All’alba della nuova stagione ecco il borsino dei giocatori che hanno vestito la maglia del Toro nell’ultima annata

Dopo due anni al di sotto delle proprie potenzialità, sul filo del rasoio e con l’incubo retrocessione molto concreto, questo è stato quello della risalita tanto auspicata, desiderata e persino data per scontata con l’avvento del nuovo allenatore Ivan Juric, arrivato con le credenziali giuste – dopo due positive stagioni al Verona – di uomo di polso in grado di scuotere un ambiente depresso, persino impaurito. Ed alla fine tutto è andato come “doveva”: il Torino ha cambiato marcia disputando un campionato in linea con quelle che sono le aspettative e gli standard societari, ha così agguantato il decimo posto nonostante qualche passo falso inatteso ed un po’ di alti e bassi ma soprattutto ha ritrovato un’identità di gioco definita ed un’anima di squadra; ma c’è stata anche la valorizzazione di diversi giocatori della rosa, alcuni dei quali si sono messi in evidenza con prestazioni e costanza di rendimento di assoluto livello: è il caso di Bremer (già ceduto dove non ci si augurava realizzando una plusvalenza di circa 39 milioni di euro) che è risultato il miglior difensore della serie A e quello di Lukic che ha fatto registrare una crescita importante risultando il perno del centrocampo sul quale disegnare il resto della squadra. Vanno segnalate anche le belle sorprese Vojvoda nella sua nuova vita a sinistra e i giovani difensori Buongiorno e Zima, il redivivo Rodriguez e l’ottimo Pobega che però è rientrato al Milan dal prestito secco.

Per gli altri è stata una stagione dignitosa nella maggior parte dei casi ma alcuni pezzi pregiati (da Belotti a Praet a Pjaca e Mandragora ma anche Singo ed Ansaldi) sono stati fermati spesso da infortuni che ne hanno pregiudicato impiego e rendimento. Poche le bocciature ma nonostante una straordinaria crescita dal punto di vista difensivo (altro punto cardine della filosofia del tecnico croato con il quale si è passati dalle 69 alle 41 reti incassate e ad aver subito meno tiri nello specchio dell’intera serie A), resta il nodo – portiere con Milinkovic–Savic che dopo un avvio discreto si è perso tra un’incertezza e l’altra e con Berisha il quale, pur facendo un po’ meglio, non ha fornito le garanzie richieste. L’individuazione di un profilo all’altezza è uno degli aspetti sui quali lavorare insieme a quello relativo alla sostituzione di Bremer e dei vari Pjaca, Mandragora, Ansaldi, Brekalo, Pobega. Un capitolo a parte riguarda il Capitano Belotti che per spessore, carisma, generosità ed identificazione con un popolo resterà insostituibile a prescindere. 

Dal punto di vista tecnico occorrerà lavorare sull’imprevedibilità e sulla qualità che dovrebbe essere apportata in particolar modo dagli esterni del 4-3-3 dal quale Juric non si discosta e magari su soluzioni alternative che permettano ai granata, divenuti molto più abili nell’aggressione alta e nel recupero, di soffrire meno contro squadre troppo chiuse che riescono a prendere le contromisure al gioco dell’allenatore di Spalato. Da quello mentale, invece, si è più volte sottolineato come nel corso della stagione il Torino abbia preso gol e perso troppi punti nei minuti finali addebitandolo allo spreco di energie soprattutto mentali a cui i giocatori erano sottoposti o a alla sindrome da braccino corto che assolutamente andrebbe debellata per poter ambire a traguardi migliori che tuttavia, ad oggi, sembrano messi in oggettiva discussione da un mercato lento ed inadeguato che vede vistosamente indebolita la rosa. 

Insomma, quanto costruito in questo campionato, chiuso con ben 13 punti in più rispetto al precedente, costituisce un buon viatico ma non bisogna continuare a dare per scontata la risalita, perché quest’anno il lavoro di Juric ha dato i propri frutti ma non è detto che ci si possa confermare pur perdendo sette-otto pedine importanti tra cui Bremer e Belotti che rappresentavano due terzi della spina dorsale della squadra. 

