Fino a pochi anni fa, nell’Italia del mondo del pallone, se esisteva un ruolo nel quale vigeva un’autarchia di ferro, era senza alcun dubbio per quanto riguardava i numeri uno.
La scuola dei portieri italiani era considerata una delle piĂą forti in Europa se non la piĂą forte in senso assoluto, e fino all’acquisto di Taffarel da parte del Parma nel 1991, mai era capitato che un numero uno straniero si fosse affacciato al nostro calcio ad altissimi livelli.

 

Negli ultimi 25 anni la situazione è radicalmente mutata, e oggi, nelle squadre che hanno disputato l’ultimo campionato di serie A, c’erano qualcosa come 20 portieri senza un passaporto italiano in rosa….praticamente almeno uno in media per societĂ .
Quello del numero uno è un ruolo estremamente delicato, assolutamente fondamentale nel calcio moderno: interpretarlo con successo in un torneo come quello del belpaese non è per nulla semplice,  ci vogliono qualità fuori dal comune.
Chi queste doti sembra possederle è Predrag Rajkovic, estremo difensore della Stella Rossa Belgrado campione uscente di Serbia. 

 

Nel corso dell’ultima stagione, complici i problemi finanziari che li attanagliano da qualche anno, i biancorossi hanno dovuto giocoforza praticare una politica di “linea verde” che ha portato ad avere in rosa ben 20 elementi nati negli anni 90, e la mancanza d’esperienza si è fatta sentire, costringendoli a cedere il passo agli odiati cugini del Partizan.
Tutti i mali non vengono per nuocere comunque, perchè il dissesto delle casse del club ha  potuto spalancare le porte della prima squadra a molti elementi che si sono imposti all’attenzione degli osservatori di mezza Europa, ed uno di questi è senza dubbio il giovanissimo estremo difensore.

 

Nato il 31 ottobre del 1995, quindi non ancora ventenne, è senza dubbio uno dei prospetti più interessanti del calcio balcanico in senso assoluto, non soltanto per quel che riguarda i numeri uno.
Cresciuto calcisticamente nello Jagodina, si mette in mostra nel campionato europeo under 19 del 2013, nel quale grazie soprattutto alle sue parate in semifinale contro il Portogallo ed in finale contro i galletti francesi, la nazionale serba riesce ad alzare per la prima volta l’ambito trofeo continentale.

 

Il suo passaggio ad un grande club del suo paese diventa in qualche modo automatico e la Stella Rossa batte in volata i concittadini bianconeri, mettendo sotto contratto il ragazzo a tempo record.
Anche l’allora ct della nazionale maggiore Sinisa Mihajlovic si accorge delle qualitĂ  del ragazzo e lo convoca per diversi stage, facendolo poi addirittura esordire in un match amichevole contro la Colombia.
Quest’ultimo è stato l’anno della definitiva consacrazione per Predrag: ha conquistato ad inizio stagione il ruolo di titolare inamovibile diventando il leader non solo della propria difesa ma addirittura della squadra, diventandone, a 19 anni e 3 mesi, addirittura il capitano.

 

Fisicamente ovviamente molto ben strutturato come tutti i numeri uno di scuola slava (1,92 per 86 kg di peso), bravo e reattivo fra i pali nonchè molto molto sicuro nelle uscite sia in presa alta che fra i piedi degli avversari, fa comunque del piazzamento la sua dote migliore.
Molto raramente si esibisce in parate eccezionali o in tuffi per i fotografi: sa sempre dove posizionarsi per limitare i danni e concede poco o nulla allo spettacolo prediligendo uno stile concreto e senza troppi fronzoli, e la miseria di 16 reti subite in 28 partite disputate sono li a testimoniarlo.
Molto autoritario nonostante la giovanissima etĂ , sa comandare la difesa con bravura ed infonderle sicurezza, trasmettendo tranquillitĂ  ai compagni di reparto.

 

Bravo anche nel gioco con i piedi, apparentemente non sembra avere grossi difetti di base e nel contempo è probabilmente uno dei portieri con maggiori potenzialità di crescita in senso assoluto in ambito europeo.
Alcuni club italiani e della bundesliga hanno giĂ  raccolto informazioni su di lui valutandone un possibile acquisto e viste le difficoltĂ  economiche del club di Belgrado, ci sono tutte le possibilitĂ  di arrivare al ragazzo (il cui contratto scade nel 2017) in tempi brevi, e soprattutto, a prezzi assolutamente concorrenziali.

 

La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un affare potenzialmente estremamente vantaggioso: se i club italiani si muoveranno in fretta saranno poi i fatti ad avvalorare o smentire questa tesi.


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Il pagellone 2014/2015: Cesare Bovo