È diventato un po’ il protagonista, l’emblema del Torino che vuole risollevarsi dopo il periodo negativo. E torna a Palermo in un tandem con Immobile che può fare molto male ai rosanero. La crescita dell’attaccante è stata esponenziale, da quando è arrivato, dopo una lunga trattativa da parte di Cairo con Zamparini, che non ha poi particolarmente lusingato il “Gallo”. “Con il presidente” dice lui a Skyabbiamo avuto un rapporto molto bello, ma poi qualcosa si è spezzato. Lui dice che Djurdjevic è più forte di me? Contano poco le parole, parlerà il campo“. Grande consapevolezza, da parte dell’attaccante che ha ammesso di aver dovuto “assimilare gli schemi di Ventura. Ora so sempre come muovermi e dove andare, e per fortuna i risultati si vedono”.

 

Più in generale, però, “la squadra lavora sodo, e ci crediamo sempre. Serve la serenità di poter fare le cose con la mente sgombra. Il mister è carico, in fondo contro il Chievo abbiamo perso per un autugol e un rigore: i nostri avversari poi han fatto poco o nulla“.

 

L’emozione del ritorno al Barbera è comunque tanta. E la domanda sulle esultanze, che a Torino ha avuto un precedente pericoloso con Quagliarella, è d’obbligo. “Chi mi vuole bene batterà le mani per me, chi non ha digerito la mia partenza mi fischierà: le regole del gioco sono queste. A Palermo ho lasciato tanti amici, in settimana per esempio ho sentito Maresca per gli auguri del compleanno. Se segnassi esulterei? No, perché rispetto i tifosi del Palermo e i miei ex compagni. Ma non voglio che i tifosi del Toro fraintendono: devono sapere che il mio unico obiettivo è fare gol per la squadra e per i tifosi granata. Nel mio cuore esulterò tantissimo, perché segnare con questa maglia è un’emozione bellissima“.

 


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