Vent’anni. Tanto è passato da quando il Torino non trascorreva più di cinque anni consecutivi in Serie A. Con i risultati di ieri, infatti, la squadra granata ha raggiunto la salvezza matematica, discorso in verità già archiviato da un paio di giornate, da quando, cioè, alla vittoria sull’Inter è seguita quella, fondamentale, contro l’Atalanta. L’obiettivo minimo dei minimi, quello che veniva quasi dato per scontato quest’anno (e che si è raggiunto tutto sommato con tranquillità, ma non senza qualche piccolissima preoccupazione di troppo), è stato raggiunto, con la squadra di Ventura che ora mira quanto meno a conservare la parte sinistra della classifica, se non l’ottavo posto, che resta possibile.

 

Ma torniamo alla salvezza. 42 punti, il Torino; 30, il Frosinone, attualmente terz’ultimo. E 12 punti in palio. Anche in caso la squadra di Stellone dovesse vincerle tutte, e parimenti quella di Ventura perderle tutte, negli scontri diretti sarebbero avanti Glik e compagni, e la classifica avulsa sarebbe quindi sovrana. E sono vent’anni, si scriveva poco sopra, che il Torino non riusciva a restare per la quinta volta consecutiva nella massima categoria. Era, quello, l’ultimo periodo davvero dorato della società granata, prima del grande buio che ha coinvolto vari presidenti, tanti allenatori, tantissimi giocatori, con scarso, davvero molto scarso, successo.

 

Era il Toro di Mondonico, quello della vittoria in Coppa Italia nel 1993, quello dei successi (ma anche delle beffe) in Europa. Poi un lento declino: nel 94/95, con Sonetti, fu undicesimo posto; l’anno successivo (il sesto consescutivo in A), invece, fu retrocessione. La presidenza Calleri fu messa a durissima prova; l’anno dopo, in cadetteria, arrivò Vidulich con prospettive purtroppo pessime. Com’è cambiato il Toro di allora, da questo Torino. Niente clamorosi buchi di bilancio, da un lato; niente trofei, dall’altro. Ma una voglia di ricostruire (squadra, ma non solo, se si pensa al Filadelfia) che sta trovando almeno in parte una sua concretezza. L’anno prossimo, quindi, il Toro riabbraccerà una fase di storia che aveva quasi dimenticato. Nella speranza che, in futuro, qualcosa possa ancora succedere.

 


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