Stagione 2021/2022: chi sale

LUKIC    annata top, da consacrazione definitiva. Nonostante la sua ancora giovane età ha disputato una stagione da veterano risultando il giocatore più impiegato ed il perno su cui è ruotato il centrocampo del tecnico croato e ciò la dice lunga sulla considerazione goduta dal serbo, autore di una stagione strepitosa. Ha avuto in mano (anzi tra i piedi) le chiavi del centrocampo ed ha disputato 35 partite impreziosite da 5 gol e 4 assist oltre che da innumerevoli giocate di qualità e di quantità (se proprio si deve trovare una pecca questa risiede nell’eccessiva irruenza che gli è costata 11 ammonizioni complessive). La maglia numero 10 non gli è pesata affatto, anzi lo ha responsabilizzato maggiormente ed ora si candida ad ereditare anche la fascia di capitano da Belotti.

BREMER   era arrivato a Torino nel 2018 dall’Atletico Mineiro da diamante grezzo ed è andato via da brillante, lavorato dagli allenatori che si sono succeduti in questi anni al Torino e in particolare da Juric che lo ha aiutato a diventare – numeri alla mano – il miglior difensore della serie A: incredibili le cifre che lo fanno primeggiare per numero di intercetti, palloni recuperati e duelli aerei vinti e che ne attestano l’efficienza fisica, tecnica e nel pressing il che ha consentito al tecnico croato di poter far giocare la squadra come desiderava. Proprio per questo quello della sua successione sarà il problema dei problemi.

RODRIGUEZ    stagione brillante e con pochissime sbavature quella dello svizzero reduce da una stagione ed un Europeo così e così. Probabilmente giocare nello stesso ruolo di centrale di sinistra e con lo stesso modulo praticamente per tutta la stagione ha giovato alla sua costanza di rendimento che lo ha reso uno dei cardini della difesa di Juric. Sempre diligente ed attento dietro, con ottima capacità di leggere le situazioni e di effettuare diagonali e chiusure tempestive pur non essendo velocissimo, ha saputo anche dare un buon contributo in zona offensiva pur senza andare in gol nonostante un sinistro molto educato che ne fa uno degli specialisti sui calci piazzati.

POBEGA   il grande rimpianto per averlo avuto solo per un anno in prestito secco. Il giovane friulano di proprietà del Milan si era già messo in luce nel Pordenone e nello Spezia e in questa stagione con i granata ha avuto la possibilità di fare un ulteriore step prima di quella consacrazione definitiva che potrebbe avvenire in maglia rossonera. Intanto alla corte di Juric ha dato senz’altro prova di maturità venendo molto apprezzato dai tifosi granata per la sua aggressività e le sue doti di inserimento e di verticalizzazione che fanno di lui un centrocampista completo. Con 33 presenze è stato uno dei giocatori più impiegati e con 3 assist e 4 gol uno dei più redditizi, sarà difficile sostituirlo.

BUONGIORNO    nell’ultima stagione, nella quale ha collezionato 23 presenze in campionato, da “scommessa” è diventato “certezza”, magari non ancora definitivamente matura ma sufficiente a fruttargli anche una convocazione allo stage della Nazionale azzurra. L’ex Primavera ha conteso a lungo il posto nella posizione di braccetto sinistro in difesa a Rodriguez esprimendosi bene alla pari del suo collega. Ed anche lui è stato molto utile con i suoi movimenti a creare superiorità in zona offensiva. È stato provato anche da centrale al posto di Bremer, una soluzione che in emergenza potrebbe essere riproposta anche perché il ragazzo può ancora migliorare e affinare le sue qualità.

VOJVODA   tra le note più liete della stagione. Partito un po’ in sordina dopo qualche dubbio lasciato nella stagione precedente e non propriamente in cima alle gerarchie di Juric, dopo molte panchine è stato rianimato proprio da un’intuizione del tecnico croato il quale – complici anche i problemi fisici di Ansaldi e la coppa d’Africa giocata da Ola Aina – lo ha reinventato esterno sinistro con ottimi risultati. Giocando “a piede invertito”, il kosovaro ha fornito prestazioni convincenti sia dietro che con assist e cross invitanti in avanti (3 quelli vincenti) e si può dire che gli sia mancato solo il gol per coronare una buonissima stagione.

