Peccarisi, lei ha giocato con Zappacosta ad Avellino: che giocatore è?

Il suo talento non si discute, ha grandissime qualità ed è più maturo di quanto si possa pensare. E’ molto giovane, ma ha già tanta esperienza e può arrivare in alto. Il Toro ha fatto un ottimo acquisto: complimenti alla società, Zappacosta è uno dei migliori terzini italiani in circolazione, dopo ovviamente Darmian.

 

Lei lo ha conosciuto due anni fa, quindi il giocatore era alle prime armi nel calcio dei grandi. Quanto è migliorato in questo periodo?

Già ad Avellino faceva passi da gigante giorno dopo giorno, ha avuto miglioramenti costanti e notevoli. E’ cresciuto sempre di più, la prima esperienza in serie A a Bergamo con l’Atalanta è stata molto formativa per lui. Credo che in questa stagione abbia fatto più di quaranta partite tra campionato e Nazionale: per un terzino, che tutto il lavoro che fa sia in fase di spinta che di copertura, è difficilissimo mantenere ritmi così alti. Lui ce l’ha fatta, per questo credo che nel giro di qualche anno possa arrivare ai livelli di Darmian. Non ha nulla da invidiare all’ex granata, e come caratteristiche e qualità si assomigliano molto. Certamente, tre anni di differenza, a quell’età, si sentono e non poco, ma il Toro è “caduto in piedi” dalla cessione del suo terzino.

 

A livello tattico, pensa che sia adatto per il 3-5-2, modulo ormai consolidato del Toro di Ventura?

Proprio in Irpinia giocavamo con lo stesso sistema di gioco, quindi Zappacosta ha già avuto modo di fare tutta la fascia. Certamente ogni allenatore interpreta a proprio modo anche lo stesso modulo, ma il ragazzo è molto bravo sia a spingere che a difendere. Direi che uno schieramento a cinque gli permette di attaccare liberamente, di avere molto spazio per andare sul fondo: il laterale di destra in un 3-5-2 è proprio il suo ruolo. A sinistra? Non ricordo di averlo mai visto agire sulla fascia mancina, però Zappacosta è il classico giocatore sempre a disposizione allenatore, per qualsiasi collocazione tattica gli voglia assegnare.

 

In questo quadriennio targato Ventura, uno dei reparti che è migliorato maggiormente è la difesa.

I granata hanno un’ottima retroguardia, sia a livello di singoli che di reparto. E’ importantissimo, soprattutto per i difensori, lavorare costantemente insieme: si conoscono sempre meglio e imparano a conoscere pregi e difetti di ognuno. Così uno può prevedere la giocata del compagno, e si innestano dei meccanismi che danno i propri frutti.

 

A più di un mese dalla fine del mercato, che giudizio dà alle operazioni messe a segno fino ad oggi da Cairo e Petrachi?

Penso che stiano costruendo un’ottima squadra, giovane ma di qualità. E’ stato alzato il tasso tecnico della squadra, mi sembra che già così sia competitiva. Manca ancora un attaccante, ma se la società continuerà ad operare come sta facendo arriverà l’elemento giusto: così la gente granata potrà togliersi grandi soddisfazioni.

 


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