Il borsino granata è un po’ come la Borsa, i titoli sono rappresentati dai calciatori le cui quotazioni salgono e scendono di partita in partita in base al rendimento, allo stato di forma, alle eventuali squalifiche che ne pregiudicano l’impiego nel turno successivo. A differenza delle pagelle, quindi, il borsino non guarda esclusivamente alla prestazione di giornata ma valuta complessivamente il periodo dei calciatori impiegati utilizzando come parametro la partita disputata ma nel contesto di un arco temporale più ampio.
I risultati delle partite di ieri hanno certificato che quella di una settimana fa era niente più che un’illusione: il Palermo si è dimostrata una squadra allo sbando incassando cinque gol dalla Roma mentre il Torino è incappato nei soliti problemi di ansia da prestazione tra le mura di casa laddove ha raccolto appena una vittoria, due pareggi e tre sconfitte nelle ultime sei partite sulla carta più che abbordabili. Nonostante l’incitamento di uno stadio pieno e interamente colorato di granata, i ragazzi di Ventura non sono riusciti a cambiare spartito rispetto alle precedenti uscite casalinghe pagando a caro prezzo le contromisure che squadre abituate a difendersi riescono a trovare ormai agevolmente per far impantanare la manovra offensiva dei piemontesi.
La partita contro il Carpi poteva rappresentare la situazione ideale, quasi simbolica dato che proprio la partita di andata decretò lo spartiacque tra l’eccellente avvio di campionato e il mediocre prosieguo. Invece, fallito quest’ennesimo appuntamento, tramonta anche l’occasione propizia per allontanarsi definitivamente dalla zona calda della classifica e riprendere slancio per disputare un finale di campionato più sereno, magari anche provando a cambiare qualcosa.
Così si dovrà continuare a fare i conti con una classifica precaria, con una rosa sempre più ristretta per via di squalifiche e (soprattutto) infortuni e con la prima vera contestazione a squadra e staff tecnico degli ultimi cinque anni. Ventura ha sempre dipinto Torino come una piazza particolare in cui si è costantemente sotto pressione. Di fatto però finora non ha sperimentato sulla sua pelle questo clima e per la prima volta è divenuto bersaglio principale dei tifosi. Da un vecchio lupo di mare come lui ci si aspetta che abbia gli strumenti adatti per venire fuori da questa tempesta perché dall’esito di ciò dipenderà il futuro prossimo della Società guidata da Urbano Cairo.
STABILI:
B. PERES un apprezzabile passo avanti nella concentrazione (fatta eccezione per lo scellerato fallo da ammonizione): mette diversi palloni interessanti in mezzo, soprattutto nel primo tempo. Decisivo anche in un recupero difensivo. Cala un po’ nel finale.
MORETTI non è impegnatissimo e probabilmente perde concentrazione quando si fa soffiare palla da Lasagna commettendo un errore banale di disimpegno in zona pericolosa. Si fa perdonare con diagonali efficaci e senso del piazzamento in area.
MAKSIMOVIC esegue il compitino sebbene non sia molto impegnato ed in una circostanza, forse per evitare il contatto, si fa saltare troppo facilmente in area da Di Gaudio. Per il resto se la cava e non è ispirato come altre volte in fase di impostazione.
PADELLI trascorre un pomeriggio da spettatore, non è mai chiamato in causa e dunque il suo giudizio su di lui resta invariato. Nel finale un brivido su pressing di Mancosu ma evita guai scaraventando pallone fuori.
BASELLI si accende ancora a sprazzi come in occasione della serpentina al limite dell’area conclusa con un tiro impreciso. Per il resto poco contrasto e qualche apertura intelligente ma non basta per aiutare la squadra a cercare la vittoria e poter ambire a certi livelli.
BELOTTI sue le situazioni più favorevoli del match: un’inzuccata con la quale impegna severamente Belec nel primo tempo ed il rigore procurato nella ripresa. Però, come a Palermo, non sempre è puntuale in area all’appuntamento col gol e questo per un attaccante è un bel limite.
GLIK ancora qualche segnale di nervosismo e un brivido quando viene superato da Lasagna (evita il fallo essendo già ammonito). Per il resto non concede nulla ed azzera Mbakogu. Sempre su livelli meno nobili rispetto ad un anno fa.
VIVES riscatta con un brillante salvataggio in scivolata su Lasagna una prestazione anonima nella quale cerca pure qualche verticalizzazione (ma imprecisa) e alcuni svarioni sulla trequarti. Ci si chiede quanto possa assicurare continuità con Gazzi ai box e nessun altro ricambio a disposizione.
IMMOBILE gioca con la solita intraprendenza e dà verve all’intero reparto. Svaria più del solito per non dare punti di riferimento e cerca di mettere palloni invitanti per i compagni. Nervoso nel finale cerca di fare tutto solo e sbaglia. Dimostra però di tenerci.
G. SILVA non spinge adeguatamente sulla fascia e dal suo mancino non parte alcun cross. Tuttavia cerca soluzioni e svelle palloni sulla trequarti avversaria e in difesa rimedia sempre anche a suoi errori. L’impegno va riconosciuto.
CHI SCENDE:
M. LOPEZ il suo ingresso al posto di un centrocampista è un chiaro segnale lanciato da Ventura. Sembra subito dar ragione al tecnico difendendo palla e offrendola su un vassoio d’argento in area a Belotti. Poi però si mangia l’occasione d’oro per vincere la partita incaricandosi di battere il rigore che sbaglia e compromette con ciò ogni valutazione.
BENASSI cerca l’inserimento e il dialogo con i compagni ma da un incursore con le sue caratteristiche e che ha nelle corde diverse soluzioni tra cui quella del tiro dalla distanza ci si aspetterebbe che provasse a sfruttarle ed invece sono mancate. Causa squalifica non sarà della partita a San Siro.