Eccezionale cerimoniere della presentazione di Andrea Belotti è il presidente del Toro Urbano Cairo, che, per acquistare l’attaccante, ha messo a segno il colpo più oneroso da quando è alla guida del club granata.

 

Dopo aver presentato il giocatore, Cairo si sofferma con i giornalisti presenti: “Siamo contenti degli acquisti fatti, ma anche delle conferme, di coloro che sono rimasti qui al Toro. Ne abbiamo ceduto solo uno, perché per Darmian c’era un impegno morale e d’onore con lui, l’anno scorso aveva accettato di non prendere in discussione nemmeno una proposta, benché gliene fossero arrivate di importanti. Immobile voleva andare via, Cerci era in bilico, gli avevo chiesto di restare. Lui accettò, con voglia di fare bene e fare un grande campionato, e poi, quest’anno, ne avremmo riparlato. L’offerta bella è arrivata, ho rispettato la promessa. Per Maksimovic abbiamo rifiutato offerte non consone, per Peres qualche rumore. La rosa è forte, nonostante qualche acciacco“.

 

Sui rinnovi, Cairo parla con grande chiarezza: “Tempistiche? L’abbiamo già detto, ci saremmo visti con il mister, con Petrachi e con qualche giocatore con i quali c’era un pour parler per fare qualche ragionamento insieme, nei prossimi giorni. A ottobre si potrebbe raccogliere qualcosa, in questo senso, lo faremo perché ne abbiamo parlato, e mi sembra una cosa giusta. QUalche prolungamento magari per i giocatori che hanno il contratto più vicino alla scadenza, come Moretti. Con lui c’è un ottimo rapporto, con Emiliano il rinnovo sarà praticamente automatico“.

 

È un campionato che dobbiamo ancora conoscere bene. La Juve, per esempio, ha perso giocatori importanti, ma ne ha acquistati di altri molto forti. Non so quanto ci metteranno ad ambientarsi, avranno bisogno di tempo. Poi c’è il Napoli, per esempio, che ha rinnovato moltissimo. Il Toro ha confermato molto il suo organico, ha innestato tanti giocatori nuovi, e giovani, e mi piace il fatto che molti siano italiani. Quel che noi potremo dare dipende da quanto questi giocatori si riusciranno ad inserire in questa squadra che sta funzionando bene, ma che possono ancora migliorare. Abbiamo due giocatori come Zappacosta e Belotti che per un motivo o per l’altro (il terzino si è fatto male, l’attaccante è arrivato un po’ dopo) che sono stati sempre in panchina. E rappresentano quasi la metà del nostro investimento estivo. Il Toro potrà fare potenzialmente bene, ma preferisco non sbilanciarmi troppo. Tutte le squadre sono secondo me importanti, tutte bene o male competono, e se sottovalutiamo una squadra, paghiamo gli errori“.

 

Perché, però, il Toro dieci anni fa portò 30mila persone per Torino-AlbinoLeffe e ora fa soltanto 11mila abbonati? “Quando noi esordimmo in quella partita avevamo sì 30mila persone, ma in uno stadio da 60mila posti. Con solo la Maratona che contava 16mila posti. Dei 20mila abbonati che facemmo quell’anno, questi erano della Maratona. Siamo ora quasi a 11.700, ora, ma con la Maratona che ne ha 6mila, perché c’è meno posto. Il discorso secondo me è anche questo, abbiamo questo bello stadio, da 26mila posti, ci piace. E abbiamo quasi la metà degli abbonati. Al Delle Alpi, contandoli, erano quasi un terzo alla fine. Dipende molto anche da questo. E va considerata anche la congiuntura economica. In Serie A, il primo anno, facemmo 16mila abbonati; alla fine non sono tanti di più“.

 

Il tifoso del Toro non è un cliente difficile. Non sono d’accordo su questa disamina. In questi dieci anni molte squadre han perso molti più abbonati di noi. La gente allo stadio viene, avessimo uno stadio con 20mila posti nella sola Maratona, con la gente che va molto in curva, forse ce ne sarebbero di più. Se farei un investimento sullo stadio? Prima ho pensato a mettere a posto la squadra, vedremo per lo stadio“.

 

A mio avviso la campagna abbonamenti è stata buona. Ricevo anche messaggi da chi, magari, non riesce a venire ma mi dice che comunque almeno con la testa è presente. Io non pretendo che, con l’investimento di 30milioni, la gente accorra in massa. Accetto, non pretendo. Mi sembra comunque che la campagna non sia andata male“.

 

Sulla partita con il Verona: “Mi aspetto una partita importante. L’orario è relativo, ci stiamo preparando allenandoci a mezzogiorno, così da essere più abituati. Dobbiamo andare lì con la voglia di fare la gara, e con la consapevolezza di aver fatto 6 punti in 2 partite. Meglio 6 che 0“.

 

Abbiamo tante cose in cui migliorare, dal settore giovanile, alla prima squadra, dal marketing. Ho in mente dei progetti, uno in particolare, ma preferisco non dirlo ora: è bene farlo quando c’è una possibilità reale di fare. Preferisco aspettare un momento, per essere sicuro“.

 

Toro Channel? Perché no? È un’ipotesi. Stiamo pensando anche in questo caso a quello che è uno studio di fattibilità, vedendo se riusciamo a fare un prodotto di qualità a costi accettabili. Abbiamo tanto materiale, possiamo proporlo in molti modi: dai gol dei giocatori, alle partite storiche a tanto altro. Mi farebbe molto piacere, sì, ci stiamo pensando. Ma è una cosa là da venire. Spazio ne abbiamo“.

 

Infine, il presidente Cairo coglie l’occasione per presentare il libro che celebra i 10 anni alla guida del Toro: “Mi è stata fatta una sorpresa, abbiamo tanti amici che hanno voluto scrivere un racconto legato a una loro emozione, o legato alla mia presidenza. Gli autori, come l’editore, han deciso di rinunciare a tutti i diritti: l’incasso verrà interamente devoluto al Filadelfia, speriamo di dare un ulteriore contributo. Tra l’altro credo che siamo molto molto vicini alla posa della prima pietra per il Fila, spero non ci voglia molto tempo“.


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