L’addio all’Europa si era consumato lunedì sera, quando la matematica sembrava l’ultima cosa di cui tenere conto. Toro ancora in gioco secondo i numeri, oggi come allora: ma le due sconfitte consecutive, i treni persi, le occasioni sprecate e quel 5-1 in casa del Genoa – chissà che male farà ripiombare sulla Terra se la storia del Parma dovesse ripetersi anche per il Grifone – non potevano lasciare spazio alla speranza. Non a Marassi, non lunedì notte.
E oggi? La rassegnazione degli ultimi giorni e la ricerca di nuovi stimoli ha allentato pressione ed aspettative. Poi ecco i risultati di Inter e Sampdoria ad alimentare quel sogno chiamato Europa destinato – forse – a rimanere chiuso in un cassetto. La vittoria di ieri sul Chievo fa crescere, se possibile, i rimpianti e non condanna ancora definitivamente i granata. Si parla di qualificazione con meno slancio rispetto ad una settimana fa, quasi con la paura di tornare ad illudersi, con la consapevolezza che stavolta serviranno non solo due vittorie, ma anche una serie di risultati (miracolosamente) favorevoli. Tanti, troppi. Insomma, nemmeno il tempo di mettersi d’accordo sull’episodio al quale attribuire il mancato aggancio al sesto posto (il gol annullato al Barbera, il tonfo con l’Empoli, i punti lasciati a Reggio Emilia o lo “spareggio” contro il Genoa finito male) che una nuova speranza agita di nuovo il sonno.
Ora, però, non è più tempo di proclami. I sei punti in palio nei prossimi due match sono ampiamente alla portata di un Toro che sembrava aver finito la benzina ma che ieri ha mostrato di averne ancora, di carburante. Non ci sarà bisogno di particolari stimoli a San Siro e non sarà certamente la possibilità di giocarsi ancora l’Europa a cambiare le cose. Nel frattempo la squadra si gode la prima doppietta in campionato (dopo quella al Bilbao) di Maxi Lopez, riesce a chiudere senza subire gol – e non accadeva dalla trasferta di Parma, 2-0 anche in quel caso – e ritrova un Darmian con più smalto delle precedenti uscite. E se i protagonisti in campo confermano che solo quando la matematica lo dirà si arrenderanno (“Crediamo all’Europa”, “Nel calcio tutto è possibile”), il presidente Cairo va oltre e tocca l’argomento mercato con disinvoltura. Messaggi chiarissimi: i gioielli granata saranno in vetrina ancora per due giornate, poi per potersi sedere al tavolo delle trattative bisognerà avere denaro, presentare l’offerta giusta e farlo in fretta. Entro giugno o mai più. Chi non vuol pensare all’Europa non avrà certamente il tempo di annoiarsi.