Esclusiva / L’ex portiere granata: “Il Toro ha bisogno di un portiere di esperienza. Se scegli un emergente devi permettergli di sbagliare”

Castellini, lei è stato un grande portiere del Toro: che idea si è fatto di Hart?
Onestamente non mi piace commentare da esterno, non lo trovo giusto. Sicuramente è arrivato come un campione però ha anche fatto i suoi errori, esattamente come capitato a Padelli ma a lui sono stati perdonati. Hart è abituato all’Inghilterra dove le partite magai si vincono per 5-1 e un errore non pesa molto. Qui invece non è così. È sicuramente un buon portiere ma non so, onestamente, se ha soddisfatto le aspettative. Questo sarà poi la società a dirlo: io, come ho detto, non voglio giudicare.

L’ingaggio elevato di Hart rende difficile per il Toro trattenerlo e a gennaio la società ha preso il giovane Milinkovic-Savic.
Anche in questo caso non posso dire molto: le scelte ovviamente le farà la società e non conosco bene il giocatore per poterlo valutare. Bisogna però vedere, come dicevo, che intenzioni ha la società. Secondo me il Toro ha bisogno di un portiere affidabile, di esperienza. Se invece si punta su un profilo emergente bisogna però poi concedergli di sbagliare e perdonarlo. Bisogna capire se società e tifosi sono disposti a farlo. Onestamente, però, credo che il Toro abbia un buon Presidente e un buon direttore sportivo e non penso servano i miei consigli.

Restando ancora in tema portieri, Cucchietti si è reso protagonista di una grande partita al Viareggio.
Sì, parare 4 rigori è sicuramente buono e soprattutto può essere utile per il suo prosieguo. Nel calcio di oggi, si sa, oggi ti può andare bene domani ti può andare male, quello che conta è il percorso che farà: un portiere non deve solo parare i rigori, ovviamente.

Da preparatore dei portieri dell’Inter e anche della Nazionale Under 21, ci sono in Italia dei giovani portieri particolarmente interessanti?
Assolutamente. Ce ne sono molti e io ne ho allenati tanti con la Nazionale. Come dicevo prima, però, proprio perché sono giovani bisogna accettare che possano sbagliare. Poi di nomi se ne possono fare tanti: Sirigu, Consigli, Cragno: io li ho allenati tutti e sono tutti degli ottimi portieri. Giocare al Toro, vestire la maglia granata, però, non è mai facile ci vuole carattere.

Allargando il discorso, che impressione le sta facendo il Toro di Mihajlovic?
Conosco molto bene e stimo molto Mihajlovic, ha grande capacità, ama lottare e vuole vincere sempre, ha dato carattere alla squadra. Poi certo, bisogna assolutamente migliorare fuori casa mentre in casa stanno facendo bene visto che hanno perso solo contro la Juventus.

L’obiettivo europeo non è stato centrato: occasione sprecata o si sono gettate delle buone basi per la prossima stagione?
Credo che si siano buttate delle buone basi: poi bisogna valutare le situazioni ovviamente. Mihajlovic ha bisogno di giocatori che si adattino al suo modo di giocare e di interpretare la partita. Quello che è importante è che si può anche perdere ma non bisogna mai smettere di lottare. Anche noi perdevamo a volte ma non mollavamo mai.

Uno degli uomini più importanti di questo Toro è indubbiamente Belotti e la clausola di mercato lo dimostra: cosa pensa dell’attaccante granata?
Belotti è un giocatore che si impegna sempre, che ha carattere e anche delle ottime qualità. Il carattere, ovviamente, non basta: se non avesse le qualità non farebbe di certo quello che fa in campo. Non penso onestamente che la clausola di mercato possa essere un peso per lui.

Lei cosa consiglierebbe a Belotti a proposito del mercato?
Io sono un romantico, gli direi di restare. Capisco che oggi un giocatore come lui, sulla cresta dell’onda, possa essere attratto da certe offerte, da più soldi. D’altronde la carriera di un giocatore è corta. Io però ragiono da vecchio giocatore e gli direi di restare al Toro.