Centootto giorni dopo l’ultima volta Fabio Quagliarella è tornato finalmente al gol. È servito un calcio di rigore – concesso grazie alla segnalazione del giudice addizionale Nasca per un fallo di Ghoulam su Peres – all’attaccante per ritrovare la rete, la quinta di questo campionato.

Ancora una volta Quagliarella si conferma letale contro le sue ex squadre: quello messo a segno ieri al San Paolo è il ventitreesimo gol in carriera ad una società in cui ha giocato, il quarto in questo campionato in cui prima del Napoli aveva già punito la Fiorentina e la Sampdoria. Per ripetere l’en plein dello scorso anno gli mancano solamente le reti all’Udinese e alla Juventus. Qualche minuto prima di trovare la rete del momentaneo 1-1 dagli undici metri, il numero 27 granata si era visto negare il gol da un grande riflesso di Reina, bravissimo nel respingergli un colpo di testa.Ma se qualcuno sperava che quel rigore trasformato potesse ricucire almeno in parte lo strappo creatosi tra l’attaccante e i tifosi si è disilluso pochi istanti dopo. Mentre i tifosi granata presenti al San Paolo, insieme a quelli davanti alla tv e quelli incollati alla radio o su qualche pagina internet esultavano per il pari appena raggiunto, Quagliarella prima riceveva immobile l’abbraccio dei propri compagni di squadra, poi si rivolgeva ai tifosi del Napoli chinando la testa e congiungendo le mani come a chiedere perdono per il gol appena fatto. Se in passato i tifosi gli hanno perdonato le tante non esultanze alle sue ex squadre (accantonando quella corsa gioiosa verso la bandierina con pugno alzato al cielo dopo un gol siglato proprio al Toro con la maglia dell’Udinese) e gli applausi ai tifosi bianconeri uscendo dal campo nel derby dello scorso anno, nelle ultime settimane sembrano aver perso completamente la pazienza verso il numero 27. Gli abbracci con gli avversari, dopo l’umiliazione nell’ultimo derby, erano costati a Quagliarella sonori fischi da parte di tutto l’Olimpico al momento della lettura delle formazioni nel match contro l’Udinese.  

In attesa di vedere come Quagliarella verrà accolto domenica contro l’Empoli dall’Olimpico, in rete e sui social network i tifosi hanno già manifestato la propria rabbia tra un invito a rispettare maggiormente la maglia granata ad uno a lasciare addirittura il Torino. Se Ventura sperava che il ritorno al gol potesse portare al numero 27 una maggiore serenità si sbagliava: quel capo chinato e quelle mani alzate e congiunte sopra la testa non sono certo state d’aiuto.

 

 

 

 

 


È un Toro che non crede più che tutto sia possibile

La rassegna stampa del 7 gennaio 2016