Torna, come sempre dopo le partite dei granata, l’appuntamento con il Borsino di Carlo Quaranta: ecco chi sale e chi scende dopo Torino-Cagliari

Sì, è vero, contenere il facile entusiasmo dopo la schiacciante vittoria contro il Cagliari è esercizio piuttosto difficile. Ma siamo soltanto ad un terzo del campionato e, al sopraggiungere della terza pausa, si può fare un primo bilancio cercando di tenere i piedi ben saldi a terra: dopo dodici giornate il Torino ha quattro punti in più rispetto ad un anno fa e ben sette in più rispetto a quello che approdò in Europa League nel 2014, segna molti più gol e a conti fatti ne subisce anche meno, ha un gioco completamente diverso, molto più offensivo e compatto nel quale tutti i giocatori partecipano ad entrambe le fasi ed i primi a difendere sono gli attaccanti che vanno in pressing forsennato su difensori e centrocampisti avversari. E’ diverso il modulo adottato da Mihajlovic che tuttavia raccoglie i frutti del suo predecessore Ventura, un po’ come accaduto sull’altra sponda dove del lavoro di Conte ha beneficiato un allenatore con caratteristiche diverse come Allegri. Questa squadra è modellata sul nuovo allenatore dallo spirito più granata e aggressivo che intelligentemente ha valorizzato giocatori voluti e lanciati da Ventura come Zappacosta, Baselli, Benassi, Belotti. Sono proprio questi ultimi tre che insieme ai nuovi innesti Ljajic e Falque stanno facendo le fortune dei granata essendo abili interpreti delle richieste del tecnico serbo ed avendo praticamente firmato da soli (26 reti su 27 portano la loro firma!) tutti i gol del Toro. Come si può notare, al momento questa squadra appare un buon complesso che può avere margini di crescita e che sa sopperire col carattere da Toro ad eventuali lacune. Tuttavia considerare che i rossoblu di Rastelli hanno fatto di tutto per agevolare tatticamente i granata (i quali hanno avuto il merito di mettere in discesa la partita praticamente da subito), che dalle prossime partite gli avversari studieranno sempre con più attenzione il gioco e magari troveranno le contromosse giuste, che si continua a subire gol al solito modo, che in trasferta il rendimento è precario, che l’Atalanta con una rosa non certo all’altezza di quella di Mihajlovic precede in classifica Belotti e compagni, non significa voler spegnere facili entusiasmi ma trovare motivazioni per fare ancora di più e meglio per poter inseguire obiettivi ambiziosi.

CHI SALE:
BELOTTI sigla l’ottavo centro stagionale sfatando la maledizione dal dischetto dopo aver aperto le danze dopo poco più di un minuto con un ottimo movimento e con la rapacità di un falco. In mezzo tanta corsa, pressing, assist, ripartenze. E la soddisfazione di raggiungere la Nazionale da protagonista.
LJAJIC è il giocatore che più di ogni altro può fare la differenza ed illuminare la scena come fa sin dalle prime battute contro il Cagliari. Si procura e batte punizioni insidiose, firma un gol ed un assist con grande velocità di pensiero ed azione e stavolta non fa il solista.
BENASSI il centrocampista scuola Inter continua ad attraversare un momento magico, con le sue incursioni è sempre pericoloso e riesce a capitalizzare ancora una volta con un gran gol sotto l’incrocio il suo movimento. Sempre più disponibile alla verticalizzazione.
BASELLI decisivo, finalmente. Non regala più un singolo assolo all’interno di un match anonimo ma canta per tutta la partita, sia in fase di interdizione dimostrando sana cattiveria e rubando palla che impostando azioni vincenti fino a siglare personalmente il quarto gol con freddezza. Esce anzitempo per un lieve risentimento.
VALDIFIORI gioca il tipo di partita per cui lo si è acquistato. Ispirato, offre subito un assist sontuoso in profondità per il primo gol di Belotti e trova la posizione giusta sia in fase di possesso che di non possesso, aprendo il gioco e pressando con efficacia.
ZAPPACOSTA continuità di prestazioni per il terzino che ha trovato il posto da titolare e festeggia con una buona partita la convocazione in Nazionale. Magistrale un’azione in cui ruba palla in difesa e poi si lancia nello spazio a ricevere il pallone fin al limite dell’area avversaria.

CAMPO, 5.11.16, Torino, stadio Comunale Grande Torino, 12.a giornata di Serie A, TORINO-CAGLIARI, nella foto: Iago Falque
CAMPO, 5.11.16, Torino, stadio Comunale Grande Torino, 12.a giornata di Serie A, TORINO-CAGLIARI, nella foto: Iago Falque

STABILI:
FALQUE dopo qualche errore iniziale, torna sui ritmi sui quali viaggiava fino a qualche partita fa: imperversa sulla destra, si accentra, si mette al servizio dei compagni in entrambe le fasi, entra nelle azioni di tre gol e ci va vicino lui stesso con un tiro a fil di palo e cercando l’occasione giusta fino alla fine.
BARRECA l’ex di turno si sarà fatto certamente rimpiangere dai sardi poiché dimostra sicurezza in ogni giocata e si affaccia pericolosamente in avanti duettando bene con Ljajic e sfiorando anche il gol. Unico neo il duello aereo perso con Melchiorri che costa ai granata il solito gol.
CASTAN ritorna in campo dopo due partite di assenza e la sua presenza si sente per giocate pulite ed efficaci. Due piccole disattenzioni in occasione di un corner (ma probabilmente subisce fallo) e quando sulla trequarti perde malamente palla da Tachtsidis nella ripresa.
ROSSETTINI poco impegnato per tutto l’arco del match, non rischia quasi nulla e se la cava con qualche ruvidezza su Borriello. Sull’ennesimo gol di testa incassato stavolta non ha colpe.
HART se non fosse per un tiro di Melchiorri nel primo tempo e uno di Tachtsidis nella ripresa rischia di annoiarsi nelle vesti di spettatore. Così, per regalare un pizzico di brivido, si lascia sfuggire il pallone dai guantoni su un cross innocuo di Munari. Effetto saponetta per fortuna indolore.
OBI disputa una mezzora al posto di Baselli e non fa fatica ad entrare subito in partita anche se i ritmi sono ormai calati. Fa la sua parte mettendo le buone intenzioni e qualche pallone interessante in mezzo.
MAXI LOPEZ stavolta può permettersi di giocare più in scioltezza poiché il risultato quando entra lui è già in ghiaccio, qualche pallone in più lo prende ma non sempre lo distribuisce con precisione.
MARTINEZ anche per il venezuelano una ventina di minuti a risultato già acquisito. Si fa vedere su calcio di punizione (il suo tiro viene deviato) e dimostra un’apprezzabile voglia di mettersi in luce.


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orso granata
orso granata
7 anni fa

Il fatto che nessun difensore abbia segnato un gol su palla inattiva, o magari anche solo tirato nello specchio della porta, dovrebbe bastare per calmare gli entusiasmi.

claudio sala
claudio sala
7 anni fa
Reply to  orso granata

Conferma che non siamo competitivi sulle palle alte.

poggiardo granata69
poggiardo granata69
7 anni fa

è vero che ventura ha gettato le basi,ma personalmente erano anni che non vedevo il TORO giocare da TORO come adesso.certo il cammino è ancora lungo e tortuoso,ma in questa squadra e in questo mister ho piena fiducia.

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