Meno di quarantotto ore alla stracittadina in programma domenica alle 11 al Don Mosso di Venaria e che vedrà di fronte Torino e Juventus Primavera per la terza volta in questa stagione, la quarta se si considera anche il match amichevole di precampionato, in occasione del “Memorial Mamma Cairo”.
Il bilancio cambia proprio in virtù di quella vittoria estiva, quando sotto di due gol la squadra di Moreno Longo riuscì a trovare il pareggio a tempo ormai scaduto, trascinando ai rigori i bianconeri, prima di gioire dal dischetto. Peggio è andata nelle due sfide successive. In campionato, lo scorso novembre, la Juve si impose per 2-1 nella gara giocata ad Ivrea: non bastò il momentaneo pari di Morra ad evitare la beffa di Buenacasa. A dicembre la gara dei quarti di finale di Coppa Italia, ad eliminazione diretta. Successo ancora una volta della Juventus, promossa al turno successivo grazie all’1-0 firmato da Muratore. Una partita ricordata più per quanto accaduto dopo il triplice fischio, con i tifosi del Toro inferociti con i giocatori bianconeri per l’esultanza provocatoria e il successivo episodio che ha coinvolto Gianluca Pessotto, preso di mira da un gruppetto di supporter granata.
Longo è a caccia della prima vittoria contro la Juve – in gare ufficiali – della stagione: la scorsa annata fu eccezionale per il Toro non solo per il primato nel girone e la qualificazione diretta alla final-eight, ma anche perché tra andata e ritorno la squadra granata riuscì ad aggiudicarsi i due derby. All’andata un 3-2 entrato nella storia. Doppio vantaggio del Toro, rimonta bianconera nella parte finale dell’incontro prima del 3-2 in pieno recupero firmato da Sparacello. Al ritorno bastò invece un gol di Graziano per raccogliere i tre punti.
Nell’era Cairo le stracittadine di campionato hanno, in generale, portato più dolori che gioie. Ad eccezione del primissimo derby, giocato nella stagione 2005-2006 e vinto 1-0 dal Toro (gol di Gigliotti quando in panchina era seduto PIgino), la storia racconta di tredici sconfitte consecutive. Ad accendere di nuovo la luce Alessio Vita, con il gol dell’1-0 che nella gara di ritorno della stagione 2011-2012 consentì alla squadra allora allenata da Asta di portare a casa tre punti fondamentali per la qualificazione alle fasi finali.
Da lì in avanti un cambio di passo: la Primavera – che nel frattempo aveva salutato Asta in favore di Longo – andò vicina al successo l’anno successivo (1-1 con un contestatissimo rigore di Padovan nella primavera del 2013, mentra all’andata si era imposta 1-0 la Juve) prima di quanto raccontato in precedenza, con il doppio successo dello scorso anno.