maggio potrebbero aver trovato quelle energie che pian piano, dopo una stagione lunga e faticosa, stanno venendo meno. In più, avranno al loro fianco Mazzola e tutti gli Invincibili pronti a trascinarli, perché “il Grande Torino non è morto, è soltanto in trasferta”. L’Europa è vicina, ma bisogna conquistarla e meritarla: questo Toro ha addosso gli occhi di tutti, anche di chi è diventato immortale 66 anni fa. Ma ha anche le capacità e le qualità per non deludere le aspettative.

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