Torna l’appuntamento con il borsino granata di Carlo Quaranta: ecco chi sale e chi scende dopo Udinese-Torino, in vista di Torino-Cagliari
Alla seconda trasferta consecutiva i granata riescono quantomeno a non perdere raddrizzando una partita che nel primo tempo – dopo il meritato vantaggio ed il mancato raddoppio – sembrava a senso unico. Stavolta la squadra ha avuto il tempo ed il modo per reagire alla seconda sberla ed impattare dopo esser passata in vantaggio ed essersi fatta rimontare: un film già visto contro la Lazio che ha avuto anche stavolta in Ljajic il salvatore della patria di un ennesimo match che lascia l’amaro in bocca poiché è vero che si rischiava di perdere ma le sensazioni fino ad un certo punto erano state di una certa superiorità che si sarebbe potuta e dovuta concretizzare sotto forma di vittoria.
Invece ancora una volta finisce con un sospiro di sollievo e due gol sul groppone, statistica che si ripete puntualmente da tre giornate e che incrimina in modo inequivocabile la difesa colpevole di concedere troppo, soprattutto sulle palle aeree: l’incresciosa ripetitività dei gol derivanti da traversoni in area non lascia spazio a dubbi e impone un immediato ricorso ai ripari con allenamenti specifici poiché non si tratta del limite di un singolo ma di amnesie di un intero reparto (e l’assenza di Castan le acuisce).
Il problema della “coperta corta” Mihajlovic se lo porta avanti dalla prima giornata, questo Torino gira una meraviglia in attacco (22 gol fatti e terza artiglieria della serie A) ma molto male in difesa (15 gol subiti): soltanto quando non si è segnato non si è subito almeno un gol (contro Empoli e Pescara), viceversa in tutte le altre circostanze la porta granata è stata sempre violata. Un altro dato su cui riflettere e su cui lavorare perché il problema potrebbe anche essere di carattere psicologico. L’appello alla prossima partita: al “Grande Torino” arriva il Cagliari, la squadra con la difesa più allegra del campionato (ben 29 gol al passivo) ma in grado anche di saper offendere e che ha in Borriello un attaccante in grado di infierire con colpi di testa letali. Un banco di prova importante per la traballante difesa torinista chiamata ad un’inversione di rotta.
CHI SALE:
LJAJIC: per la seconda volta toglie le castagne dal fuoco siglando il pareggio finale con un gol di pregevole fattura. Entra nelle azioni più importanti dei granata, è lui ad innescare anche il primo gol, pazienza se per il resto ha troppe pause. Finché è decisivo…
DE SILVESTRI: buon rientro per il terzino ex Samp. L’avvio non è dei migliori, si fa vedere poco in fase di spinta e commette qualche errore qua e là, poi però prende le misure ed è protagonista nel provvidenziale salvataggio in area su Fofana e nell’assist a Ljajic.
LUKIC: chiamato in causa per sostituire Valdifiori e preferito all’esperto Vives dà risposte importanti al suo allenatore. Quantomeno in termini di personalità e nello smistare il gioco. Gioca qualche metro più avanti rispetto a Valdifiori con risultati apprezzabili.
BENASSI: sempre più punto di forza di questa squadra. Lucido nelle giocate con assist e nelle conclusioni a rete. Sa inserirsi e smarcarsi ed ha buona visione di gioco, già tre gol in campionato e sempre più pronto per la Nazionale maggiore.
STABILI:
BARRECA: il 21enne terzino ormai è perfettamente a proprio agio sui campi della serie A. Se la vede con Fofana e Zapata sui quali sovente recupera con tackle puliti e quando si sgancia si produce in bei cross ed azioni interessanti. Sfortunato sul secondo gol friulano, ha più colpe sul primo essendo troppo distante da Widmer al momento del cross.
BELOTTI: è sempre l’anima di questo Toro e dà l’anima per questo Toro. Non segna (e una ghiotta occasione la sciupa sparando su Karnezis) ma confeziona un assist straordinario per Benassi, lotta su ogni pallone ed imposta benissimo le ripartenze granata.
BOYE’: generoso come sempre, talvolta eccessivamente quando c’è da recuperare il pallone rubandolo all’avversario. Difatti commette falli evitabili che lo portano all’ammonizione. Non è devastante come in altre occasioni e continua a non vedere la porta.
HART: pressoché esente da colpe sui gol, si limita all’essenziale per tutto il primo tempo e parte del secondo, si fa vedere per qualche uscita alta (talvolta coi pugni quando forse potrebbe bloccarla) ed è bravo a chiudere lo specchio a Zapata che si presenta tutto solo al suo cospetto.
BASELLI: meno lezioso del solito, bada al sodo e contrasta Fofana e compagni nella propria metà campo. Si alza meno rispetto al suo alter ego Benassi e nel secondo tempo agisce più centrale con compiti di impostazione. Sta trovando continuità.
CHI SCENDE:
MORETTI: non è il difensore impeccabile degli anni passati, sarà l’età o il modulo a quattro che lo penalizza ma va spesso in difficoltà. In affanno su Zapata sul quale deve commettere un fallo da cartellino giallo a metà campo e un errore marchiano su un controllo semplice che per poco non costa carissimo.
VALDIFIORI: gioca troppo basso, sbaglia qualche appoggio ai compagni e non dà continuità alle prestazioni. Tuttora non dà quanto ci si aspetta da lui ed ancora una volta è costretto ad abbandonare il campo per una botta.
ROSSETTINI: pochi errori ma purtroppo fatali. Come a San Siro perde la marcatura del suo diretto avversario che lo sovrasta di testa e quanto fatto di buono fino a quel momento svanisce. Si è guadagnato il posto di titolare ma senza Castan balla troppo pure lui.
ZAPPACOSTA: fa giusto in tempo ad entrare, tentare un affondo ed infortunarsi in uno scontro con Felipe. Rimedia un edema al retto femorale e le sue condizioni restano da valutare.
MAXI LOPEZ ha mezzora a disposizione nella quale non la vede quasi mai. Cercato dai compagni con palloni aerei che solitamente è maestro a gestire, stranamente non ne azzecca nessuna e la sua presenza non apporta alcun beneficio. Sembra l’ombra di se stesso.
dentro uno della primavera, sicuramente farà meglio di mloretti o rossettini.proviamoli questi giovani, è possibile che non ci sia un difensero dell’età di barreca in giro e magari proviene dalla primavre granata.
Che la difesa fosse una scommessa nessuno credo avesse qualche dubbio, Rossettini, come detto da molti poteva essere considerato un buon rincalzo e niente più , come purtroppo lo è che molti gol degli avversari, arrivino da errori dell’ex Bologna, col senno di poi, probabilmente, l’acquisto di Simunovic sarebbe stato… Leggi il resto »
effettivamente la fase difensiva va allenata di più. miha ha detto che gli farà diventare la testa come un tamburo…?