Storie di un derby che non smette mai di incantare. Anche quando, in passato, il Torino attraversava i momenti più bui della sua storia, quando già si sapeva che la partita avrebbe portato quasi sicuramente alla sconfitta, l’atmosfera che si respirava dentro e fuori dallo stadio era diversa, magica. E in campo, nonostante una differenza tecnica tutt’altro che irrilevante, anche i giocatori ci provavano. Perché vincere un derby è sempre bello, è sempre il massimo. Un’esplosione di gioia che va al di là della classifica, al di là dei semplici tre punti. E il Toro, di derby al cardiopalma, ne ha saputi vincere diversi. Con protagonisti diversi, ma anche con giocatori che, nel corso degli anni, si sono confermati delle vere e proprie bestie nere per i bianconeri.
Su tutti, una leggenda: Paolino Pulici. Proprio uno degli indiscussi campioni granata è stato tra i migliori marcatori nella stracittadina che, alla fine di questo campionato, arriverà alla sua centonovantesima (sì, 190) edizione. Nove gol per il leggendario attaccante del Toro (sette per il “gemello”, Graziani), cinque in meno di Boniperti (il miglior realizzatore in assoluto dei derby) e tre in meno di Gabetto, giocatore tutt’altro che di passaggio negli Invincibili, con un trascorso però anche in bianconero.
E se Pulici è il goleador tra i granata, non poteva non essere Gigi Radice l’allenatore più vincente del derby: 5 gli incontri che lo hanno visto trionfare, pur lasciando il primato a Trapattoni, che ne ha vinti ben 13. Ma il derby va oltre ai numeri, il derby è della gente. E il tutto esaurito, quello da far venire la pelle d’oca per l’atmosfera, è quasi d’obbligo.
Difficile trovare degli spazi vuoti nello stadio, anche in quello attualmente usato dal Toro (medio-piccolo, e con molto spazio lasciato libero secondo le norme di sicurezza). Ma l’atmosfera che si respira con un pubblico composto da oltre 70mila tifosi diventa quasi surreale: era il 28 ottobre 1962, e al vecchio “Comunale” i granata affrontavano in casa i bianconeri, con un’affluenza record da 70.200 tifosi (di maggioranza, come intuibile, torinista). Calcio d’altri tempi, forse, ma sensazioni che il tifoso di ogni età si sente sulla pelle. Il derby è pronto a incantare di nuovo. Lo spettacolo, a Torino, è di casa.