Esclusiva / L’ex Torino Antenucci parla dell’amico Bonifazi, che difese lo scorso anno: “Ha grande personalità e doti uniche. Io in A con la Spal? Una rivincita”
L’amico che non ti aspetti. E, curiosità, con un incrocio al Torino tutt’altro che scontato. Mirco Antenucci ha lasciato un ottimo ricordo in granata: una promozione conquistata con Ventura, ottime gare. Poi, la delusione del mancato riscatto alle buste con il Catania, e altre esperienze. Fino a quella a Ferrara, dell’anno scorso, con la Spal. Dove giocava anche Kevin Bonifazi. Il difensore del Torino nel giorno della sua presentazione ha proprio voluto parlare di Antenucci, e di quanto sia stata importante la sua amicizia nello scorso campionato. In eslcusiva per Toro.it, l’ex attaccante granata racconta del suo rapporto con il difensore. Ma anche dei suoi sogni, e del suo passato.
Antenucci, finalmente in Serie A. Con il Catania l’ha solo accarezzata, con il Torino proprio sfiorata. A 33 anni, ora, la giocherà con la Spal: è una seconda giovinezza?
Lo ammetto, non mi aspettavo di tornare in Serie A. L’anno scorso abbiamo disputato un’annata incredibile, e siamo giustamente riusciti a passare. Per me è una rivincita: con il Toro c’era stato quel brutto episodio delle buste e non sono riuscito a rimanere; prima, con il Catania, ero andato via perché non mi trovavo bene. Ora ho questa possibilità e me la voglio giocare fino in fondo.
Quest’anno, poi, ci sarà un altro ex granata: Alfred Gomis. Se lo ricordava?
È cambiato moltissimo, Alfred! È migliorato molto, ci potrà dare di sicuro una grossa mano, specialmente all’inizio, vista l’assenza di Meret.

L’anno scorso, invece, c’era Bonifazi. Ha saputo cosa ha detto di lei? Come mai aveva deciso di esporsi così tanto a suo favore, lo scorso anno?
Perché parlava il campo per lui. L’avevo visto, aveva delle doti tecniche e fisiche superiori a tutti noi che facevamo la B. E non importava il fatto che a ottobre e novembre avesse fatto sempre tribuna, mi sembrava un giocatore forte. E l’ha dimostrato.
Eravate legati da un rapporto molto forte? Qual è il suo pregio migliore?
Sì, eravamo e siamo molto amici. Abbiamo passato tanto tempo insieme, nonostante lui sia più piccolo di me. È un ragazzo molto maturo, lo si capisce chiacchierando di calcio e non solo. Un pregio particolare? La personalità. Che non è troppa, anzi è solo un pregio. Piacciono ancora di più i caratteri così forti, perché si dimostra di avere una maturità superiore alla media. Se ha questa testa, arriva prima ad alti livelli.
In cosa, invece, deve migliorare?
In esperienza, solo in quello. Ha chiaramente bisogno di giocare in Serie A, ma a livello tecnico e tattico è bravo. Per questo non mi stupisco del fatto che lo Zenit lo abbia cercato: il mercato di adesso è davvero apertissimo a ogni prospettiva. Basta che un allenatore, come Mancini in questo caso, si innamori di un giocatore e allora la trattativa può partire. Secondo me però ha fatto bene a restare, per crescere. Di Torino abbiamo parlato qualche volta: io conservo un ottimo ricordo di quella città.
E la squadra? Adesso è cambiato tutto.
Decisamente, è un Toro completamente diverso rispetto a quello in cui ho giocato io. Ora si punta a grandi obiettivi. Mihajlovic potrà farcela? Sicuramente questo è un Toro che lotta per certi traguardi, perché ha molta qualità. Il Torino di adesso è molto più forte di quello di qualche anno fa, non so se l’Europa sia alla portata, ma sicuramente le carte per potersela giocare ci sono.
E adesso tornerà al “Grande Torino”. Che accoglienza si aspetta?
Non lo so, non ci ho ancora pensato. Spero però sia bella, anche perché io di Torino ho conservato un ricordo davvero splendido. Ho dato tanto e ricevuto tanto: ma ora, chiaramente, sono un giocatore della Spal e i tifosi pensano alla loro squadra. Ma questo non cancella il passato. Non lo farà mai.
Antenucci all’epoca era un buon giocatore di serie B, in serie A non ha fatto nulla. E il motivo c’è. Di lui ricordo la testa sempre bassa sul pallone e quella non è una caratteristica da grande giocatore. Grande stagione con Ventura, si sacrificò molto per la causa. Ma non… Leggi il resto »
Per me invece sì. Se in Serie A hanno giocato o giocano attaccanti del calibro di Mbakogu, Perica, Samuele Longo, Mancosu, l’Acquafresca degli ultimi anni, Amauri a fine carriera, LARRONDO, Budimir, Simy, Trotta e potrei andare avanti per ore … beh, poteva starci egregiamente il buon Mirco Antenucci. E pure… Leggi il resto »
Non credo avrebbe fatto peggio di Sansone/Sgrigna.
Antenucci,sei un buon giocatore che ti meritavi un trattamento migliore,la tua vicenda mi ricorda quella di Nicola,scaricato indegnamente dalla stessa proprietà,per Davide i motivi non li so,per Mirko purtroppo si sa,è stato sacrificato in nome degli affetti,lui non era il genero in pectore di Ventura,come l’altro attaccante che è rimasto…
Mamma mia che gol pazzesco…..non l’avevo mai visto