Il borsino granata: ecco chi sale e chi scende dopo le prime sette sfide di campionato del Torino
È stata una prima parte di stagione dai due volti quella granata. L’inizio sembrava promettente, persino al di là delle migliori aspettative considerando le cessioni illustri, un mercato in entrata tardivo ed incompleto, gli screzi (e le figuracce) tra Juric e Vagnati e tra il capitano più breve della storia (Lukic) e la Società, tanto per rimanere su quelle note. Poi, digerita a malincuore la sconfitta contro l’Atalanta grazie anche all’immediato riscatto contro il Lecce per merito di una giocata di Vlasic, i granata hanno evidenziato tutti i loro problemi offensivi certificati da un digiuno di ben 230’. Con l’aggiunta di un’altra cronica criticità ereditata e tuttora irrisolta dallo Juric 2.0, quella del gol subito negli ultimi minuti che di fatto si era palesato sin dall’esordio a Monza ma che non aveva fatto danni fino alle ultime due partite. Tuttavia se contro l’Inter la prova era stata convincente il primo vero e proprio colpo da KO che fa scendere le azioni dei granata è stato sferrato nell’ultima gara dal Sassuolo, dominato lo scorso gennaio e mai messo veramente in difficoltà stavolta ma con il denominatore comune del gol beffa finale alla vigilia di una sosta. Da quella partita gettata alle ortiche nella passata stagione il Torino non si riprese più (4 sconfitte e 3 pareggi) abbandonando ogni velleità europea.
Ora siamo ancora agli inizi, tutto sarebbe ancora possibile e le prossime otto giornate prima della lunga sosta successiva daranno certamente indicazioni più precise circa i reali obiettivi delle squadre. Finora, riepilogando i dati, la squadra di Juric ha ottenuto 3 vittorie (tutte contro squadre neopromosse), 1 pareggio e 3 sconfitte, ha segnato appena 6 gol e subiti 7 (di cui ben 5 dopo l’80’), ha messo in campo una buona personalità in ogni partita dimostrando di non avere timori reverenziali ed anzi chiudendo nella loro trequarti tutti gli avversari, dando sempre la sensazione di avere in mano le redini dell’incontro. Tuttavia ciò è stato fatto con pochi cambi di ritmo, talvolta in modo troppo lento e macchinoso, con bassa velocità di pensiero ed azione e con poca incisività sugli esterni per poter essere realmente pericolosi. Altri limiti certificati – come già accennato – sono quelli nella finalizzazione tanto che nell’ultima gara il tecnico croato ha provato a giocare senza una punta pura (Sanabria o Pellegri) e il “problema di concentrazione” (Buongiorno dixit) nei finali di gara.
Riguardo i singoli le note liete sono rappresentate da Rodriguez, Linetty, Vojvoda tra i “vecchi” e Schuurs e Vlasic che si sono messi in luce tra i nuovi. Troppo discontinuo e ancora fumoso Radonjic che ha ottime potenzialità e gamba per cambiare lo spartito mentre non hanno ancora convinto Ilkhan e Lazaro. Per quanto riguarda i vari reparti è rimasto tutto invariato rispetto ad un anno fa con Milinkovic-Savic che si è ripreso la titolarità in porta e Berisha pronto a sostituirlo alle prime difficoltà; in difesa finora Schuurs se la sta cavando – così come Buongiorno – non facendo rimpiangere troppo Bremer; a centrocampo le cessioni di Mandragora e Pobega hanno lasciato una voragine, allargata dalla temporanea assenza di Ricci per infortunio; sugli esterni il solo Lazaro (e l’inutilizzato Bayeye) a rimpiazzare il bravo Ansaldi non ha migliorato l’imprevedibilità e la qualità sulla fascia; mentre è ancora troppo presto per fare dei paragoni tra i trequartisti dell’anno scorso (Praet, Pjaca e Brekalo) e i nuovi Vlasic e Radonjic (con Miranchuk che ha giocato solo la prima partita) anche se l’impressione è che potenzialmente si sia migliorato il reparto; in attacco cura dimagrante in tutti i sensi: via Belotti (e Zaza) non è arrivato nessuno e Sanabria e Pellegri finora anno realizzato un gol in due e non hanno certo la fama di cecchini.