ZIMA    giunto come giovane di belle speranze, ad appena 21 anni il difensore ceco ha potuto godere di un anno di apprendistato nel quale ha avuto modo di lavorare con Juric ed imparare i movimenti richiesti anche osservando i più esperti compagni. È stato chiamato in causa 20 volte in stagione dimostrando duttilità e ricoprendo tutte le posizioni difensive; nel finale è stato impiegato anche nel ruolo di centrale al posto di Bremer con alterni risultati, potrebbe essere azzardato affidarsi a lui per quel ruolo per il nuovo campionato ma non è detto che non possa essere la soluzione, la prima stagione è stata comunque incoraggiante.

Stagione 2021/2022: stabili

BELOTTI   la crisi del settimo anno è stata fatale anche per il Torino ed il suo Capitano che chiude, dopo una stagione di tira e molla sia per quanto riguarda il campo e gli infortuni che per le questioni relative al rinnovo contrattuale, la propria esperienza granata centrando quota 100 gol in 232 presenze in campionato e lasciando un segno indelebile nella Storia granata. Attaccante generoso, autentico leader e trascinatore, ha incarnato al meglio lo spirito granata ed anche nell’ultima sfortunata stagione, pur con tre infortuni sul groppone, è stato il miglior realizzatore della squadra ed un esempio per i compagni. Lascia da idolo indiscusso un vuoto anche e soprattutto per tanti bambini che grazie a lui si sono innamorati del Toro. Nell’ultimo anno ha regalato ai tifosi anche il gol del pareggio nel derby di ritorno e la soddisfazione di avere in squadra un giocatore laureatosi campione d’Europa con la Nazionale azzurra. Proprio l’esperienza internazionale con la quale vuole cimentarsi e che il Torino non può garantirgli è alla base del sofferto divorzio.

PRAET  pedina imprescindibile nei piani di Juric, nonostante gli infortuni che ne hanno a lungo pregiudicato l’impiego stagionale (per lui 24 presenze complessive), per le sue capacità di raccordare centrocampo e attacco e le sue giocate di qualità che ne fanno l’uomo in grado di dettare la verticalizzazione o l’ultimo passaggio: basterebbe rivedere le sue giocate più frequenti che in alcuni casi (come contro Genoa e Atalanta) hanno portato a gol Brekalo e Sanabria. E inoltre basterebbe dare uno sguardo ai numeri, che non possono essere casuali: con lui in campo la media punti dei granata è stata di 1,81 punti mentre senza è scesa ad un magrissimo 0,66 a gara. Nonostante tutto la sua posizione è tuttora in bilico.

DJIDJI    reduce dal prestito al Crotone, è tornato in granata fortemente voluto da Juric che lo ha rigenerato e i progressi dal punto di vista tattico si sono visti. Ha avuto spazio sufficiente per mettersi in mostra (25 presenze complessive) con alti e bassi nel rendimento. Se dal punto di vista della fiducia le sue azioni sono in salita, lo stesso non si può dire, infatti, per quanto riguarda la concentrazione nella lettura di alcune situazioni tant’è vero che con alcuni suoi interventi ha causato rigori e gol evitabili che sono costati anche qualche punto. Deve lavorare molto su questo per poter aspirare a diventare un punto fermo.

MANDRAGORA   sia per numeri (21 presenze in campionato, 0 gol e 2 assist) che per rendimento complessivo l’ultima stagione è stata leggermente inferiore alla precedente. Non ha deluso le attese il centrocampista ex Udinese ma ha avuto alcuni stop che lo hanno fermato nel momento migliore, soprattutto nel girone di andata. In quello di ritorno – complice anche l’innesto di Ricci – ha giocato un po’ a singhiozzo ma quanto a personalità ed aggressività non ha da invidiare niente a nessuno tanto che in qualche circostanza ha indossato anche la fascia di capitano. Ci si sarebbe comunque aspettati un riscatto che invece a sorpresa non è arrivato, un epilogo senz’altro indigesto ai tifosi.

SANABRIA   con la sua media di un gol ogni 302’ è evidente che il paraguaiano, in granata ormai da una stagione e mezza, non ha propriamente le stimmate dell’attaccante di razza. Tuttavia nel corso della stagione nella quale è stato spesso impiegato non ha demeritato rendendosi protagonista anche di sei assist vincenti e dimostrando, dopo la buona parentesi dello scorso anno agli ordini di Nicola, di essere un attaccante utile alla causa di Juric. Molto probabilmente resterà ancora al Torino a giocarsi il posto con Pellegri e forse con qualcun altro, da buon soldato.

