E’ finito un mondo, domenica 30 aprile 1949. Sembra l’inizio di un nuovo percorso, con il quinto scudetto consecutivo messo in cassaforte, e invece è l’ultimo sorriso prima della disperazione.

 

Il Torino gioca a San Siro, 37 mila tifosi nerazzurri sperano di sovvertire il pronostico, e invece no. I granata si schierano in maniera attenta, come sa fare una squadra che sa essere grande anche nel non concedere spazi ai rivali affamati di punti. Anche perché quel sabato a San Siro gli Invincibili devono fare a meno di tasselli importanti come Maroso e Grezar, oltre a Sua Maestà Capitan Valentino Mazzola a letto con l’influenza. Al loro posto Erbstein schiera Martelli nell’inedito ruolo di terzino mancino, Shubert con la pesantissima maglia numero 10, e lo sfavillante talento di Fadini che è ormai in rampa di lancio per la prima squadra.

L’Inter preme ma, appena può, il Toro mette paura, come poco prima dell’intervallo quando Menti sfiora il palo. Stesso copione nella ripresa. Gioca una delle più belle partite della sua leggendaria carriera, Valerio Bacigalupo: il portierone è il migliore in campo e dice più volte no a quel gran giocatore che è Amadei. Eppure, a una manciata di minuti dalla fine, l’occasione migliore capita a Ossola servito da Shubert a tu per tu con Franzosi. L’attaccante granata pensa di essere in fuorigioco, un istante di indecisione che è fatale e permette all’Inter di cavarsela. Finisce 0-0, a quattro giornate dalla fine il vantaggio granata resta di quattro punti, e proprio quel pareggio che vale uno scudetto diventa il beffardo lasciapassare per la trasferta di Lisbona. 

 

Il giorno dopo, domenica 1° maggio, il Grande Torino parte per il Portogallo e questo è il resoconto firmato dall’inviato della Stampa Luigi Cavallero pubblicato lunedì 2 maggio. Parole che fanno venire i brividi, a proposito dei pericoli corsi dall’aereo già nel volo d’andata a causa delle piogge torrenziali che colpiscono in quei giorni tutto il Nord Italia creando ingenti danni soprattutto in Piemonte. “Ieri, alle 17, la squadra del Torino è felicemente arrivata a Lisbona, dopo un viaggio aereo piuttosto periglioso, tra raffiche di vento e ondate di piovaschi. Partito dal Forlanini di Milano, l’apparecchio che trasportava i campioni d’Italia ha compiuto una tappa intermedia in terra di Spagna, a Barcellona: nell’ora e mezzo di sosta, i granata si sono incontrati con il Milan, che, com’è noto, giocherà mercoledì prossimo a Madrid. Le due squadre hanno fraternizzato ed i rossoneri si sono complimentati cavallerescamente con i torinesi per il risultato di Milano che li porta vicini al quinto scudetto consecutivo.

L’aereo del Torino ha quindi ripreso il volo per atterrare felicemente a Lisbona, dove lo attendeva un tempo magnifico. La comitiva torinese ha sopportato allegramente le avventure della prima parte del viaggio e la salute generale è ottima: anche Mazzola si è ristabilito, e solo Ballarin risente di una contusione, prodottagli sabato scorso da uno scontro con un nero-azzurro. I giocatori, ricevuti all’aeroporto dai dirigenti del Benfica, hanno proseguito per il Parque Hotel Estoril, sito ad una ventina di chilometri dalla capitale ed hanno stabilito il programma odierno che prevede fra l’altro il ricevimento di rito al Municipio ed una visita allo Stadio Nacional. L’attesa per la gara di domani è, intanto, vivissima ed il bel tempo – che abbiamo ritrovato in terra lusitana – favorirà il «tutto esaurito», facilmente prevedibile. La partita, che verrà giocata a favore del giocatore nazionale Francisco Ferreira, verrà arbitrata dall’inglese Pearce”. 

 

Il 4 maggio, in coda al pezzo della partita, Cavallero scriverà: “Stamane i granata si sono alzati presto per prepararsi al ritorno. Tra poche ore l’aereo che ha trasportato a Lisbona dirigenti, giocatori e giornalisti spiccherà il volo per atterrare all’Aeronautica di Torino, tempo permettendo, verso le 17. Che le nubi e i venti ci siamo propizi, e non facciano troppo ballare…” 

 

Stadio San Siro, sabato 30 aprile 1949, ore 16

INTER-TORINO 0-0

INTER: Franzosi, Guaita, Pian, Fattori, Giovannini, Achilli, Armano, Lorenzi, Amadei, Campatelli, Nyers I. 

TORINO: Bacigalupo, Ballarin, Martelli, Castigliano, Rigamonti, Fadini, Menti II, Loik, Gabetto, Schubert, Ossola. 

ARBITRO: Gemini di Roma. 

NOTE. Spettatori 37 mila per un incasso 27 milioni di lire. 

 


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