Chi sa di Toro sapeva benissimo che i granata oggi non avrebbero vinto, c’era un appuntamento con la storia che li aspettava e una partita contro una squadra debole: sembrava tutto troppo bello e troppo facile ma il Toro, questo Toro che da cinque stagioni sta tornando ai livelli che gli competono, questa partita non l’avrebbe mai vinta. Paradossamente, avesse giocato contro una squadra di media classifica probabilmente stasera sarebbe primo in classifica, invece no.

 

Questione di mentalità, di presunzione e di supponenza, uno dei pochi limiti che questo Toro ha, non raccontatemi che mancavano dei titolari, nessuno avrebbe scambiato la formazione del Toro con quella del Carpi, al massimo qualche giocatore ma così su due piedi non saprei neanche dire quali. Come spesso, troppo spesso, accade il Torino si bea della sua superiorità sulla carta e fa passare il tempo in attesa che il gol arrivi dall’alto senza fare nulla o fare poco per meritarlo.
Già la formazione di partenza con Vives e Gazzi insieme, che in un centrocampo a tre non possono coesistere e questa cosa non la dico io ma sono le partite degli anni scorsi che lo hanno detto a più riprese, non lasciava presagire niente di buono, con Acquah lasciato colpevolmente in panchina, per non far giocare lui o Benassi a sinistra. Acquah, l’unico che nel Torino di oggi poteva fare la differenza dal punto di vista fisico. Al massimo Gazzi e Vives potevano giocare insieme una volta ottenuto il vantaggio.

 

Una partita giocata diciamo al piccolo trotto, per non essere scurrili, che ha permesso al Carpi di rimanere in partita fino a che in maniera fortunosa ma meritata, sono passati in vantaggio. Vantaggio meritato perchè i granata nella prima frazione hanno avuto solo due occasioni per segnare una con Gaston Silva che ha impegnato Belec in una difficile parata e una con Maxi Lopez che ha sfiorato il palo con una bella girata a portiere battuto, due occasioni che facevano il pari con le due avute dal Carpi e ben neutralizzate da Padelli. Troppo poco per la terza della classifica contro l’ultima.

 

Come dicevo anche lo scorso anno la crescita non la si vede solo dalle belle vittorie, ma la si vede anche dall’evitare queste figuracce contro squadre inferiori che puntualmente si ripetono ogni anno, eccezion fatta per il primo campionato di serie A. Queste partite gettate al vento sono poi quelle che a fine anno ti costano quelle due tre posizioni in classifica che servono a raggiungere obiettivi più alti. Perdere in questo modo fa rabbia, perchè non si è fatto niente per vincere, come nella partita contro il Chievo quando subìto il gol si è giocato come se si fosse in vantaggio, mantenedo palla senza neanche effettuare un tiro in porta. Oggi, a dire il vero, un minimo di reazione c’è stata e guarda caso è successo quando è stata corretta la formazione inserendo Acquah. Purtroppo il gol subito in contropiede ha complicato i piani, anche se due minuti dopo Maxi Lopez con un rigore calciato veramente bene (cosa che non accadeva dai tempi di Rosina) ristabiliva il minimo svantaggio, però poi nei restanti venti minuti non si è mai riusciti ad impegnare l’esordiente Belec.

 

In conclusione grazie ad una partita giocata in malo modo, questa squadra che poteva entrare nella storia del Toro è entrata nella storia del Carpi, spero solo che non siamo l’unica a perdere contro la squadra emiliana, la più brutta vista tra quelle affrontate dai granata che hanno opposto loro una prestazione molto brutta sulla falsa riga di quella contro il Chievo ma dieci giorni fa a Verona avevamo contro una squadra più forte.
Sperando che la sosta, come la notte, porti consiglio, mi auguro di commentare per l’ultima volta una partita giocata con supponenza e presunzione dai granata, ma una vocina dentro di me mi dice che purtroppo non sarà così e commenterò ancora partite simili a questa, e la crescita, anche se ci saranno imprese, anche se si raggiungerà una posizione premiante, per me non sarà completa.

 

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