RICCI   è stato il colpo del mercato invernale: il giovane centrocampista di prospettiva che si era messo in luce nella Nazionale under 21 e nell’Empoli nella prima parte di stagione è arrivato un po’ a sorpresa date le sue prerogative tecnico tattiche che lo avevano visto fino ad allora adatto in un centrocampo a tre con compiti prettamente di impostazione. E difatti l’apprendistato per giocare nel centrocampo a quattro di Juric è stato abbastanza lungo tanto che ha esordito solo il 6 marzo giocando complessivamente 724’ con la maglia granata e dimostrando di sapersi calare nella parte nell’interpretare anche compiti di interdizione. Dovrà migliorare ed affinare ancora le sue qualità ma il tempo è dalla sua parte e l’investimento del Torino su di lui è stato di quelli importanti.

BREKALO    un solo anno all’ombra della Mole per il nazionale croato che ha dimostrato ottime capacità di adattamento calandosi subito nella parte e risultando decisivo con giocate, gol e assist soprattutto nella prima fase di stagione. Ha goduto della fiducia del mister (suo connazionale) ed è stato impiegato quasi sempre titolare (26 volte su 32) abbinando, seppur tra momenti di pausa, quantità e qualità e risultando il secondo miglior marcatore della squadra dopo Belotti. Il finale col mancato riscatto ha lasciato l’amaro in bocca anche perché il trequartista sembrava poter essere uno dei capisaldi per l’immediato futuro.

IZZO    per larga parte della stagione è stato messo da parte e ha recitato il ruolo di separato in casa tanto che sembrava certa la sua partenza a gennaio. Poi, mettendosi a disposizione negli allenamenti con un comportamento da vero professionista ha rimesso in discussione le gerarchie (era stato scavalcato da Djidji e Zima) riprendendosi la scena nella consueta posizione di centrale di destra con prestazioni convincenti e nelle quali ha messo in evidenza tutta la sua esperienza rendendosi utile alla causa. 

BERISHA    900’ in dieci partite totali disputate nella seconda parte della stagione avvicendando il portiere titolare Milinkovic-Savic non sono stati sufficienti per una convinta promozione ma nemmeno per una bocciatura. Prestazioni positive (su tutte quella contro l’Inter) ed errori grossolani (sui gol subiti contro Genoa, Lazio ed Empoli). Buone possibilità di permanenza ma difficilmente come portiere titolare.

SINGO   anche nella stagione 2021-22 l’ivoriano è stato protagonista di alti e bassi: bene soprattutto nella prima fase del torneo, poi prestazioni in discesa anche a causa di una pubalgia che ne ha condizionato il rendimento. Ciononostante con le sue 36 presenze complessive tra campionato e coppa Italia è stato tra i giocatori più utilizzati da Juric che lo aveva spronato a inserirsi con più frequenza in attacco, consiglio messo in pratica con 4 assist e 3 gol sfruttando spesso la chiusura sul secondo palo. Deve ancora trovare continuità ma intanto – salvo qualche eccezione – ha dimostrato progressi in fase difensiva.

PELLEGRI    approdato in granata dove ha ritrovato suo padre nelle vesti di team manager e il suo mentore Juric che lo aveva lanciato, giovanissimo, ai tempi del Genoa: insomma con tutte le condizioni per far bene e ritrovare fiducia dopo le parentesi poco fortunate al Milan ed al Monaco. Nei circa 200’ avuti a disposizione ha dimostrato volontà e buoni movimenti realizzando anche un gol di testa contro la Lazio. Le sue caratteristiche per alcuni versi possono essere simili a quelle del Gallo Belotti che si candida a sostituire a patto che resti coi piedi per terra lavorando tanto, smussi certe spigolature caratteriali e non sia condizionato da frequenti infortuni come è stato finora.

