Altro che sbornia da derby. La trasferta di Palermo certifica ancora di più come questo Toro sia perfettamente in grado, fisicamente e soprattutto psicologicamente, di proseguire la rincorsa europea. Peccato che a guastare la festa, al di là di un primo tempo sottotono, ci pensi Gervasoni: l’arbitro (mal consigliato dal giudice di porta) annulla un gol regolare a Maxi Lopez e costringe il Toro al 2-2. Colpa solo del direttore di gara? Non del tutto, anche se il Toro era riuscito per due volte e rimettere in piedi una partita difficile: difficile perché l’avversario era ostico, difficile perché dopo la vittoria cntro la Juventus non era semplice tornare in campo concentrati. L’errore dell’arbitro, però, pesa eccome, nonostante qualche demerito del Toro.
Un’occasione persa, perché visti i risultati delle dirette concorrenti la squadra di Ventura avrebbe potuto risvegliarsi oggi al sesto posto a braccetto col Genoa, ad un punto dal quinto, avendo lasciato ancora dietro l’Inter. Sesto con uno scontro diretto contro il Grifone ancora da disputare. Sesto e quindi artefice del proprio destino. La strada che porta all’Europa, invece, è ancora piena di insidie. I granata dovranno essere bravi a digerire l’errore e a ripartire con l’Empoli, consapevoli del fatto che tutto è ancora apertissimo. Perché è vero che la vittoria avrebbe consentito al Toro un notevole balzo in avanti, ma è altrettanto vero che la sconfitta della Fiorentina e il pareggio della Samp hanno consentito ai granata di non perdere ulteriore terreno. Sì, il Genoa è ora a due punti dal Toro, ma la squadra di Ventura andrà proprio a Marassi a giocarsi il tutto per tutto, dovendo tenere d’occho anche l’Inter tornata a farsi sotto dopo un periodo di appannamento.
L’ennesimo risultato positivo in trasferta ha lasciato l’amaro in bocca ma è evidente che per arrivare alla qualificazione in Europa League il Toro dovrà sudare non poco e, cosa non meno importante, essere più forte di certe situazioni. Più forte di sviste arbitrali, di cali di concentrazione. Cinque finali, di cui tre in casa (Empoli, Chievo e Cesena) e due lontano dall’Olimpico (Genoa e Milan). Servirà il miglior Toro, quello che sembra non poter fare a meno delle giocate di El Kaddouri, che entrato in campo ha cambiato la partita, o delle invenzioni di Maxi Lopez. Quello che ritroverà il tuttofare Gazzi e che dietro potrà vedere Moretti e Maksimovic di nuovo al fianco di Glik. Il miglior Toro possibile: perché ormai non c’è più tempo di fare calcoli né serve risparmiarsi. L’Europa è talmente vicina che sarebbe un delitto lasciare ancora punti preziosi per strada.