Dopo la pessima prova nel derby, condizionata dall’arbitraggio “mirato” di Doveri, il Toro affronta l’Udinese sapendo che una vittoria lo porterebbe virtualmente al sesto posto (vincendo il recupero col Sassuolo). I tifosi si aspettano la vittoria e si aspettano che la squadra a fine partita vada sotto le curve a salutare senza festeggiare, ma scusandosi così per la pessima prova caratteriale.

 

I granata però partono male lasciando l’iniziativava in mano all’Udinese che Colantuono non schiera come faceva con l’Atalanta quando veniva a Torino, con undici giocatori a giocare dietro la linea della palla. Passato indenne il primo quarto d’ora, dove il solo Zappacosta sembrava essere entrato in campo con il giusto piglio, i giocatori si svegliano e iniziano a creare azioni; le due punte arrivano entrambe alla conclusione: Quagliarella spara alto da fuori area, mentre Belotti impegna seriamente Karnezis costringendolo ad una difficile parata. Quando l’inerzia sembrava essere tutta del Torino, con una veloce ripartenza l’Udinese metteva in difficoltà la squadra di Ventura che era sbilanciata: Moretti e Molinaro combinavano una fagiolata in area lasciando libero di calciare Perica, fino a qui il peggiore in campo, che non lasciava scampo a Padelli, mandando il Toro al riposo in svantaggio sommerso da fischi un po’ troppo ingenerosi.

 

Nella ripresa, invece, accade quello che nessuno si aspetta: Vives e compagni non reagiscono, anzi a più riprese rischiano di subire la seconda rete, l’attacco non riesce a tirare in porta, così non può andare avanti, l’Udinese blocca tutte le iniziative del Toro senza concedere nulla. Ventura cambia Molinaro e Benassi, inserendo Acquah e Avelar che hanno più fisicità e tecnica dei sostituti, qualcosa migliora ma non in maniera sufficiente per poter impensierire Karnezis.
A mezz’ora dalla fine (recupero compreso) Wague viene espulso, i granata hanno la possibilità ora di sfruttare la superiorità numerica: mi viene in mente mercoledì dove in quaranta minuti ne abbiamo presi tre; mi viene in mente una partita di quando c’era Camolese contro il Verona che in vantaggio rimase in dieci e in poco più di mezz’ora il Torino scolasticamente si mise ad accerchiare l’avversario e a crossare palloni in area e alla fine il muro scaligero si sgretolò e il Toro segnò cinque reti.

 

Ventura allora toglie un difensore per inserire una punta, cambiando modulo nella speranza di ribaltare il risultato: entra Maxi Lopez che sarà anche sovrappeso ma è l’attaccante con più classe dei granata.
Ma la realtà di stasera è molto diversa, troppo diversa, purtroppo diversa. I giocatori in mezz’ora non riescono a tirare nemmeno una volta in porta, nonostante l’impegno profuso e nonostante le tre punte in campo… Dopo queste due righe che sintetizzano l’ultima mezz’ora, non occorre aggiungere altro se non che in questo tempo è stata l’Udinese la squadra più vicina a segnare.
La sosta arriva quindi nel momento più opportuno. Adesso occorre riordinare le idee e mettere benzina nei muscoli, certo è che questa squadra quando si alza l’ostacolo lo abbatte, anzichè saltarlo.

 

 


Ventura: ”Noi non sereni. Questa partita è la conseguenza del derby”

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