Torna il consueto appuntamento con in Borsino di Carlo Quaranta: ecco chi sale e chi scende dopo Torino-Spezia

Pur tornando a vincere ed a festeggiare dopo 103 giorni al Grande Torino, i granata non riescono nemmeno stavolta a tenere inviolata la porta (tornata ad essere difesa per l’occasione da Milinkovic – Savic) ed a vincere una partita strameritata in modo pulito, secco, da squadra solida e matura. Anche in questa circostanza il gol avversario giunge nei minuti di recupero (e per fortuna che stavolta Lukic aveva già realizzato il raddoppio) fornendo un’ulteriore prova a sostegno della tesi della distrazione e della tenuta mentale approssimativa nei momenti topici. E poco conta che l’errore fatale sia stato del tutto soggettivo con Djidji a pieno titolo sul banco degli imputati e responsabile indiscusso sia di aver tenuto in gioco Manaj che, soprattutto, di un fallo da rigore procurato con un’entrata in scivolata in area (scelta peggiore non si poteva commettere). E se ormai per questa stagione i granata, grazie ad una classifica tranquilla e senza altre ambizioni, possono permettersi di queste distrazioni non sarà così nella prossima nella quale difficilmente – e si è visto chiaramente – il vuoto che potrebbe lasciare la possibile partenza di Bremer potrà essere colmato.
Ma – a parte questa non trascurabile nota – c’è di che rallegrarsi, e le motivazioni a farlo sono anche di un peso specifico superiore. Intanto si è infranto il tabù Spezia contro cui non si era ancora vinto negli ultimi tre precedenti, una vittoria attesa anche e soprattutto per verificare lo stato di salute della squadra di Juric contro una “piccola”, una di quelle squadre tignose che finora hanno sempre dato fastidio ed inceppato sogni ed ambizioni granata. La vittoria poi è stata ottenuta in modo schiacciante, attraverso un’ottima prestazione a cui il risultato finale (e qui il rammarico) non rende giustizia e con una formazione iniziale “sperimentale” piena di giovani che avevano finora giocato poco che aveva fatto storcere il naso a qualcuno. Ed invece proprio da loro sono arrivate le risposte migliori… Zima, Singo, Ricci e soprattutto Seck sono state le sorprese più liete, giocando da veterani e coniugando quantità e qualità. E pensare che Bremer e Lukic, appena venticinquenni, stiano facendo loro da chioccia non può che lasciar intravedere un futuro roseo all’orizzonte.

Torino-Spezia: chi sale

LUKIC partita da leader assoluto, da vero numero 10. È in tutte le azioni pericolose dei granata, inizia con la pregevole verticalizzazione per Sanabria, quindi realizza il rigore e poi – dopo tanto lavoro e lucidi suggerimenti – firma la doppietta con un tiro preciso. Maturità raggiunta.

SECK imprevedibile la scelta di Juric di mandarlo in campo dall’inizio ed ancor più imprevedibile lui in alcune giocate che fanno saltare la difesa spezzina. Va un paio di volte al tiro ma c’è anche negli uno – due coi compagni e nei contrasti. Incoraggiante.

SINGO tutt’altra prestazione rispetto alle precedenti, sgasa spesso sulla fascia ed anche per vie centrali con percussioni pericolose: prova la conclusione e l’assist. Sembra rigenerato ma deve continuare così perché, si sa, una rondine non fa primavera.

RICCI difficile non notare la crescita, figlia della dedizione che il ragazzo sta mettendo per ritagliarsi uno spazio in squadra sfruttando l’assenza di Mandragora. Valido scudiero di Lukic, prezioso dietro ma non disdegna la qualità e offre anche begli assist.

PRAET il rientro più atteso si concretizza al 61’ quando rimette piede in campo dopo nove partite da spettatore. Non si può dire che abbia inciso granché sul risultato (sebbene abbia fatto vedere già buone cose) ma la differenza di media punti con lui in campo parla chiaro.

ZIMA annulla il pericoloso Gyasi e si fa trovare sempre pronto in difesa. Si destreggia anche in impostazione ed avrebbe anche una buona occasione per segnare ma indugia troppo. Prova di spessore.

Torino-Spezia: gli stabili

VOJVODA si conferma su livelli apprezzabili e non trova la giocata vincente solo per poco. Sin dall’inizio è elegante ed efficace nei dialoghi con Pjaca. Finta, crossa, vince duelli e contiene Agudelo.

RODRIGUEZ ha il piede meno caldo rispetto alla partita contro la Lazio e gioca solo un tempo con la consueta calma tranne che per un retropassaggio errato con cui regala un corner.

MILINKOVIC SAVIC rientro senza sussulti dopo sei partite ai box. Inoperoso per tutta la partita a parte qualche uscita. Intuisce anche il rigore ma non ci arriva. Ingiudicabile.

SANABRIA non giocava titolare dal 12 febbraio (contro il Venezia), il ritmo partita non è dei migliori ma è subito determinante: è bravo a procurarsi il rigore che mette la partita in discesa e gli viene annullato il possibile 3-0 per offside. In mezzo recuperi, assist, colpi di tacco…

BREKALO non è quello dei giorni migliori e lo si nota per come perde il tempo della giocata o per qualche passaggio fuori misura. Però non è abulico ed anche se gioca solo mezz’ora si fa notare.

BUONGIORNO ancora protagonista dell’ormai consueta staffetta con Rodriguez, non lo fa rimpiangere né fa di più in appoggio ma il subentrato Antise nel frattempo crea qualche grattacapo. Lui però c’è.

PJACA anche lui fa parte delle sorprese nella formazione iniziali ed anche lui dimostra qualcosa di buono ma di non definitivamente maturo per guadagnarsi la riconferma. Sprazzi di classe ma ancora in deficit di concretezza e continuità.

BREMER partita piuttosto tranquilla, di mestiere su Manaj, qualche sofferenza su Antiste ma finché c’è lui Milinkovic Savic non corre pericoli. Poi esce per un infortunio muscolare (si spera lieve) dopo aver preso un giallo.

Torino-Spezia: chi scende

DJIDJI non è la sua posizione abituale ma non è nemmeno la prima volta che ricopriva il ruolo di centrale. Ritorna dopo un’assenza per infortunio e lo fa nel peggiore dei modi tenendo in gioco e travolgendo Manaj in area come un principiante.

Koffi Djidji
Koffi Djidji
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ultimo aggiornamento: 26-04-2022


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poggiardo granata69
poggiardo granata69
1 anno fa

Purtroppo prendere gol nei minuti finali ormai è diventato una certezza….però dai sono contento di aver vinto e soprattutto giocando non bene ma benissimo,ma anche questo(tranne in poche occasioni)è una certezza.

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