I tre punti conquistati a Frosinone permettono a Glik e compagni di cominciare al meglio l’avventura in campionato che, nemmeno troppo celatamente, il Toro spera possa portare nuovamente all’Europa. Tanti spunti emergono dalla partita di ieri al “Matusa”. Ecco cosa è andato e cosa no nella gara di ieri.

 

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LA FREDDEZZA DI FRONTE ALLO SVANTAGGIO:  l’ha detto Baselli, l’ha ripetuto Quagliarella, evidentemente a Torino, piazza bollente, si ripete questa parola come un mantra: “Calma”. Ventura negli spogliatoi, per stessa ammissione dei protagonisti a fine partita, ha chiesto non di forzare i ritmi, ma di continuare a macinare gioco senza ansia. E il Toro questo ha fatto. E il Toro ha vinto. Un atteggiamento da grande squadra, che porta a trovare i tre punti non senza sforzo, certamente, ma senza eccessivo sforzo. Solo, giocando a calcio, come questa squadra ormai da diversi anni sa fare. Certo, evitare di subire la rete dello svantaggio sarebbe meglio, ma se l’atteggiamento continuerĂ  a essere questo, allora pagherĂ .

 

BASELLI, IL NUOVO “LEADER” DEL CENTROCAMPO: era giĂ  stato segnalato dopo la partita contro il Pescara, anche perchĂ© le aspettative nei suoi confronti sono davvero altissime. Ma è quasi sorprendente il fatto che, di fronte a tale attesa, non soltanto lui faccia quello che tutti si aspettavano, ma anche qualcosa di piĂą. E stupisce ancora di piĂą il fatto che squadre con l’obiettivo dello scudetto in testa, dopo averlo a lungo cercato, abbiano preferito virare su altro, pagando quattro volte tanto. Poco male, anzi, tanto bene per il Torino, che ha messo a segno un colpo da maestro regalandosi un centrocampista il cui avvenire appare davvero florido. Questa è la sua grande occasione per svoltare, e lo sa benissimo. Anche ieri, oltre alla rete (stupenda), giocate illuminanti, di prima e giĂ  quasi a memoria. Cosa pretendere di piĂą?

 

IL SILENZIO DEL “MATUSA” PER DON ALDO RABINO: silenzio vero. Meritato, per il don. Chiaramente sentito da una sola parte della tifoseria, per di piĂą quella in trasferta. Ma con grandissimo e onorevole rispetto, tutto il pubblico di Frosinone ha vluto rispettare un lutto che, nell’ambiente granata, ha colpito davvero molto. SarĂ  sicuramente contento, don Aldo, di questo fatto. D’altra parte, si raccoglie quello che si semina. E il cappellano granata ha seminato davvero tantissimo.

 

FLOP

 

LA DIFESA “BALLERINA”: è il punto di forza di questo Torino, dal momento che da due anni lavora senza alcun cambiamento e ha sempre saputo convincere. Ma i suoi tre difensori, grossi (non un dettaglio casuale), sono in palese ritardo di condizione, e si vede chiaramente. Entrate non sempre puntuali – o per lo meno non come ci si era abituati – e marchiani errori nei movimenti che dovrebbero mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari. Ne sa qualcosa Maksimovic, che ha praticamente regalato la rete a Soddimo. Poco male, quasi sicuramente dipende dai carichi di lavoro di Bormio e Chatillon. Vogliamo sperare, e credere, non da ipotetiche voci di mercato sfumate, che tolgono troppa attenzione al calcio vero, quello del campo. Non è un campanello d’allarme, ma un segnale che occorre tenere sotto controllo.

 

LA MANCATA DIGA A CENTROCAMPO: se c’è un Toro che sa costruire molto bene l’azione, ce n’è un altro che, invece, ha faticato a interrompere quella degli avversari. “Colpa” di Gazzi, ma non solo. Sicuramente però, l’ex Siena non ha giocato una delle sue migliori partite da quando veste il granata. Se ha spesso sbagliato in fase di impostazione, molte volte è anche mancato il suo apporto in ciò che sa fare meglio: sportellate in mezzo al campo. Anche lui è appesantito dai carichi di lavoro. Lo aspettiamo volentieri.

 




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