Se una qualsiasi persona, appassionata di calcio ma al di fuori del mondo Toro, avesse scelto la partita contro il Napoli per vedere per la prima volta all’opera la squadra di Ventura si sarebbe trovata davanti agli occhi il riassunto dell’intera stagione.
L’impressione che la gara di ieri ha dato è la stessa di quei libri o di quei film gialli in cui alla fine l’assassino è sempre il maggiordomo: cambiano più o meno i personaggi ma il risultato è comunque quello di un qualcosa di già letto o già visto. Contro il Napoli, come tante altre volte in questo campionato, i presupposti per fare decisamente meglio c’erano tutti: dallo stadio pieno al clima di festa vissuto nel prepartita, con il giro di campo effettuato da un gruppetto di ragazzi a cui nel ’76 era riuscito qualcosa di fantastico. Non va neanche dimenticato che quella di ieri è stata l’ultima partita casalinga di questa stagione, una stagione che non è certo andata secondo le aspettative dei tifosi che, ancora una volta, hanno comunque dimostrato il proprio affetto cantando e incitando la squadra dal primo all’ultimo minuto. Ma alla fine, ancora una volta, sono dovuti tornare a casa dopo aver assistito all’ennesima sconfitta della loro squadra del cuore.
Anche il modo in cui è arrivata la sconfitta non è molto differente da quelli di precedenti ko: il Torino ha di fatto regalato il primo tempo agli avversari, che ne hanno approfittato portandosi sul 2-0 (ma il risultato sarebbe potuto anche essere più ampio per quanto fatto dal Napoli nei primi quarantacinque minuti e per quanto poco fatto dai granata), mentre nel secondo tempo ha alzato il baricentro, con i terzini che hanno iniziato a spingere e alla fine è anche riuscito ad accorciare le distanze ma non a evitare l’ennisima sconfitta.
Unica, magra, consolazione per i tifosi è che per quest’anno non si vedranno altre squadre e altre tifoserie uscire in festa da quello che dovrebbe essere un fortino, un campo da onorare al meglio, soprattutto ora che è stato ribattezzato alla memoria di una squadra che ha fatto la storia dello sport italiano e nel cui vocabolario la parola sconfitta non era presente.
Una stagione come questa, dove in casa il Torino ha perso anche con formazioni del calibro di Empoli, Udinese e Chievo, forse non poteva finire diversamente: negli scorsi mesi la squadra di Ventura più volte ha dimostrato di non aver la forza necessaria per reagire ai momenti difficili e superare gli ostacoli. Un’inversione di tendenza, un colpo di coda nell’ultimo atto al Grande Torino, contro una squadra come il Napoli, forse non era nelle corde di questo Torino in questo campionato.