Seppur per certi versi persino dovuta, considerata la modestia dell’avversario e l’assoluta necessità di non sprofondare nelle sabbie mobili della classifica, la vittoria contro il Frosinone ha riportato un entusiasmo fondamentale per tutto l’ambiente.

 

Più in particolare è stata la giornata del reparto offensivo, apparso rigenerato dall’innesto di Immobile che ha offerto soluzioni diverse al gioco con la sua intraprendenza. Ma l’attacco-day è cominciato ancor prima dell’inizio del match col giro sotto le curve di Quagliarella che ha chiesto ancora una volta il perdono dei tifosi per i gesti di Napoli. Poi, in partita è stato subito il momento di Ciro che è riuscito a sbloccarsi dopo appena 8’ prendendosi il rischio di battere per due volte un calcio di rigore, segno di grande fiducia e convinzione subito trasmesso a tutta la squadra ed in particolare al compagno di reparto Belotti che ne aveva estremo bisogno. Il messaggio di Immobile è stato talmente recepito bene dal “Gallo” che ha subito siglato una doppietta, praticamente più gol di quanti realizzati finora in tutto il girone di andata (appena uno).

 

Ora con la finestra di mercato ancora aperta si deve intervenire sugli altri reparti ma il fronte attacco non è ancora chiuso: magari potrebbero esserci altri arrivi, certamente qualche partenza. In attesa di capire il loro destino ci sono gli altri tre protagonisti mancati di sabato: Amauri, ormai con le valigie in mano, Martinez che non ha mai pienamente convinto e per il quale la prospettiva di giocare e svezzarsi con continuità altrove appare tutt’altro che remota e Maxi Lopez il quale deve dimostrare di avere più attaccamento alla maglia che ai piaceri della tavola.

 

Intanto in attesa del recupero importantissimo contro il Sassuolo (se la sfidacol Frosinone doveva far capire se i granata avrebbero dovuto pensare alla salvezza, quella contro i neroverdi dirà se possono esserci ancora residue speranze europee), Immobile ha rimesso in moto l’attacco dando segnali di risveglio ed alternative per scardinare le difese schierate contro le quali finora la squadra di Ventura ha avuto non poche difficoltà. Contro la difesa più battuta del torneo i quattro gol forse non rappresentano una grande impresa ma è comunque un segnale importante.

 

CHI SALE:

BELOTTI finalmente decisivo. Tanto da rubare la scena al ritorno di Immobile. Un gol da vero attaccante e un secondo realizzato sulla scia della fiducia ritrovata. Inoltre tante giocate in area con assist precisi per i compagni. Stavolta l’impegno è molto più redditizio.

 

ICHAZO non compie miracoli e non può nulla sui due gol subiti. Nel complesso si dimostra sicuro e reattivo nell’area piccola, buoni segnali che lo incoraggiano a provare a giocarsi il posto con Padelli.

 

BENASSI agisce meglio nella sua consueta posizione di interno destro ma trova il gol accentrandosi dopo essersi spostato sul versante opposto. Molto bene nei movimenti, sia nell’allargarsi sull’esterno per cercare il cross che nel convergere per ricevere. E bene anche in interdizione.

 

MAKSIMOVIC fa capire a chi non lo avesse ancora fatto la differenza che c’è nell’averlo o meno: non solo per le sue qualità difensive ma anche per le sue uscite palla al piede, per la superiorità che crea e per gli assist ai compagni, tipo quello del 3-1. La botta al piede operato sembra già smaltita.

 

STABILI:

GLIK dopo un girone intero quest’anno non ha ancora trovato la via del gol ma si è molto avvicinato guadagnandosi il rigore che sblocca il match. In generale è sempre sul pezzo e gestisce con esperienza varie situazioni difensive, non sempre però quando è chiamato ad impostare.

 

BASELLI continua a non attraversare un periodo particolarmente brillante, si nota che ha perso fiducia, sotto porta è sfortunato ma anche poco convinto (su assist di Belotti indugia inspiegabilmente), è meno reattivo e perde qualche pallone di troppo.

MORETTI disputa una partita ordinata vincendo con alcuni tackle strappa applausi i duelli con Gucher e Dionisi. Non corre e non fa correre rischi inopportuni e sul colpo di testa di Sammarco le sue responsabilità sono minime.

AVELAR una mezzora utile per ritrovare il ritmo partita. Fa in tempo a calciare una punizione non irresistibile ed a confermare le sue qualità tecniche. L’autogol è solo un incidente di percorso, da lui ci si aspetta soprattutto che ritrovi il campo con continuità.

VIVES il perno centrale del centrocampo granata si sbatte per arginare le avanzate avversarie. I suoi ritmi di impostazione sono lenti e sbaglia qualche disimpegno di troppo, talvolta anche piuttosto facile. Ad ogni modo con lui in campo il Toro ritrova la vittoria.

CHI SCENDE:

 

B. PERES ancora una volta guai muscolari lo costringeranno ai box per un paio di partite. Questa e qualche pecca difensiva rappresentano le note stonate, in fase propositiva però è come al solito il più pericoloso in particolare con due cross al bacio dal quale nascono un palo e un gol.


MOLINARO
combina davvero poco e si nota di rado. Peraltro quando accade è più pericoloso per i propri compagni che per gli avversari. Ingenuo nei falli, rischia troppo pur essendo ormai un veterano. In condizione calante.


I NUOVI:

IMMOBILE forse più che il nuovo potrebbe rappresentare l’usato sicuro. Si ripresenta subito con ciò che sa fare (e che serve di più): il gol. Peraltro sceglie la situazione più rischiosa, quella del rigore (battuto due volte!) ma gli va bene e del suo moto perpetuo beneficia soprattutto il compagno di reparto Belotti, finora mai così decisivo. In un periodo di impasse dell’attacco granata serviva uno come lui in grado di puntare sempre la porta e creare varianti importanti al gioco offensivo.


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