Tra i tanti incastri in casa granata da tenere in considerazione, c’è anche quello del mercato dei giocatori non comunitari. Come tutti gli anni: il Torino si ritrova a dover fare i conti anche con questo problema. Era emerso, due anni fa, con Sanchez Mino, quando ci si fidò erroneamente del passaporto spagnolo (non pervenuto) del giocatore – si riuscì poi a trovare in extremis la soluzione con un passaporto italiano grazie a un avo calabrese del giocatore –, e da allora si è sempre cercato di fare attenzione per evitare gravi implicazioni sul mercato.

 

Quest’anno, per esempio, a Torino arriverà Boyè, che per ora ha soltanto il passaporto argentino e che, se non riuscirà a cambiare il suo status di extracomunitario entro la fine di agosto, andrà quindi ad occupare una delle due caselle disponibili sull’anno sportivo. Casella, però, che andrà liberata. Attualmente, nella sua rosa, il Torino conta sei giocatori non comunitari: Pryyma, Peres, Obi, Acquah, Martinez, Maksimovic, con Diop che resterà probabimente alla Juve Stabia. Con passaporto comunitario, per quanto sudamericani, sono invece Avelar, Ichazo e Silva. Ma prima di parlare delle cessioni, è bene ricordare che, come per l’anno scorso, le regole per gli acquisti sono ancora più stringenti, con la nuova normativa Tavecchio, che non riguarda soltanto la composizione delle rose. Chi vorrà acquistare due giocatori extracomunitari, al di là del discorso della liberazione del posto, dovrà considerare che un acquisto è libero (il Boyè di turno, insomma), mentre l’altro è vincolato dal comprovato “curriculum sportivo”, vale a dire almeno due presenze nella Nazionale di appartenenza nella stagione appena conclusa o almeno 5 presenze in carriera sempre con la suddetta Nazionale. Una regola che modifica non poco le prospettive di acquisto, ed è per questo che su Boyè, ancora, si aspetta a capire se rientrerà nella lista “extra” oppure no. Ma ora, ecco le cessioni.

 

Il primo che sicuramente libererà un posto (e che, nel caso, verrà occupato dall’attaccante argentino in arrivo dal River Plate) è il difensore ucraino, sul quale la dirigenza granata ha deciso di non contare. Come avvenne con Avramov lo scorso anno (la stagione precedente ancora era stato prestato all’Atalanta, non ceduto a titolo definitivo, pur avendo un solo anno di contratto con il Toro), il centrale che ha giocato nella seconda parte di stagione al Frosinone libererà automaticamente un posto andando in scadenza di contratto, visto che il club di via Arcivescovado è tutt’altro che intenzionato a far valere l’opzione per il rinnovo sottoscritta al momento della firma del contratto lo scorso autunno.

 

E poi? Poi il Torino dovrà cedere uno dei suoi giocatori all’estero, e a titolo definitivo, per poter eventualmente procedere con un altro acquisto. E un indiziato potrebbe essere Bruno Peres, che difficilmente resterà a Torino al termine della sessione estiva. Insomma, tutte situazioni che in questo mercato troveranno una loro definizione. Intanto, la dirigenza partirà da questa base per capire come operare.

 


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La rassegna stampa del 4 giugno 2016