Quando la barca affonda, il capitano deve essere l’ultimo ad abbandonare. Forse il paragone è addirittura troppo forte: il Toro, infatti, non è certamente una nave in pericolo. Ma in mare agitato sì. E da diversi mesi. Se si tralasciano le (belle, meritate, anche un pizzico fortunate) tre vittorie consecutive che hanno ridonato un minimo di serenità all’ambiente e alla squadra, non si può certo dire che il Torino visto quest’anno sia auspicabile anche in futuro. Come il suo capitano, dal presente incerto e dal futuro in bilico.

 

Nessun processo a priori, nessun dito esclusivamente puntato su di lui. Ma, come si diceva, quando la gestione della barca diventa difficoltosa, il capitano deve riuscire a salire in cattedra e suonare la carica. Cosa che, quest’anno, proprio non è successa. È sicuramente la stagione più difficile da quando è al Toro, Kamil Glik, che arrivava da un’annata strepitosa l’anno prima. Senza riuscire a trovare la conferma. Nella partita di ieri, contro il Sassuolo, c’è la fotografia sì della stagione del Toro, come ha ricordato Ventura, ma anche quella del suo capitano. Pasticcione, spesso; distratto, qualche volta; impreciso. Insomma, un’immagine sbiadita (non perduta) di quello che il centrale polacco aveva ampiamente dimostrato nelle stagioni precedenti.

 

Cosa è successo a Glik? Perché questa involuzione? È evidente che se il Toro va male, o non benissimo, la causa non sia da ricercare in lui. Ma è altrettanto evidente che le sue prestazioni abbiano comunque inciso: non è più un punto di forza, Glik. Ma non solo, o non tanto, per il mancato apporto dei gol. E ora che la stagione è praticamente terminata, si aprono le porte di un futuro che non è così granata, nonostante il rinnovo contrattuale. Da anni, l’ex Palermo viene seguito dal Borussia Dortmund in Germania (dove, in generale, la stima per il giocatore è molta); più di recente, invece, si è registrato l’interesse dello Zenit di San Pietroburgo. Cairo, per cederlo, vuole non meno di 8 milioni di euro. Quasi 10, anzi. Una cifra importante, che racconta tutta la sua evoluzione al Toro, fino a quest’anno.

 

Ora ci sarà Superga, con la lettura dei nomi. Ora, soprattutto, ci sono ancora tre partite da affrontare nel migliore dei modi. Perché se di addio dovrà trattarsi, dovrà essere senza dubbio bello, affettuoso, come avvenuto per Darmian. I tifosi del Toro hanno sempre saputo apprezzare il modo di fare sanguigno del polacco. Non è mai troppo tardi per recuperarlo e per raddrizzare al fotofinish, almeno parzialmente, una stagione storta. Che i tifosi, il Toro, Glik stesso non si meritano.

 


Andavano onorati meglio

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