Enrico Annoni. Per i tifosi granata semplicemente “Tarzan”. 106 presenze e due gol con la maglia del Toro, dal 1990 al 1994. Alla corte di Mondonico è stato protagonista della cavalcata fino alla finale di Coppa Uefa e della vittoria della Coppa Italia del 1993. Terzino dalla grande grinta e dal look selvaggio, Annoni entrò fin da subito nel cuore della Curva Maratona. Il suo attaccamento alla maglia, sempre sudata, fece il resto. Annoni ha raccolto, lo scorso sabato, l’abbraccio del proprio stadio in occasione della partita contro la Roma. In esclusiva per Toro.it, ha raccontato le sue emozioni e ha parlato dell’amato Torino, tra presente e futuro.
Il giro di campo all’Olimpico era previsto?
No, non era previsto. Avevo solo deciso di venire a vedere la partita, visto che in campo c’erano le squadre dove ho militato per molti anni della mia carriera e dovo sono stato bene. Ho colto l’occasione per assistere a una bella partita. Sinceramente non mi aspettavo una accoglienza di queste dimensioni sia da parte degli addetti ai lavori, sia del pubblico. Il giro di campo mi è stato proposto a fine primo tempo. Sono stato ospite di Beretta che ha molto insistito per fare questo giro. All’inizio ero titubante perché non volevo approfittare della grande ospitalità, poi ho deciso di regalarmi questo momento indimenticabile.
Quali sono state le sue emozioni?
Mai più mi sarei aspettato un’accoglienza del genere. Mi sono emozionato tantissimo: forse nemmeno ai tempi in cui giocavo ho provato delle emozioni così grandi.
Come commenta l’inizio di stagione dei granata?
Il Toro sta facendo molto bene. L’avvio è stato perfetto, poi c’è stato un piccolo calo di tensione, ma adesso hanno ripreso a giocare bene e a ottenere ottimi risultati. Anche il match con la Roma è stato positivo, sicuramente i granata non avrebbero meritato di perdere. La Roma non ha avuto grandi occasioni al di là del gol e il primo tempo è stato controllato dal Toro. Non era certamente una partita facile. Il merito più grosso è stato quello di crederci fino all’ultimo secondo.
Quale deve essere l’obiettivo stagionale?
La squadra è molto competitiva e Ventura è uno dei migliori allenatori in circolazione. Se il tecnico riuscirà a fare rimanere i giocatori sempre concentrati per tutta la stagione, il Toro e i suoi tifosi potranno togliersi delle grandi soddisfazioni. Secondo me, se tutto va per il verso giusto, i granata potrebbero lottare per un posto in Europa.
Qual è stato il punto di forza di Ventura in questi anni al Toro?
Io credo sia fondamentale la grande esperienza che gli permette di leggere bene le partite e di correggere gli errori della squadra. E’ stata anche importantissima la sua capacità di convincere Cairo a credere nel nuovo progetto e i nuovi obiettivi. Allo stesso Presidente va il merito di aver creduto in Ventura e di aver approvato sempre il percorso del suo tecnico, anche nei momenti di difficoltà. Cairo ha creduto subito nel nuovo programma e ora il Toro sta tornando nelle posizioni che merita.
Che giocatore l’ha impressionata di più in questo inizio di stagione?
Questa estate avevo dichiarato di credere molto in Quagliarella e Maxi Lopez: li ritengo due giocatori fondamentali. Uno dei due riesce sempre a dare un apporto importante alla squadra. A inizio campionato è stato Quagliarella a trascinare i suoi, ora Maxi Lopez sta salendo in cattedra. Sabato mi ha impressionato molto anche Bruno Peres. Deve solo riuscire a mantenere la concentrazione per tutti i novanta minuti di gioco. Ventura lo sta aiutando anche in questo.
Cairo ha dichiarato di puntare molto sulla Coppa Italia. Lei questo trofeo l’ha alzato proprio con il Toro. E’ un obiettivo alla portata?
Penso di sì. Deve essere uno degli obiettivi di questa stagione assieme al sesto posto. Speriamo che si ripeta quanto accaduto nel 1993: anche noi avevamo incontrato la Juve (in semifinale) e il successo ci aprì le porte della Finale e della vittoria della Coppa Italia.
Cosa serve per vincere una Coppa così particolare?
Servono tante componenti: concentrazione, fortuna e buona condizione fisica e mentale prima delle partite. Noi avevamo una forte consapevolezza della nostra forza e entravamo in campo senza paura di nessuno.
Il Toro attuale ha questa consapevolezza?
Lo sa solo Ventura. Noi vediamo solo la partita alla domenica, l’allenatore sta con i giocatori tutti i giorni. Ventura ha fatto un buon lavoro sicuramente anche sotto questo aspetto. Ma il livello di maturità del Toro ce lo mostrerà solo il campo.