Esclusiva / Giancarlo Camolese fa il punto sul momento del Torino: dai risultati, a Mazzarri, al caso Nkoulou. E dà una ricetta per rialzarsi
“Intervista? Su cosa?”, fa lui. “Parliamo di Toro”. E subito il nostro interlocutore si scioglie. Giancarlo Camolese ha vissuto tante vite – studente, calciatore, allenatore, opinionista – ma tante di queste hanno avuto il Torino come compagno di viaggio. Nel bene e nel male. Allora spunta il sorriso, che al telefono – cieco – ha avuto invero il suono di un riso composto e genuino; la chiacchierata può cominciare. Si parte dal campo. Sempre lui, che è “un uomo di calcio” (tanto per rubargli fin da ora le parole), era lunedì a Vinovo a osservare dalla tribuna la Primavera di Sesia.
Non di solo calcio vive l’essere umano. O forse sì?
Io vivo di calcio. Per me è sempre un modo per rimanere aggiornato e conoscere i giocatori, perché le realtà cambiano molto velocemente. Quella era una bella partita (Torino-Roma, ndr). Il Toro di Sesia è una squadra esperta, e questo nelle partite dei giovani fa la differenza. Avevano molti fuoriquota, ha vinto facendo una prova di carattere e dimostrando una buona organizzazione. Può essere una squadra che cresce.
Dai piccoli ai grandi. Il Torino di Mazzarri?
Vado al di là degli ultimi due risultati. Io ne ho sempre tessuto le lodi, il gruppo mi sembra molto coeso. Diciamo che nelle ultime due partite ho visto una squadra diversa, che ha concesso di più agli avversari. Mentre nella scorsa stagione questo non capitava. Lo staff e l’allenatore dovranno correggere questo difetto.
Camolese sul Torino fuori dall’Europa e su Mazzarri
La botta per l’eliminazione dell’Europa è arrivata con ritmi da jet-lag ma è arrivata, secondo lei?
Io ho vissuto ai miei tempi l’Intertoto, che non era altro che i preliminari di Europa League. Vuol dire iniziare prima la preparazione, andare in ritiro mentre gli altri sono ancora al mare… e qualcosa paghi. Tutte le squadre che hanno fatto queste competizioni qualcosa hanno lasciato. In realtà non c’è una vera e propria ragione, di solito si è sempre molto attenti, però se si vanno a guardare i calendari dei club che vi hanno partecipato si noteranno dei momenti di calo. Come se, dopo essere entrati subito in ritmo partita, ci fosse bisogno di rifiatare un attimo. Lo stesso Wolverhampton è penultimo in Premier League, pur avendo un valore decisamente superiore.
In una bella intervista concessa a Gianni Mura, nel 2002, lei si definì, parlando di tattica, un ‘nientista’…
Posso dirti che molti son venuti dalla mia parte. In quel periodo tutti facevano il 4-4-2, mentre io facevo la difesa a tre. Ho sempre detto che era solo un’opportunità, strettamente dipendente dai giocatori a mia disposizione.
E Mazzarri secondo lei che -ista è?
Bisogna chiederlo a lui (ride, ndr). È un allenatore molto esperto, sa benissimo che contano più le qualità dei giocatori rispetto ai moduli o alle etichette.
“Toro, concedi troppo. Ma serve solo una rispolverata”
Il Toro di Walter, in questa Serie A più aperta e sfacciata, come lo vede?
C’è un numero che avvalora quello che le ho detto prima: i granata hanno concesso molti tiri agli avversari. E questo va contro a quello che abbiamo visto nella seconda parte della scorsa stagione.
C’entra in qualche modo l’assenza di Nkoulou?
Credo che queste situazioni vadano lette a prescindere dalla presenza o meno di un singolo. Se la squadra concede di più, vuol dire che in tanti devono fare meglio.
Sul suo caso che idea si è fatto?
Penso che quando un giocatore fa parte di una società, gli può capitare di discutere con l’allenatore o con la dirigenza, ma poi la cosa finisce lì. Nkoulou è un patrimonio economico e tecnico del Torino, quando Mazzarri lo riterrà opportuno lo farà giocare. Per quello che abbiamo visto, lui è stato il migliore della difesa. Spero che torni a quei livelli.
Ricetta per far ripartire il Torino contro il Milan?
Compattarsi. Ma non solo dietro. Ci si può compattare anche correndo in avanti, ma l’importante è farlo insieme. Compattarsi è sempre una grande qualità delle squadre che sanno giocare insieme, come il Toro ha dimostrato per larghi tratti della passata stagione. Diciamo allora che c’è da dare solo una rispolverata.
Zaza-Belotti, con i dubbi di Mazzarri. E ora anche Verdi. Che attacco per questo Toro?
Forse una volta c’era la squadra titolare, gli inamovibili. Adesso gli allenatori devono trovare più soluzioni. Zaza e Belotti insieme è un’opportunità, ma può esserlo anche il solo Belotti con due trequartisti oppure due attaccanti con un trequartista. Gli allenatori cercano più soluzioni, anche perché tutti ti studiano: devi avere la possibilità di cambiare, anche nel corso della stessa partita.
Nessuna tragedia. Il non gioco è sempre quello. Non vengono i punti? Sarà colpa del Var.
in effetti, prestazione scarsa a parte, un punto con ilLecce ce lo ha tolto l’arbitro. bravo!
Caro Giancarlo hai lasciato un buon ricordo a noi del TORO, meritavi di più perché hai dato tanto, in bocca al lupo.
La sconfitta con il Lecce – gara gestita malissimo – è stata così pesante che ci ha portato a perdere a Genova, quando in trasferta ultimamente non perdevamo mai. Lo scorso anno da Genova e campi simili siamo sempre tornati con uno o tre punti. Per me N’Koulou non risolve.… Leggi il resto »