Una sedia alzata al cielo in una calda sera di maggio del 1992 consegnerà Emiliano Mondonico per sempre alla storia del Toro

Una sedia alzata al cielo in una calda sera di maggio del 1992 lo consegnerà per sempre alla storia, facendolo entrare a pieno titolo tra gli allenatori granata più amati di sempre.
Emiliano Mondonico, classe 1947, nasce a Rivolta d’Adda e dopo gli esordi nelle giovanili della Rivoltana, la squadra del paese, nell’estate del 1966 passa alla Cremonese. Due stagioni, ed il Mondo è pronto per il grande salto; ad attenderlo c’è il Toro in serie A. È il 1968.

Ma, complici la giovane età e la grande responsabilità per essere stato etichettato fin da subito come “il nuovo Meroni”, faranno si che l’avventura del Mondonico calciatore a Torino venga dimenticata abbastanza in fretta, non senza qualche rammarico.
Le due strade tuttavia, torneranno ad incrociarsi nell’estate del 1990, quella delle notti magiche e dei gol di Totò Schillaci; il presidente Borsano infatti, decide di puntare su di lui per il rilancio granata in Serie A, dopo la promozione ottenuta a suon di record sotto la guida di Fascetti.

Emiliano è un tecnico in ascesa, dopo le annate in provincia alla guida di Cremonese, Como ma soprattutto Atalanta, la Cenerentola d’Europa che riesce a conquistare la semifinale di Coppa delle Coppe pur militando in Serie B.
Primo anno con il Mondo in panchina, ed il Toro stupisce tutti; gioca un calcio redditizio ed efficace, che lo porterà addirittura ad occupare il quinto posto nella classifica finale, con la relativa qualificazione alla Coppa Uefa della stagione successiva.
L’anno successivo (1991-92) passerà alla storia come la miglior stagione europea granata, con il Toro che si dimostra maturo non solo in Italia ma anche e soprattutto, in campo internazionale. Fino al 13 maggio del 1992, quando in quella maledetta notte olandese i sogni granata sbattono per tre volte contro i legni dei lancieri dell’Ajax, sconfitti senza aver mai perso, uscendo a testa altissima dall’Olympisch Stadion di Amsterdam e terminando il campionato italiano con un terzo posto di assoluto rispetto. Inizia qui il lento ma inesorabile declino societario granata, con il presidente Borsano che nel febbraio del 1993 passa la mano al Notaio Goveani; sono mesi difficili, la Società è pressoché azzerata, ma Emiliano riesce a tenere la squadra al riparo da tutto questo e compie un’impresa incredibile, andando a vincere una Coppa Italia contro tutto e contro tutti, dopo la drammatica gara dell’Olimpico, ma sarà tutto inutile.
Coppa al Toro e popolo granata in delirio, diciassette anni dopo l’ultimo scudetto; è questo, a tutt’oggi, l’ultimo trofeo ad essere entrato in bacheca.

Il cambio societario però, si rivela fallimentare e per la squadra diventa difficile persino la gestione della quotidianità, con stipendi non pagati per mesi ed alberghi e trasferte che molte volte, venivano pagate personalmente dallo stesso allenatore.
La stagione 93-94 sarà quella dell’arrivederci alla panchina granata per il Mondo, che lascia comunque con un buon ottavo posto finale e l’eliminazione ai quarti di Coppa delle Coppe, a Londra contro l’Arsenal.
Emiliano torna per qualche stagione a Bergamo, ma bastano un paio di telefonate con il suo pupillo Gigi Lentini, per farlo tornare a sposare ancora una volta, la causa granata.
Fa centro al primo colpo: al termine della stagione 1998-99 i granata tornano in serie A, dopo un calvario tra i cadetti che durava da tre, lunghissime stagioni.

Ma l’anno successivo, complici scelte societarie scellerate e soprattutto una rosa non all’altezza della massima serie, il Toro termina quindicesimo in campionato, retrocedendo non senza aver lanciato alcuni giovani molto interessanti.
Il 14 maggio del 2000, è l’ultima panchina granata del Mondo. Affrontiamo il Piacenza al Delle Alpi, ed al quarto d’ora della ripresa il tecnico lancia nella mischia un giovane della Primavera dal futuro granata: è il diciassettenne Fabio Quagliarella.
Termina qui, dopo 5 stagioni e 270 panchine l’avventura granata di Emiliano Mondonico. Si dichiara apertamente tifoso viola, ma siamo sicuri che nemmeno troppo in fondo al suo cuore, un posto importante per il Toro c’è e ci sarà sempre.
Auguri, Mondo.


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La rassegna stampa del 9 marzo 2016