“Tutto Cambia affinché nulla cambi” scriveva Tomasi di Lampedusa nel celebre romanzo “il Gattopardo”. L’andazzo, pur con molte differenze in rosa, è quello dello scorso anno e ad oggi non sembra che l’esito finale di classifica possa essere diverso.
CHI SALE:
RODRIGUEZ bisogna fare davvero i complimenti al nuovo degno capitano del Torino che, sulla falsariga della passata ottima stagione, sta dimostrando maturità e applicazione tattica davvero encomiabili. Senso della posizione, recuperi, diagonali, chiusure puntuali e piede educato ne fanno un elemento affidabile e quando manca (come nell’ultima gara) la sua assenza si sente.
VOJVODA ha saltato l’ultima partita per problemi al bicipite femorale destro (e l’assenza si è notata) ma dovrebbe essere già disponibile alla ripresa del campionato a Napoli. Tra gli esterni è stato il più redditizio (suoi peraltro gli assist vincenti per Radonjic e Vlasic contro Cremonese e Lecce), riesce ad avere visione di gioco in profondità ed è cresciuto anche nella fase difensiva.
LINETTY sembra abbia iniziato una seconda vita in granata. Rilanciato in mediana dalle defezioni di Lukic prima e Ricci poi, ha giocato 525’ partendo titolare sei volte su sette e dimostrato di fare la propria parte riscattando l’impressione data in passato di essere un corpo estraneo rispetto alla squadra: attento nel controllo dell’avversario (vedi Brozovic), nei raddoppi ma anche nelle giocate e nelle intuizioni. Può e deve dare di più in fase conclusiva.
SCHUURS in 245’ ha dimostrato la validità del suo acquisto. Giovane ma già con esperienza internazionale (proviene dall’Ajax) è uno di quei profili che consentirebbe il salto di qualità. Abile nell’uno contro uno, ha senso della posizione e vince spesso i contrasti in modo pulito.
VLASIC si è subito ambientato il connazionale di mister Juric tanto che si sente rigenerato e gli effetti di questo benessere si vedono anche nella nazionale croata. A differenza di Radonjic ha carburato gradualmente e con maggiore costanza sbloccandosi a Cremona e risultando ad oggi il capocannoniere della squadra con tre gol. Spiccate doti di proposizione in profondità e capacità di dribbling e palleggio, può essere decisivo.
STABILI:
RADONJIC arrivato con le credenziali di testa calda tutto genio e sregolatezza e scaricato malamente dal Marsiglia che lo ha ceduto in prestito con obbligo di riscatto ai granata, il serbo è sembrato subito scintillante nella prima uscita ufficiale in coppa Italia e confermato di avere dei colpi e importanti capacità di cambiare il gioco fino alla gara contro la Cremonese, poi il calo anche di tenuta fisica. L’impressione è che la sua stagione sarà caratterizzata da frequenti alti e bassi.
MILINKOVIC – SAVIC ha iniziato la nuova stagione da titolare e complessivamente non ha demeritato ed è stato autore di parate belle ed importanti (come l’ultima su Frattesi) ma anche di qualche errore (vedi gol Monza). Reattivo sui tiri a mezza altezza, a causa della sua mole ha problemi sui tiri rasoterra. Da rivedere nelle uscite.
DJIDJI in buon momento di forma, preferito quasi sempre a Zima, si sta ritagliando una chance importante in questo Torino ed è maturato molto sotto il profilo della concentrazione. È riuscito a controllare avversari difficili senza soffrire particolarmente. Peccato però che la gigantesca occasione sotto porta contro il Sassuolo sia capitata sui suoi piedi…
BUONGIORNO ha compromesso un giudizio migliore con il pesante errore in marcatura su Alvarez proprio all’ultimo minuto di queste prime sette giornate. È stato impiegato sempre come centrale salvo nell’ultima gara a causa dell’assenza di Rodriguez e si è sempre ben disimpegnato con anticipi veloci ed efficaci.
LAZARO dopo il necessario apprendistato è stato impiegato con continuità nelle ultime quattro gare (anche a causa di uno stato di forma non ottimale dei suoi compagni). Ha sempre giocato sulla corsia destra (la sua preferita) eccetto nell’ultima gara contro il Sassuolo dove era anche andato in gol (annullato). Se l’è cavata ma non ha mai impressionato o dimostrato di avere la giusta “gamba” per fare la differenza.
