Il pareggio di Reggio Emilia non sposta di una virgola la situazione di classifica dei granata che restano nel limbo del centro classifica equidistanti dalla zona coppe e da quella salvezza. Così come restano invariati alcuni temi tattici e i possibili obiettivi di mercato per cercare di offrire a Ventura qualche alternativa in più. A cambiare è invece l’atteggiamento della squadra che nelle ultime due partite ha giocato più libera mentalmente grazie anche agli innesti di Immobile che predilige giocare rivolto alla porta avversaria ed è in grado di velocizzare la manovra offensiva (come accaduto in occasione del gol di Belotti) e di Ichazo che rispetto al suo collega Padelli gioca spesso il pallone lontano evitando il passaggio vicino sistematico (e meno male visto l’errore nel finale!) e offrendo varianti al solito lungo fraseggio difensivo. In questo modo forse il Torino vedrà calare la percentuale del possesso palla ma in compenso può rendersi più imprevedibile e pericoloso.

Contro i neroverdi il pareggio alla lunga è stato il risultato più giusto ma la squadra di Ventura ha avuto nel primo tempo la possibilità di segnare un altro gol e di indirizzare la partita in modo da centrare i tre punti che avrebbero ridato slancio concreto per coltivare nuovamente ambizioni europee. Tuttavia la consapevolezza e l’entusiasmo sembrano restituiti alla causa granata e queste, insieme alla condizione fisica, sono le armi utili per ritrovare anche i punti smarriti per strada negli ultimi mesi.

 

CHI SALE:

 

ZAPPACOSTA: protagonista di una prestazione sodisfacente e senza pause, è fermato solo nel finale dai crampi. Per l’intero arco del match è stato tra i più pericolosi con le sue incursioni, i suoi traversoni, i suoi efficaci ripiegamenti difensivi. Convincente.

 

BELOTTI: il Gallo stavolta canta una sola volta ma il suo rendimento è in ascesa. Finalmente non è più solo quello “generoso”, sembra più libero mentalmente e cerca di più la porta avversaria. Da verificare quanto incida la presenza di Immobile accanto a lui, al momento non sembra un dettaglio casuale.

 

IMMOBILE: gioca 180’ in quattro giorni dando dimostrazione di non essere arrugginito nell’ultimo anno e mezzo. Si muove su tutto il fronte d’attacco, smista, crea spazi e dà l’avvio al gol di Belotti e ad altre situazioni pericolose.

 

BENASSI: in salute e si vede: interno destro o sinistro non fa differenza. In questo momento è il centrocampista che meglio sa inserirsi ed essere pericoloso e lo dimostra l’azione del gol e qualche altra occasione propiziata. Può ritagliarsi uno spazio importante.

 

STABILI:

 

MAKSIMOVIC: non è strepitoso come contro il Frosinone ma anche stavolta offre un bel lancio preciso per Immobile e se la cava in copertura. Da rivedere nei tempi di anticipo sugli avversari e per la reattività sull’azione del pareggio ed in altre circostanze sulla fascia; meglio a centro area.

 

ICHAZO: si conferma sicuro in area nelle uscite in presa alta ed è coraggioso in quella su Sansone nella quale corre qualche pericolo. Tra i pali è ancora da valutare perché alterna buone parate a qualche sbavatura, così come nei disimpegni coi piedi. A differenza di Padelli, spesso rilancia anziché appoggiare vicino.

 

GLIK: come di consueto è roccioso sugli avversari e spesso è l’ultimo baluardo davanti a Ichazo. Sventa più volte di testa nella propria area anche se una volta è anticipato pericolosamente da Sansone e va ancora vicino al gol, sempre di testa nell’area avversaria. Qualche sbavatura nei disimpegni.

 

G. SILVA: stavolta non si dimostra a proprio agio nella posizione di esterno, sbaglia troppi controlli ed è troppo timido e prudente. Non sfrutta al meglio l’occasione concessagli, altre volte ha fatto molto meglio. Resta comunque un’alternativa duttile.

 

ACQUAH        stabile sia per quanto concerne l’applicazione per i suoi compiti di contrasto che si concretizzano in duelli vinti con Duncan e company che per quanto riguarda la “maleducazione” del suo piede nel trattare il pallone (sballati passaggi elementari, lanci, tiri).

 

CHI SCENDE:

 

MORETTI: da tempo si nota che non è il difensore reattivo ed impeccabile degli anni passati. Fa un po’ di fatica su Berardi, lotta con Defrel ai limiti del regolamento, cerca di far valere la sua esperienza e il suo senso della posizione ma talvolta ciò non basta.

 

GAZZI: anche lui denota un po’ di ruggine, visibile soprattutto con il pallone tra i piedi. Spesso sbaglia passaggi in serie e spazza a casaccio. In certe giornate anche la sfortuna nei rimpalli è un segnale non casuale.


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