GEMELLO    il giovane portiere ex Primavera con la quale ha vinto la Supercoppa da protagonista nel 2018, ha esordito in serie A lo scorso 10 gennaio nella vittoria stagionale più rotonda dei granata (4-0 alla Fiorentina) mantenendo la porta inviolata e guadagnandosi gli elogi di tifosi ed addetti ai lavori tanto da essere inserito nella top 11 degli Under 23 della stagione di Serie A 21/22 basata sui dati Opta. Ora con ogni probabilità verrà girato in prestito a maturare in serie B ma il ragazzo sembra già più di una semplice promessa.

SECK    aggregato in granata a fine gennaio dopo aver giocato metà stagione in serie B con la SPAL, ha avuto qualche chance nella quale ha fatto vedere, in particolar modo nel match contro lo Spezia, di poter disporre di buona intraprendenza e capacità di agire tra le linee come trequartista. Un diamante grezzo certamente da levigare e che, date le incertezze odierne in quella zona di campo, molto probabilmente resterà a giocarsi le proprie chance in granata.

LINETTY   arrivato a Torino nella stagione 2020–21 fortemente voluto da Giampaolo che lo aveva allenato alla Samp, anche lui si è dovuto adattare alle richieste del nuovo tecnico passando a ricoprire un inedito ruolo di trequartista con compito di mantenere gli equilibri tra centrocampo ed attacco. È stato impiegato quasi esclusivamente nella prima parte di stagione disputando qualche gara dignitosa ma incidendo meno di quanto sperato tanto che Juric lo ha messo ai margini nella seconda parte di campionato (appena tre apparizioni per lui). Il suo destino sembra segnato ed ormai lontano da Torino ma in fondo anche un anno fa lo sembrava…

Stagione 2021/2022: chi scende

MILINKOVIC-SAVIC   designato quale portiere titolare – tra lo scetticismo generale – dopo un avvio di stagione incoraggiante con buone prestazioni, il portierone serbo ha perso certezze ed il posto da titolare dopo essere rimasto vittima del covid a gennaio. Diversi scivoloni ed errori anche nei disimpegni con i piedi (suo pezzo forte) hanno determinato la sua sorte che ora pare nuovamente lontano da Torino e fatto perdere qualche punto importante e morale ai granata (vedi pareggio del Sassuolo nei minuti di recupero).

ANSALDI   dopo cinque anni molto positivi è arrivato il momento dei saluti per l’argentino che ha disputato la sua ultima stagione in granata collezionando appena 19 presenze in campionato a causa soprattutto di problemi al bicipite femorale che ne ha limitato l’impiego ed il rendimento. Il contributo dell’esterno non è stato, infatti, al livello degli anni precedenti e anche quando è stato impiegato non è stato decisivo come aveva abituato il popolo granata negli anni passati. A 35 anni ha scelto il momento migliore per chiudere senza rimpianti ma con la consapevolezza di aver dato tutto ed essere stato tra i calciatori più determinanti e più benvoluti dell’ultimo lustro.

WARMING    arrivato la scorsa estate da semisconosciuto, il giovane attaccante danese ha avuto poco spazio e disputato solo alcuni scampoli di partita, cinque presenze sono davvero poche per poter essere giudicato anche perché ha alternato buone cose ad altre meno. Praticamente è rimasto nello status di semisconosciuto al grande pubblico ma lo staff tecnico che ha avuto modo di valutarlo negli allenamenti per tutta la stagione ha deciso di fargli fare un po’ le ossa ed è stato ceduto in prestito al Darmstadt.

PJACA   aveva iniziato piuttosto bene e dopo gli exploit contro Sassuolo e Lazio la sua sembrava finalmente una stagione promettente. Poi i guai al polpaccio che hanno iniziato a tormentarlo lo hanno tenuto lontano dal campo e fatto perdere il posto da titolare. Le sue qualità cristalline hanno fatto luccicare gli occhi ma sono state perle troppo rare per consentire una svolta alla stagione granata ed una sua riconferma alla corte del suo connazionale Juric. Rimane pertanto il giocatore dall’enorme potenziale ma incompiuto, sia per i vari infortuni che per il rendimento comunque altalenante. 