SANABRIA le sue caratteristiche si conoscono ormai da un anno e mezzo: non è il classico centravanti da area di rigore in grado di realizzare gol a grappoli, è un onesto lavoratore che si mette a disposizione della squadra favorendo gli inserimenti dei compagni, dialogando nello stretto, facendo da sponda, sacrificandosi anche. L’unico squillo alla prima giornata col Monza, poi è rimasto a secco e non si è reso più di tanto pericoloso nelle aree avversarie e già dall’ultima gara è in discussione la sua titolarità.
SECK in attesa di capire cosa vuol fare da grande, Juric gli ha concesso un discreto spazio (complice anche l’infortunio di Miranchuk e la condizione non ottimale di Radonjic): buone iniziative a Bergamo e contro l’Inter, discreta proprietà di palleggio e visione. Molto meno bene nell’esperimento contro il Sassuolo dove non ha lasciato tracce dimostrando di essere ancora grezzo nelle soluzioni e nell’ultimo passaggio.
ILKHAN poco impiegata finora la giovane promessa turca che rischia di pagare dazio per una marcatura non adeguata su Brozovic in occasione del gol partita dell’Inter. Ma aveva dimostrato buona personalità sia nei minuti precedenti che nella partita contro il Lecce. L’impatto col calcio italiano non gli ha messo soggezione, ovviamente deve acquisire esperienza e malizia.
SINGO anche in questo primo scorcio di stagione va a corrente alternata, probabilmente si porta ancora dietro i problemi fisici della precedente: talvolta in difficoltà in fase difensiva, non riesce a creare particolari pericoli nelle sue incursioni (tantomeno con i cross) e il suo miglior assist per Vlasic contro il Sassuolo l’ha effettuato con un attimo di ritardo (fatale).
ZIMA sul terreno di gioco per appena 25’ in questo avvio di campionato non sono certo sufficienti per poter esprimere un giudizio concreto anche se una sua uscita sbagliata contro l’Inter è costata cara.
CHI SCENDE:
LUKIC l’ammutinamento inspiegabile alla vigilia del debutto in campionato gli è costata la fascia di capitano e parte della credibilità che si era costruito con un’annata straordinaria e dopo il reintegro le sue prestazioni non sono risultate all’altezza. Deve riprendersi le chiavi del centrocampo ed anche se sembra ancora parte del progetto dovrà lavorare per risalire a certi livelli.
PELLEGRI ha avuto a disposizione sempre scampoli di partita nei quali non è riuscito a fare la differenza; la chance dall’inizio l’ha avuta con il Lecce ma, pur essendosi costruito qualche occasione, non l’ha concretizzata. Deve sbloccarsi anche mentalmente (sovente sembra troppo nervoso e desideroso di spaccare il mondo) ma gli infortuni continuano a tartassarlo (è tornato con problemi muscolari dalla Nazionale Under 21).
AINA Juric ha scelto di dargli fiducia da inizio campionato: prestazioni confortanti nelle prime tre uscite fino all’ingenuo fallo da rigore all’ultimo minuto del primo tempo che ha condizionato fortemente la partita di Bergamo. Da lì ha trovato poco spazio e perso fiducia.
MIRANCHUK tutto in una notte, la prima in Brianza: esordio, gol, infortunio. Acquistato per colmare le lacune sulla trequarti dopo le partenze di Brekalo, Pjanic e Praet, è immediatamente lanciato in campo da Juric che gli dà fiducia anche perché avendo lavorato con Gasperini aveva le giuste conoscenze. Ripagato con un bel gol ma purtroppo si è fermato subito saltando le successive sei.
RICCI ha disputato le prime tre gare con prestazioni piuttosto confortanti presentandosi con una bella verticalizzazione in area per Sanabria a Monza e proseguendo con buona qualità e tanta sostanza anche contro Lazio e Cremonese. Poi la distrazione al soleo lo ha fermato ai box, per il momento si allena ancora a parte.
7 giornate sono ancora poche x giudicare,ma esclusa la partita con il Sassuolo il Toro ha giocato partite gagliarde.
Seck da grande sta pensando al basket
Direi bene