Arbitraggio all’inglese ma coerente quello del giovane Daniele Chiffi, alla terza direzione nella massima serie. Il 31enne arbitro della sezione AIA di Padova ha cercato di gestire il match adottando un metro piuttosto permissivo che generalmente però possono permettersi arbitri dalla comprovata esperienza ed autorevolezza. La scelta di Chiffi, pur senza (fortunatamente) causare disastri, si è perciò rivelata piuttosto temeraria.

 

Già al 16’ un intervento falloso di Ansaldi su Acquah lungo la linea laterale avrebbe potuto comportare l’ammonizione per il giovane rossoblu. Al 23’ scorrettezze reciproche tra Ntcham e Glik sedate sul nascere senza bisogno dell’intervento arbitrale. Al 34’ qualche dubbio sul gol di Zappacosta: sul tiro scoccato dal terzino, Belotti da posizione sospetta cerca un’improbabile deviazione di testa; tuttavia non influisce sull’azione né ostruisce la visuale a Perin che difatti nemmeno protesta. Il primo tempo termina senza grosse polemiche e senza giocatori ammoniti.

Nel corso della ripresa, Chiffi prosegue con lo stesso metro di giudizio sebbene la partita si incattivisca col passare dei minuti. Tuttavia il primo giocatore a finire sul taccuino è il granata Benassi che tocca il pallone col braccio largo al 54’. Anche per la gestione del vantaggio Chiffi è di manica larga ed al 55’ lascia continuare l’azione ad Acquah dopo che Belotti era finito a terra per un fallo netto al limite dell’area e lo stesso ghanese, prevedendo il fischio arbitrale, perdeva il tempo della giocata. Al 58’ Munoz commette un netto fallo di ostruzione su Belotti a centrocampo ma il direttore di gara concede solo il calcio di punizione senza l’automatica ammonizione per il genoano. Al 68’ il cartellino giallo viene invece mostrato a Bovo per una gomitata a Perotti (in realtà il granata rischia una sanzione anche superiore) ed all’81’ ammonito anche Munoz per un tocco di braccio.

Infine sembrano troppi i 5’ di recupero finali nell’ultimo dei quali il Genoa perviene al rocambolesco pareggio.


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