ZAZA   ormai al Toro da quattro stagioni ed in discesa continua ma rischia di rimanerci ancora rivelandosi una vera e propria zavorra anche perché con Juric le sue quotazioni sono ulteriormente calate: appena 115’ complessivi per lui e zero gol nell’intera stagione attestano come sia ritenuto ai margini del progetto tecnico. Il suo scarso impiego nonostante gli infortuni patiti da Belotti unito al suo alto ingaggio non ne agevola la cessione che a questo punto sarebbe la strada auspicabile per la Società granata e per la carriera dell’attaccante lucano.

AINA   tornato dal prestito al Fulham ha goduto inizialmente della fiducia del nuovo allenatore che lo ha preferito nei primi mesi ad Ansaldi e Vojvoda. Il nigeriano lo ha ripagato con prestazioni sufficienti (fatta salva qualche partita condita dai soliti errori già noti nell’ambiente granata), poi dopo la parentesi in coppa d’Africa ha perso il posto a scapito di Vojvoda ed è stato accusato di scarso impegno dal tecnico Juric che lo ha riproposto solo nel finale di stagione forse anche per consentirgli una vetrina per eventuali acquirenti. In conclusione è arrivata la conferma che non è utile alla causa del Torino.

*VERDI, MILLICO, SEGRE, HORVATH, KONE, RAUTI, EDERA a parte l’ultimo (reduce da un grave infortunio che lo ha tenuto ai box per tutto l’anno), gli altri sono calciatori di proprietà che rientrano dai vari prestiti con esperienze e fortune diverse e che sono ora valutati da Juric per giocarsi la chance di essere aggregati alla rosa della prima squadra. Le situazioni sono ovviamente diverse: quella più delicata è relativa a Verdi, l’acquisto più costoso del Torino, che dal suo ritorno in granata, non è mai sbocciato ed anche Juric ha deciso di privarsene lasciandolo andare in prestito alla Salernitana dove è sembrato rinascere. Ora, essendo in scadenza di contratto nel 2023, per non rischiare di non perderlo a parametro zero, se non dovesse rientrare ancora nei piani dello staff tecnico, si cercherà di cederlo magari utilizzandolo come pedina di scambio per arrivare a qualche giocatore più funzionale. Per quanto riguarda gli altri restano sotto osservazione con buone possibilità di restare, soprattutto l’ungherese Horvath che si sta mettendo in luce in questo precampionato. 

Simone Verdi
Simone Verdi
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ultimo aggiornamento: 06-08-2022


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Troposfera Granata
2 anni fa

Non si parla di Adopo e di N’Guessan, che sono giocatori interessanti.

rimbaud
rimbaud
2 anni fa

Credo sia relativo anni passato

rimbaud
rimbaud
2 anni fa

Per quanto riguarda zaza verdi Izzo linetty aina credo che l’ideale sia la cessione , penso che complessivamente abbiano 20 milioni lordi di stipendi , il primo inutile, il secondo si potrebbe riprendere ma a Torino non ha più le motivazioni lo scambieri con con qualche giocatore, lineetty non sembra… Leggi il resto »

rimbaud
rimbaud
2 anni fa
Reply to  rimbaud

Banfone alias TDC

rimbaud
rimbaud
2 anni fa

Horvath è davvero interessante, vede la porta , ha un tiro da fuori importante e tecnica fuori dal comune si vede. Deve lavorare sul fisico…non è detto che per far questo lavorare e rimanere con juric almeno 6 mesi pur non vedendo il campo sia la soluzione ideale.

ardi06
ardi06
2 anni fa
Reply to  rimbaud

Ne parlo da mesi, tra tutti i giovanissimi, è un 2002, è quello più promettente, ma non è detto che sia pronto, ma a che fosse sarebbe da aspettare, magari mandando in prestito in b. Il problema è che gli scade il contratto nel 2023 e per adesso non lo… Leggi il resto »

ardi06
ardi06
2 anni fa
Reply to  ardi06

Impressionante invece la media punti con e senza praet. Non credo che sia un caso visto che nelle 24 partite che ha giocato la media era 1,81, mentre nelle restanti dove non c’era 0,66. Oltretutto il secondo infortunio non era muscolare, ma la frattura di un dito. Eppure neanche adesso… Leggi il resto »

Brekalo, gol e addio a sorpresa. Scommesse Zima e Ricci?

Rodriguez certezza, Seck deve capire cosa fare da grande: il borsino granata